sabato 24 dicembre 2016

Un Augurio di Buon Natale e Felice Anno Nuovo

Carissimi,

Quest'ultima Comunicazione prima della pausa Natalizia la facciamo per augurare un Buon Natale e un Felice Anno Nuovo a voi che ci leggete con costanza, alle vostre Famiglie e a tutta Cassina de Pecchi.

L'augurio lo facciamo mentre con la Testa e con il Cuore siamo già proiettati al prossimo Anno, un 2017 che si annuncia carico di impegni, nuove sfide e opportunità. E lo affronteremo il nuovo Anno con lo spirito di sempre, quello che ci porta con anima e corpo ad occuparci costantemente delle nostra Città, dei suoi cittadini e dei loro bisogni.

Alle spalle ci lasciamo un 2016 complicato e pieno di soddisfazioni, sia sul versante politico locale che su quello nazionale. Molte sfide nel 2016. Alcune vinte, altre perse e altre ancora che ci vedono protagonisti quale Grande Forza politica di centrosinistra improntata al Cambiamento. Anche nell'anno che si sta per chiudere abbiamo agito guardando sempre al Futuro del Paese, al suo sviluppo, alla sua modernizzazione e continueremo a farlo. 

Si dice che le immagini valgano più di mille parole. Per questo abbiamo realizzato per tutti voi, amiche e amici che seguite le nostre Newsletter, una serie di 24 slide che ricordano le azioni amministrative principali portate avanti a Cassina de Pecchi in questi due anni e mezzo di Amministrazione di centrosinistra. Slide che ci dicono tutto ciò che abbiamo realizzato concretamente per la Città. Le slide ve le regaliamo. E' un dono del Partito Democratico. Consci che il percorso è ancora lungo e che ancora molto dobbiamo fare. Quello che trovate a questo link è invece ciò che abbiamo fatto, di cui andiamo orgogliosi e che i nostri concittadini conoscono, perchè vivono quotidianamente. 


Auguri, i migliori Auguri a voi tutti dal Partito Democratico.


Se non puoi essere un pino sul monte, sii una saggina nella valle, ma sii la migliore, piccola saggina sulla sponda del ruscello.
Se non puoi essere un albero, sii un cespuglio.
Se non puoi essere un’autostrada, sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole, sii una stella.
Sii sempre il meglio di ciò che sei.
Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere. Poi mettiti con passione a realizzarlo nella vita.



Martin Luther King

sabato 10 dicembre 2016

Diario di Bordo, non finisce qui

Referendum, il dado è tratto

Il verdetto degli italiani, Domenica 4 Dicembre, è stato netto. Il No alla Riforma ha prevalso su quelle che per mesi abbiamo definito le Buone ragioni del Si. Sconfitta senza appello da una parte, grande partecipazione al voto dall'altra e forte senso di smarrimento, di incomprensione, di rabbia da parte di chi ha creduto in tutti questi mesi a una Italia diversa e migliore.

La situazione è quella di crisi, perché il Premier ha dato seguito a quanto sostenuto  prima del voto e come dice Mario Calabresi su "Repubblica" del 5 Dicembre tutto serve all'Italia in questo momento fuorché un salto nel buioCosa accadrà ora? Difficile dirlo, una cosa però è certa, a rischio almeno 10 provvedimenti a rischio, tra cui la Riforma della Giustizia, Legge Madia e furbetti del cartellino, Ius Soli, nonchè accordi con i territori non ancora chiusi.  

Il voto ha segnato un solco tra l'opinione pubblica e l'idea di Paese e delle sue Istituzioni del Pd di Renzi. Ovviamente noi non ci facciamo prendere dallo sconforto ma ripartiamo e già lo stiamo facendo con una analisi seria di quel che è avvenuto e perché è avvenuto. Per questo motivo invitiamo tutti i nostri lettori Mercoledì 15 Novembre alle 21 al Circolo di Via Roma per confrontarci, a partire da chi a Cassina de Pecchi si è speso in prima prima persona per il Si al Referendum.

Ripartiamo da quel 40% di elettori (47,7% a Cassina) che ci ha creduto. Rimettiamo insieme i pezzi persi per strada in questi ultimi mesi, ritrovando dentro e fuori il Partito quell'Unità perduta, smorzando quel senso di amarezza per la sconfitta e di nausea profonda che provano i nostri elettori di fronte alle guerre intestine. La sola strada può essere quella di un centrosinistra ritrovato già si sprecano gli appelli, a cominciare da quello di Pisapia sostenuto dal bravo Sindaco Zedda. Ce la faremo?

Un ultimo pensiero sul voto, prima di passare alle notizie locali, lo dedichiamo a Cassina de Pecchi, con i numeri in città che segnano una netta inversione di tendenza rispetto al dato nazionale. Solo 360 voti staccano il Si dal No, a segnare la buona Campagna Elettorale fatta a Cassina de Pecchi. Qui il voto seggio per seggio.


Le Notizie da Cassina de Pecchi



Come da qualche settimana a questa parte a Cassina de Pecchi proliferano i cantieri per ammodernare e rendere più vivibile il nostro Paese. Via Donatori del Sangue, attraversamento in sicurezza di Via Roma, Pista Ciclabile in Via Venezia, Rotonda del Colombirolo, rialzamento in Viale Trieste: questi alcuni dei cantieri aperti. Settimana prossima sarà la volta dell'asfaltatura della Rotonda tra Via Vittorio Veneto e Via Roma, per questo da Lunedì 12/12/2016 sarà interdetto l'attraversamento del ponticello. La viabilità sarà modificata in quel tratto per permettere il completamento dell'opera. A questo link tutti i dettagli del caso.


Natale con i tuoi? no, Natale con Cassina de Pecchi e con i cassinesi! Un periodo natalizio colmo di Eventi, a cominciare dalle luminarie che hanno colorato Vie e Piazze del Paese. Ma non finisce qui! Domenica 11 Dicembre, il Presepe Vivente grazie alla collaborazione tra la Comunità Pastorale e l'Amministrazione Comunale.
Ancora, per i 70 anni della Cooperativa "La Speranza" un pomeriggio intenso e pieno di iniziative, impossibile mancare.

Per chiudere un invito, come quello fatto già in altre occasioni. Sosteniamo il commercio locale, almeno proviamoci. Per il Natale 2016 acquista a Cassina de Pecchi scopri come fare.

venerdì 9 dicembre 2016

L'importante è stato mandare a casa Renzi

Sono d'accordo su alcuni punti del commento di Franca Marchesi.

 Aggiungo un altro motivo deprimente: "voto No perchè mi sta antipatico Renzi".
L'atteggiamento del ex Premier è stato leggermente arrogante? Questo quanto affermato da  D'Alema e c., che su arroganza e spocchia possono dare lezione. Per me, invece, è la Vision di un giovane che desidera veramente cambiare/rinnovare il nostro Paese.

L'Italia è sopravvissuta a 50 anni di pressapochismo e spartizioni politiche mostrandosi oggi debole e poco competitiva. Ma tutto questo non è stato capito. Quello che mi  ha fatto più rabbia, più che la critica a volte nauseante e ridicola dell'opposizione è stato il lavoro denigratorio di una certa sinistra PD.
E' stato soprattutto il gruppo Bersani, D'Alema, CGIL, ANPI (?) ,con ancora un certo seguito, che ha aiutato ad affossare la Riforma.
Certo i giovani hanno grossi problemi ed il Sud del Paese sappiamo in che situazione è.
Ma la vecchia sinistra che non è riuscita a migliorare niente durante i loro brevi governi (i 2 governi Prodi caduti senza poter iniziare a risolvere alcun problema regalando l'Italia  a Berlusconi) non ha capito o accettato i tentativi di rinnovamento proposti dal Governo Renzi.
Abbiamo avuto, per un anno e mezzo circa, un giovane leader  che ha fatto molte leggi importanti, magari alcune non perfette ma, sicuramente, migliorabili. Difficile fare miracoli di questi tempi.

Andrea quanto detto da te:
"Un Partito non si strattona, non si usa e non si porta dietro a forza in barba a chi ti dice che forse stai sbagliando qualcosa. Un Partito si governa e lo si fa con lo scopo di tenere dentro tutti, anche chi la pensa diversamente dal leader di turno. Ritroviamo un po più di umiltà, lavoriamo per ricucire il Paese, il Partito e un ambito di centrosinistra e soprattutto ripartiamo da qui, da questa debacle elettorale, che ci possa servire ancora una volta da lezione" 
Tu dici che un partito lo si governa tenendo dentro tutti, anche i contrari. Certo, ma esiste anche alla fine della discussione un voto che sancisce il concetto di maggioranza.
Sono  d'accordo  con te che bisogna lavorare molto per ricucire le lacerazioni nel nostro Partito. Ognuno deve fare la sua parte cercando di riconciliarsi.
Ma io continuerò in ogni caso a chiedermi: perchè chi ha votato per ben 3 volte in Parlamento questa riforma costituzionale ha poi sostenuto il  NO?
Molti cittadini non sapevano cosa fosse la Nuova Costituzione. L'importante è mandare a casa Renzi. 
Complimenti!

Antonietta Pensato

POST REFERENDUM: RAGIONI DEL POPOLO ED ERRORI DELLA POLITICA, O RAGIONI DELLA POLITICA ED ERRORI DEL POPOLO

Le analisi del voto referendario, cioè delle ragioni per il quale il Sì è uscito sconfitto e il No vittorioso, sono tante e talmente variegate e distanti l’una dall’altra che l’unico fattore comune è la conclusione – lapalissiana – che il No ha vinto perché No ha votato la maggioranza degli elettori. Bella scoperta, si dirà! Per me è l’unica conclusione seria e centrata. In democrazia non vince chi ha ragione, vince chi ha i numeri per affermarsi. E ha il dovere, a quel punto, di farsi governo. La discussione sul fatto che il voto sia stato un proclama contro il governo Renzi più che un giudizio di merito sulla riforma costituzionale, è – in questo momento – assolutamente ininfluente. Ma le cose, come sempre nel nostro paese, non sono così semplici. Si dà che il fronte del No sia composto non da un partito o da uno schieramento compatto, ma da una congerie di partiti, movimenti, associazioni e sindacati, uniti solo dal No a Renzi e disuniti da tutto il resto. A complicare la situazione si aggiunga la legge elettorale, che al momento prevede sistemi elettorali diversi per Camera e Senato, e che produrrebbe maggioranze diverse, così che la situazione diventi ingovernabile. Un bel grattacapo per il Presidente Mattarella e per il Parlamento tutto. Ma, si dirà, è il popolo che l’ha voluto, per l’appunto il popolo ha votato a maggioranza per la caduta di Renzi ma non per un nuovo governo o un nuovo programma. Da qui la disordinata corsa ad appropriarsi della vittoria, ognuno per propri calcoli, dalla destra di Salvini che vuole andare ad elezioni subito, succeda quel che succeda che non c’è limite al peggio, a Grillo che vorrebbe far cuocere a fuoco lento il governo in carica e il Pd per poi passare all’incasso fra qualche mese, fino alla sinistra che più sinistra non c’è – la minoranza dem, la Cgil, l’Anpi, l’Arci, Sel e Rifondazione, e mi scusino gli altri dell’allegra compagnia se non li cito – tentati di fondare il nuovo, anzi il vecchio, partito della sinistra protestataria e piagnona, nella sostanza conservatrice. Poiché siamo in democrazia, ognuno può fare liberamente tutte le pensate che più lo soddisfano, se dovessi decidere per il Pd rivendicherei con orgoglio il lavoro fatto in 1000 giorni di governo e terrei la barra diritta verso un governo di responsabilità nazionale di breve durata e verso elezioni nell’arco di qualche mese. Di mezzo ci sarebbe il congresso, nel quale chiarire finalmente che cosa vuol dire stare nel Pd; da semplice iscritto dico solo che personaggi che fin dal primo momento hanno remato contro Renzi e la maggioranza del partito - del tipo di Bersani e Dalema, e loro sodali –, spesso con argomenti pretestuosi e volgari, non sono miei compagni di percorso.

Marino Contardo

giovedì 8 dicembre 2016

Si vinci uniti, divisi si perde

Scrivere un commento sul voto di Domenica 4 Dicembre non è cosa semplice. Non lo è soprattutto perché le sconfitte bruciano. E quando perdi una battaglia per la quale ti sei speso per mesi (8 mesi per l'esattezza) convinto delle tue ragioni, diventa ancora più difficile trovare una spiegazione al perché una fetta cosi maggioritaria del popolo italiano ha scelto di non seguirti.
E, per fare una analisi lucida, non possiamo che partire da un dato certo. Il Si perde soprattutto tra i giovani, tra chi occupa uno stato sociale mediamente basso e al Sud. Al contrario, il Si si afferma nel ceto medio-alto e tra la popolazione "anziana". Questo dato tra l'altro conferma quanto visto qualche mese fa al turno amministrativo. È un fatto questo preoccupante e che merita molta attenzione. Lo avevo detto dopo il voto amministrativo di qualche mese fa e lo ripeto qui oggi: prendere atto di una sconfitta non basta. E se la reazione che si ha dopo una sconfitta è "non abbiamo paura di nessuno, noi andiamo avanti" oppure "ci basta quel 40%" a giustificare una batosta (la seconda in pochi mesi) probabilmente prevale ancora quel sentimento di chi pensa di essere nel giusto senza se e senza ma che fa male al Pd e fa male soprattutto al Paese. 

Quando si perde una battaglia di solito si fa autocritica e si prova a capire il perché si è perso quella battaglia. E allora domandiamocelo, almeno proviamoci. Perché abbiamo perso il Referendum? Perché perdiamo pesantemente tra i giovani? Perché perdiamo tra i meno abbienti? Perché perdiamo al sud (e anche al nord, con percentuali meno bulgare, ma pur sempre di sconfitta si tratta)? Be, le ragioni sono molteplici. In una bella e veloce analisi Michele Serra sulla sua "Amaca" di qualche giorno fa a questa domanda rispondeva in questo modo: il fronte del no ha vinto tra due pezzi rappresentativi di società. Il primo è quello di chi non ha capito nulla di questa Riforma è che ha votato no solo per dare un segnale a Renzi e al suo Governo (riuscendo nell'intento tra l'altro, visto che Renzi e il Governo sono dimissionari); il secondo è quello di chi era convinto delle ragioni del no e che ha votato per difendere la Costituzione. Questi due macro spezzoni di no inconciliabili tra loro e non in grado agli effetti di provare a dare una alternativa sono accompagnati, a mio giudizio, da un altro significativo pezzo di elettorato, quello che il Pd si è perso per strada. 

Nel 2014 (due anni fa) il Pd di Renzi alle europee ha raccolto il 40% di voti. Oggi, il Pd di Renzi perde molto di quell'elettorato, guadagnandone altro, di diversa estrazione. Parte di quell'elettorato (lo dicono gli analisti del voto) sono o meglio erano parte integrante del Pd, sono quel 23% di elettori o iscritti al Pd che hanno votato no al referendum perché faticano a riconoscersi in questo Pd. E credetemi, io ne conosco parecchi di questi ultimi. Se è vero che abbiamo fatto un lavoro eccellente sopratutto a Cassina de Pecchi, contenendo la sconfitta (solo 362 voti ci hanno separato dal no) e aggregando intorno a noi nuovi amici mai visti prima, è altrettanto vero che sarebbe il caso di fermarsi un po più del dovuto e ragionare in termini non di accelerazione verso l'ignoto ma di aggregazione e unità, del Partito innanzitutto, ma anche del centrosinistra, del campo progressista che si è disciolto subito dopo le elezioni politiche del 2013. Adesso e non quando sarà troppo tardi. 
Un Partito non è il salotto di casa tua. Un Partito non si strattona, non si usa e non si porta dietro a forza in barba a chi ti dice che forse stai sbagliando qualcosa. Un Partito si governa e lo si fa con lo scopo di tenere dentro tutti, anche chi la pensa diversamente dal leader di turno. 

Di solito funziona cosi: chi perde ha sempre torto. Ma di fronte a una sconfitta così pesante, così inaspettata, così dolorosa (perché a perdere non è tanto Renzi ma l'Italia che si è giocata un'opportunità più unica che rara) non possiamo stare fermi e aspettare impassibili gli eventi. Ricominciamo da quel 40% di elettori che ha dato fiducia al Sì e insieme a quelli rimettiamo insieme i cocci persi per strada in questi anni.
Ritroviamo un po più di umiltà, lavoriamo per ricucire il Paese, il Partito e un ambito di centrosinistra e soprattutto ripartiamo da qui, da questo debug elettorale, che ci possa servire ancora una volta da lezione. 

Si vince uniti. Si perde divisi. Ce lo insegna la Storia.

martedì 6 dicembre 2016

E ora?



Sono affranta. Inutile esibire giustificazioni e scovare spiegazioni per legittimare l’accaduto.
Prevedibile come un algoritmo: la sfida intrepida è andata come non doveva andare.
 Lo si sapeva, lo si temeva, ci si illudeva di poterlo scongiurare.
Non poteva essere un bene ciò che sarà comunque un passo indietro alla cieca.
Ci eravamo già troppo abituati a quel po’ di baldanza e spavalderia di chi ama strafare, unita alla dignità fiduciosa di chi è allenato a fare…( Certo chi  molto fa spesso erra, ma c’è anche chi riesce a sbagliare nulla facendo)
Ora, non vedremo le figure di studiosi come Onida e Zagrebelsky, offerte in prestito a legittimare una scelta che aveva motivazioni molto meno culturali: ci ribeccheremo invece i tratti rancorosi e supponenti di D’Alema, la velenosa e inconcludente bonarietà di Bersani, i sorrisetti petulanti di Brunetta, le sguaiate reazioni da stadio di Salvini, gli sghignazzi di scherno di Grillo, gli elogi della “pancia”diretti al popolo vile e bue, tutte garanzie di conservazione, di immobilità, del fatti li c...zzi tua che campi cent’anni!
                                                        Franca Marchesi

giovedì 1 dicembre 2016

Perchè dico Si, parte seconda. La parola ai Cassinesi

"Voto SI perché non possiamo più permetterci l'immobilità di questo Paese,della moltiplicazione dei centri di potere 
dove nessuno si sente responsabile della malasanità, dei trasporti locali, della burocrazia passandosi la palla tra competenza regionali e nazionali.

Voto SI perché da militante Antifascista non vedo pericolo per la Democrazia che sotto choc da fascismo da 70 anni
viene esercitata -unico Paese in Europa- da due Camere spesso con coalizioni diverse che producono ritardi e ingovernabilità.

Voto SI perché credo nel cambiamento che ci fa uscire dalla palude, perché ho il dovere di consegnare a mio figlio una Nazione più dinamica e all'avanguardia che sia più funzionale a lui che al mio conservatorismo nostalgico"

Grazia Mastrandrea


"Voto Si perchè se c'è una sola Camera che legifera non ci sarà più bisogno dei Verdini"

Roberto Bertolotti



"La riforma dell'art.55 mira a garantire la concreta partecipazione delle donne alla vita istituzionale e polita del paese
IO VOTO SI"

Maria Grazia Albani



"VOTO SI, e chiedo a tutti di farlo, PERCHE’ è ora finalmente di cambiare dopo decenni di immobilismo generale e SOPRATTUTTO PERCHE’ in questo momento sarebbe da irresponsabili mandare a casa un Governo che sta con fatica e competenza risollevando le sorti del Paese"
Beppe Moretti



"Credo che questo Governo, come mai negli anni passati, voglia il meglio per il nostro Paese. Mi fido e partecipo votando Si al Referendum"

Stefania Brunetti



"Il 4 Dicembre voto Si alla Riforma perchè mi piace pensare che le competenze siano chiare. Mi piace pensare che si rimetta ordine al Titolo V che tanti conflitti di attribuzione ha creato. E sopratutto voto Si perchè gli italiani, tutti, devono avere le stesse opportunità sulla salute. Oggi purtroppo non è cosi"
Anna Tarantini




"Perché voto Si nel referendum? Una opportunità per cambiare quello che abbiamo sempre chiesto: la riduzione dei nostri parlamentari superando cosi' "bicameralismo paritario" riducendo i costi degli apparati politici rendendo l'azione del Parlamento piu' efficace. 
Una opportunità per abolire il CNEL (organo con funzione di consulenza alla Camera e al Governo in campo economico e sociale) che in 57 anni ha proposto 14 disegni di legge e dato 96 pareri con un costo di 20 milio di euro ALL'ANNO . 
E' sicuramente un si che si contrappone all'immobilismo di questi anni per cambiare realmente il nostro Paese. Piccoli passi, ma concreti"

Arcangela Grieco



"Voglio bene alla Costituzione perciò voto Sì perché la voglio viva e in forma da far girar la testa, e non chiusa in una teca come una reliquia"

Marino Contardo