La prima è una
forte emozione, provata molti anni fa davanti alle sculture monumentali del
tempio di Luxor: quante persone sono rimaste orfane ora di una simile emozione,
del sentimento suscitato dal mistero di una bellezza, sopravvissuta più di
tremila anni, barbaramente offesa e orridamente devastata.
Mi è venuto poi in
mente che i conquistadores spagnoli hanno saputo fare altrettanto con architetture
e sculture monumentali appartenenti alle civiltà precolombiane. Non scomoderei
infatti le precedenti furie iconoclaste durante le Crociate: più che atti di iconoclastia, assistiamo a picconate per fare scempio delle vestigia
della civiltà allo scopo di distruggere la coscienza di cui ogni civiltà è
parte. La storia ci ha sempre fornito prove dell’autodistruzione prodotta
da ignoranza e odio a braccetto. Il carattere mediatico specifico di queste feroci
violenze inoltre non è un dettaglio, è sostanza.
Così pure è
sostanza della terza cosa che mi è stata richiamata alla mente. Un altro video raccapricciante, di otto
minuti, nel quale si possono seguire brutali
percosse, botte pugni calci e sputi,
a più riprese nei confronti di una
bambina di 12 anni, per opera di due ragazze più grandi, con pubblico sghignazzante
di sottofondo.
Anche qui narcisismo
mediatico, assenza di senso e deficit di compassione (incapacità di riconoscere
l’umanità della vittima ), come ben sa chi ha lavorato in passato alla
prevenzione del bullismo.
Attualmente molti
progetti sono stati abbandonati, ma non sembra che ce ne sia meno bisogno.
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