mercoledì 31 dicembre 2014

BUON 2015!!!


L’anno “vecchio” non sembrava un gran che …
A trionfare spesso non erano  le buone intenzioni
e il merito si consumava ancora nel silenzio,
ci siamo lamentati al solito del presente invece di chiederci
cosa avremmo saputo fare del futuro.

Tante cose che sembravano un rischio
sono a volte diventate realtà.

Qualcuno ha detto: “La speranza è la prima ad ammalarsi …”
È comunque l’ultima a morire.

Per questo ci scambiamo tanti cari,  caldi e coraggiosi auguri
per un 2015 significativo, attraente e appassionante …
anche se per un po’ faremo fatica a scriverlo e ci verrà da scrivere ancora 2014!
                                                                                              Franca, 31 dicembre 2014

mercoledì 5 novembre 2014

Acqua che puzza

Acqua che puzza, acqua prima bevibile  (Ami Acque, Comune Cassina ) poi imbevibile, zone rosse gialle,verdi.
Poi acqua di nuovo non dannosa per la salute e bevibile, ma solo per le zone verdi e gialle.
Poi non si sa altro: in una conferenza stampa si dice che vi sono estreme difficoltà ad individuare la singola sostanza inquinante; non siamo nemmeno in grado di riconoscere il gruppo di sostanze cui la sostanza X appartiene?
Si raccomanda di "sanificare" gli impianti domestici di addolcimento dell'acqua, ma i tecnici interpellati chiedono di conoscere almeno di che cosa si tratta per non effettuare interventi inutili se non dannosi.
Se non si riesce ad individuare un inquinante, un metodo per orientare le ricerche consiste nel rivolgersi alla società che gestisce l'impianto: loro sanno cosa stanno facendo, di lecito o di illecito.   E' stato fatto ciò? Ci si è rivolti alla magistratura? Come mai l'impianto non è stato posto sotto sequestro?
I responsabili sono così tranquilli?
Luigi Ubertis Bocca

giovedì 23 ottobre 2014

Restituisco la Tessera


Ricevo questa mail stasera che pubblico cosi come mi è arrivata

Caro Andrea,

ti scrivo in qualità di coordinatore, tu, del Pd cassinese per dirti con grande tristezza che, in considerazione della vile proposta di Renzi, segretario del Pd nazionale, oltrechè Presidente del Consiglio di pagare in ritardo di 10 giorni  le pensioni ho decviso di restituire la mia tessera del PD.
Altrochè non partecipare allo sciopero!
Continuerò a votare PD, continuerò a partecipare alle vostre riunioni, come tanti altri, ma non è mia intenzione continuare ad essere iscritto.
Mi spiace molto,. ciao. 


Mail firmata 
(non riporto il nome dell'autore solo per rispetto della privacy)

Devo dire che la notizia, appresa stamani alla radio, mi ha lasciato basito, come credo, abbia lasciato basiti i nostri elettori e i cittadini, tutti. Mi sono chiesto da una parte l'utilità di tale decisione, a fini pratici, e poi, sopratutto mi sono chiesto il perchè proprio in questo momento. Devo dire (per fortuna) che in serata le preoccupazioni sono rientrate. Sembrerebbe che, grazie anche all'intervento delle forze Sindacali, il Governo abbia fatto un passo indietro. Scarsi risparmi (6 milioni di euro l'anno secondo l'INPS) e forte reazione dei pensionati di CGIL, CISL e UIL che hanno giudicato assurda la norma della Legge di Stabilità riguardante lo slittamento del pagamento della pensione al 10 del mese. Il dietrofront dell'Esecutivo si traduce nello slittamento solo per 800000 pensionati, quelli cioè che hanno un doppio assegno INPS - INPDAP, mentre i restanti 15000000 sono "salvi". 
Per ora mi fermo qui. Terremo comunque gli occhi aperti su una manovra assurda, iniqua e inspeiegabile.




martedì 21 ottobre 2014

L’INSEGNANTE, chi era costui?


L’insegnante deve poter essere licenziato se inefficiente (…giuuusto!), l’insegnante è (… questa poi!) troppo sindacalizzato: questo è il problema, secondo il Ministro Giannini, nuova fautrice della scuola-azienda.
E’ davvero questo il problema, quando oggi un insegnante è lasciato solo senza compresenze, senza risorse, con una manciata ridicola di ore di sostegno,  a lavorare in classi numerose, con più di una disabilità nella stessa classe?

L’insegnante: chi era costui? Una figura di onorabile rispettabilità, com’erano il prete e il dottore, o uno sfigato che, per poco denaro e scarsissimo prestigio, suda sangue a cercare di trasmettere a una banda di viziati scansafatiche cose che non interessano più a nessuno?

Insegnare: non un mestiere qualunque, né per tutti.
 Insegnante si diventa, ma un po’ anche si nasce … in ogni caso bisogna volerlo  e saperlo fare con passione, con generosità, con instancabile voglia di imparare sempre e da chiunque.

 La voglia di imparare, detta anche curiosità intellettuale,  è contagiosa e alla lunga l’esempio incute quella giusta soggezione che è parente dell’ascolto, della concentrazione e dell’apprendimento.
Se uno non sa fare il proprio mestiere, se non sa trasformare una classe in una squadra e i suoi componenti in persone, forse  non deve essere punito o licenziato; non deve piuttosto neanche iniziare a farlo quel lavoro: si chiama selezione e controllo, i veri  parenti del merito.

E gli organismi collegiali di gestione della scuola…? Perché nessuno li nomina mai? Mentre per anni le scuole venivano spolpate da finanziarie truccate (male) da riforme, i Consigli d’Istituto e di Circolo si occupavano della carta igienica e delle tapparelle di qualche aula a caso….
Sappiamo che la carta igienica è stata tolta dai servizi perché altrimenti ogni settimana erano otturati per l’uso improprio che ne veniva fatto. Sappiamo anche  che l’acqua minerale nelle bottiglie sigillate venne adottata con delibera dettata da esigenze igieniche in quanto  nelle brocche aperte finiva di tutto…
anche se è sempre stato sostenuto che quello della refezione è un momento educativo.

L’importante comunque è che oggi venga interrotto il catastrofico percorso di declassamento dello studio e dell’istruzione, innescato nella mentalità collettiva degli italiani da un paio di decenni a questa parte. L’importante è che si prendano concretamente le distanze da assiomi a sostegno dei “tagli” come “con la cultura non si mangia” o “la cultura non si mette nei panini” a sostegno della trascuratezza dei beni storico culturali.
 L’importante è che non si mandi avanti,  come un’evidenza, che la cultura non fa diventare ricchi e famosi……. messaggi che parlano alla pancia di molti  quanto quelli filo razzisti e xenofobi.

L’importante, direi essenziale, è che l’attenzione e l’impegno dell’amministrazione locale recuperi la centralità della scuola statale e che l’insegnante competente e capace venga messo in condizione di poter lavorare con  la serenità data da risorse adeguate.
                                                                                                             

sabato 18 ottobre 2014

Perché dico no

Oggi ho detto no allo sciopero della CGIL

Mi è costato molto, ma come ho scritto in un’altra occasione io non ho né giudizi acritici positivi, né pregiudizi nei confronti dell’operato  del governo.
Se debbo analizzare per quello che conosco le proposte presenti nella finanziaria il giudizio è in parte positivo ed in minima parte negativo.
Allora un conto è avanzare controproposte su alcuni punti un conto è bollare negativamente una manovra.
Lo sciopero della CGIL è contro il governo, si pone quindi l’obiettivo ( almeno che non sia una pagliacciata) di far cadere il governo Renzi.
Per chi?, a favore di chi ? 
Si pensa sia meglio un governo di destra, uno 5 stelle, o si auspica una coalizione con leader Landini?????
Al peggio non c’è mai fine.
Per la prima volta nella mia vita non aderirò allo sciopero e forse dopo 37 anni non mi iscriverò, nel 2015,  neanche al PD, ma fra il peggio ed il meglio ( o il meno peggio) so ancora scegliere.


Roberto Bertolotti

sabato 20 settembre 2014

Due gocce d'acqua fanno una goccia più grande

Qualcuno di voi che sta leggendo sa che 15 nostri concittadini vivono grazie a un trapianto di organi?
Chi tra noi poi ha mai sentito parlare degli 800 interventi che mediamente la Croce Bianca fa nei fine settimana?
E ancora, sapevate che esistono artisti cassinesi di fama che si occupano di scultura, pittura, rappresentazioni in genere?

È quanto ho appreso (e non con poco stupore) Mercoledi e Giovedi alla due giorni di forum delle associazioni promessi in campagna elettorale e realizzati a tre mesi dall'insediamento della nuova Amministrazione, ai quali ho partecipato insieme a tanti altri cassinesi. 

Due giorni di lavoro intenso per dar vita a due Consulte, quella Culturale e quella del Terzo Settore. 
Ci siamo riusciti, grazie alla disponibilità e all'impegno di tanti cittadini che partecipano in maniera attiva alla vita delle associazioni cassinesi. Ci siamo riusciti nonostante le difficoltà anche di incontro e di scambio tra realtà diverse che poco si conoscevano o addirittura non si conoscevano affatto. 
Questo è il punto che più ha caratterizzato il Forum del 17 e 18 Settembre: mettere insieme competenze e particolarità, proprie di ogni soggetto singolo o associato, in un nuovo contesto con la finalità di dare risposte più forti e soprattutto comuni a problemi comuni. 

La Consulta, del resto, si pone proprio l'obiettivo di cogliere opportunità interne ed esterne per metterle a disposizione della comunità, con la finalità di supportare e condividere possibili progetti e azioni concrete con chi è stato delegato dai cittadini a dare risposte ai bisogni, alle necessità, che oggi, in modo particolare nell'ambito dei Servizi Sociali, sono in vertiginoso aumento. 

Al focus group del Terzo Settore, quello che ho seguito da vicino, hanno partecipato associazioni quali Il Germoglio, il Borsellino, la Cooperativa La Speranza, la Banca del Tempo, la Croce Bianca, l'Avis, l'Aido e associazioni meno note come "Oltre Confine" o il Masd. Tante idee, tante prospettive che cercheremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane di sintetizzare e rendere operative prima della fine dell'anno perché, come detto, i problemi da affrontare sono tanti e articolati. 
Noi ci siamo, cassina e i cassinesi pure. 
Una sinergia indispensabile per liberare benefici per tutti, nessuno escluso. 






venerdì 5 settembre 2014

Il commento che non c’è

Con tutto quello che bolle in pentola nell’universo scuola, forse qualcuno si aspetta che io mi esprima e scriva qualcosa in proposito ….. o anche no, viste le malinconiche “fotografie” scattate da Marino  su un dibattito pubblico moscio, illanguidito o semplicemente assente. (v.post Fine di una storia).
 Il commento non c’è e tutto finisce lì con buona pace di ciascuno.

Quanto alla scuola, va detto però che non è tempo di analisi e giudizi frettolosi: siamo di fronte ad eruzioni vulcaniche dove terminologie importanti (“patto”, “comunità educante”…), sepolte da tempo per la loro carica innovativa, si accostano a purtroppo già tristemente collaudate scopiazzature esterofile (v. le “ tre I” di morattiana memoria).
Di certo non siamo di fronte a qualcosa a cui ormai eravamo abituati: rafferme riforme somministrate in dosi omeopatiche in corso d’anno scolastico, alla chetichella, spesso con decreti contradditori, ma sempre col risultato dell’impoverimento di quanto, come la scuola e i servizi sociosanitari, non veniva considerato una risorsa da riorganizzare e potenziare, ma un costo da ridurre.
Che cosa ci aspetta nei fatti pochi lo intravedono, mentre abbondano gli specialisti del “precommento” o del commento di nonsocosa.
Purtroppo molti ottimi giornalisti, da opinionisti stanchi, rispondono al quadro tracciato da Marino.
 A che cosa porta questo mero fotografare il peggio? Lo si capisce dallo stesso scritto di Contardo Marino da circa metà in poi; scritto che, per stare alla sua logica, rari” sfigati”avranno letto e subito rimosso, senza lasciare fortunatamente traccia nei commenti: gli unici che l’hanno capito…
Niente commento dunque, solo una speranza  malata ma non morta: l’auspicio che si abbandonino le analisi col capo coperto di cenere, simili più ad autoanalisi freudiane che ad esercizi di intelligenza critica costruttiva.

Il primo segnale di vera riforma sarebbe che  si alimentassero approfondimenti e proposte.
 Approfondimenti e proposte possono essere frutto solo di un lavoro collaborante, mosso dalla volontà di risolvere problemi, realizzando la scuola come punto d’incontro tra docenti, alunni e genitori.
Sarebbe la svolta rispetto all’abitudine di limitarsi a essere spettatori dello sfacelo, dando enfasi al negativo che non si fatica mai a trovare.

martedì 2 settembre 2014

Fine di una storia

E' dal luglio scorso che su questo Blog si contano non più di quattro interventi, tra quelli di Franca e i miei. Eppure di fatti da commentare e su cui scambiare opinioni ne sono succeduti. Da mesi il dibattito procede a fatica, tenuto insieme a malapena dai soliti noti. Che sta succedendo? Anche su altri canali, da quelli più moderni (Facebook, per esempio) a quelli più tradizionali (stampa, radio e tv) la discussione a sinistra langue, tra gossip e banalità profusi a piene mani. Un'intera generazione, quella dei 50/60enni, balbetta confusamente senza formulare un pensiero se non originale interessante. L'implacabile pragmatismo renziano ha sepolto definitivamente la capacità critica e riflessiva di una sinistra sempre pronta a a dire la sua su tutto in ogni momento? Per come è calato il silenzio, la reticenza, l'imbarazzo, la debolezza di pensiero, segno di una stanchezza intellettuale senza rimedio, a me pare proprio di sì. Un'epoca si è chiusa, definitivamente, e rispolverare vecchie glorie o vecchie narrazioni consolatorie non servirà a nulla. Gioco forza si dovrà passare ad altro, a meno di non non dover passare il proprio tempo come pugili rintronati al tramonto di una discreta carriera a rimpiangere i vecchi tempi (che sono sempre più belli di quelli presenti solo perché eravamo più giovani). Addio amici.    

mercoledì 30 luglio 2014

Gaza, e dintorni

Da Gaza giungono notizie terrificanti di centinai di morti tra la popolazione civile. Il conflitto che s’è riaperto tra i palestinesi di Gaza e Israele pare scoraggiare ogni ulteriore tentativo di fermare il conflitto dopo le illusioni maturate negli ultimi decenni e puntualmente disattese dalle parti. Che due paesi e due popoli possano convivere in pace in quella parte di mondo sembra molto improbabile per un lungo lasso di tempo. Che fare dunque ora, almeno per ridurre il danno, se la pace è lontana? Operare nelle sedi internazionali affinché le parti  pratichino un cessate il fuoco e che questi diventi duraturo almeno fino ad una tregua garantita da soggetti terzi; evitare di partecipare al ‘conflitto mediatico’ prendendo parte per l’uno o per l’altro ( il che non vuol dire rinunciare a qualsiasi opinione circa il maggiore o minore grado di responsabilità, ma evitare ogni ostentazione di partigianeria che potrebbe danneggiare il necessario clima di distensione in vista di un dialogo); disinnescare ogni focolaio di antisemitismo, una belva poi difficile da domare, e d’altra parte rigettare ogni forma di equiparazione tra palestinese e terrorista. Le distinzioni sono fondamentali in un contesto così complicato. Ma potrebbe anche non bastare per far deporre le armi. Israele oggi è governato da gente perennemente con il dito sul grilletto e che si sente legittimata da regolari e libere elezioni; su Gaza impera un’organizzazione di estremisti islamici che governa con il pugno di ferro e la cui missione – che l’intera popolazione è costretta a sobbarcarsi – è l’eliminazione di Israele. Convincere i pistoleri a desistere e Hamas ad abbandonare assurde pretese, non sarà facile, ma non si vedono altre strade per evitare un bagno di sangue ancor più terribile di quelli visti fin’ora da quelle parti ( la cupa contabilità dei morti a partire dall’invasione sovietica dell’Afghanistan fino alla Siria di oggi sfiora già la decina di milioni, per non parlare poi dei feriti, dei mutilati, e delle distruzioni immani provocate da quell’intreccio perverso di ragioni economiche, di potere, di etnia e di religione). Il guaio per noi è che a quel punto saremo chiamati di necessità a schierarci, e a farci carico di tensioni che non siamo più in grado di controllare, in un occidente che ha visto la morte delle ideologie e delle religioni - che davano risposte illusorie ma funzionali per una determinata epoca -, e che ancora non ha trovato una bussola (un nuovo umanesimo?) per orientarsi.   

martedì 22 luglio 2014

Scuola di pulizia

Educare ai valori ed ai diritti della persona
Non ha fatto un buon servizio alla scuola di orientamento cattolico la suora Dirigente dell’istituto  Sacro Cuore di Trento che,  per ”tutelare la moralità dei nostri (= del Sacro Cuore, ndr ) studenti”,  non  ha rinnovato il contratto a una valida insegnante essendosi lei rifiutata di smentire la sua omosessualità.
Nonostante  i secoli intercorsi, la motivazione riecheggia le argomentazioni della sorvegliante della fabbrica dove lavorava Fantine, tra i personaggi principali de I Miserabili di Victor Ugo, quando viene allontanata dal lavoro dopo essere stata scoperta e svergognata per essere una ragazza-madre: avrebbe potuto turbare la moralità delle altre lavoratrici della fabbrica!

La scuola, pubblica o paritaria che sia, comunque sostenuta da fondi pubblici, dovrebbe porre l’educazione al pluralismo, alla convivenza tra destini, culture e religioni diverse al di sopra dell’educazione all’identità religiosa di appartenenza.
Ad una scuola pubblica, statale o paritaria che sia, si richiede che educhi ai valori della legalità e del rispetto della dignità della persona: questo, unitamente al merito professionale, dovrebbe essere l’unico discrimine.

Le scelte di comportamento lesive della moralità sono quelle che vanno contro tali principi. I comportamenti strettamente confessionali sono stati spesso usati per imbiancare sepolcri: non dimentichiamo quanto moralismo per decenni ha steso veli bisunti sugli abusi e la pederastia perpetrati sui minori da più parti.

Non si può chiedere a cattolici e non di approvare l’omosessualità. A tutti però, cattolici e non, si deve chiedere di educare i giovani a operare scelte morali secondo coscienza e di pretendere dagli adulti scelte professionali secondo il merito, come in qualunque graduatoria pubblica che si rispetti dove non ti viene richiesto l’orientamento sessuale, il numero di scarpe, dove vai in vacanza e neanche se sei cattolico o buddista, ma solo e unicamente se sai fare al meglio il tuo lavoro di docente e di educatore.

mercoledì 9 luglio 2014

Errani e l'art. 27 della Costituzione

E’ notizia di ieri che il Presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani è stato condannato in appello a un anno per aver favorito, nell’ambito delle sue funzioni, la Cooperativa Terremerse presieduta dal fratello Giovanni. Lascia un certo sconcerto che in primo grado i giudici l’abbiano assolto. Ci si chiede: Errani è colpevole o è innocente? Se cioè il suo comportamento nella vicenda dei finanziamenti alla Terramare sia rimasto nell’ambito del lecito, come hanno sentenziato i primi giudici, o sia sconfinato nell’illecito come hanno invece concluso i secondi. In attesa che si pronunci la Cassazione, il nostro si è dimesso dalla carica di ‘Governatore’, dimostrandosi galantuomo,  ma mettendo in moto una catena di inviti a rivedere detta decisione provenienti da ogni ambito del suo partito, il Pd. Renzi stesso si è mosso in suo favore per ricordare il dettato costituzionale che ‘si è innocenti fino al terzo grado di giudizio’. Ma la Costituzione non dice affatto così. L’art. 27 recita che ‘l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva’.  C’è una differenza tra ‘innocente’ e ‘non colpevole’. Nel primo caso l’imputato, cioè ‘l’accusato in forza di un provvedimento del giudice che ne dispone il rinvio a giudizio’, secondo i sostenitori dell’equivalenza può tranquillamente continuare la vita di sempre, salvo limitati provvedimenti cautelativi validi per brevi periodi e solitamente inefficaci, e ciò fino a sentenza definitiva, prescrizione o amnistia; nel secondo caso, la ‘non colpevolezza, crea una sorta di stato di sospensione – né colpevole né innocente in attesa della pronuncia definitiva – che lo esclude da determinate funzioni (esempio: paternità, patrimonio, partecipazioni sociali ed economiche, educazione, e così via). E’come se la società nel dubbio si astenga momentaneamente e per motivi puramente tecnici (i giudizi richiedono tempo) dal comminargli sanzioni o dal proscioglierlo definitivamente, ma nel contempo lo costringe a tenere ‘determinate distanze’ dal corpo sociale. Non si capisce bene infatti a che cosa servano le sentenze intermedie, se non hanno effetti sull’imputato. Forse che affidereste le cure di vostro figlio ad un imputato di pedofilia nell’attesa del 3° grado? Affidereste il vostro portafoglio ad un ladro sol perché si è pronunciato solo il giudice di 1° grado? Vi fareste condurre in auto da un autista condannato per ubriachezza al volante in attesa che si pronunci la Cassazione? I pronunciamenti dei giudici possono essere fallaci, contraddittori, e anche dannosi. E ciò accade, ma molto meno spesso di quanto si pensi. Sotto questo aspetto mi trovo a sostenere la ‘responsabilità civile dei giudici’, con molta cautela, s’intende, e a fronte di fatti gravi documentati. Per il resto sto con Errani, che si dimette da governatore per potersi meglio difendere in giudizio, e colgo con fastidio i pronunciamenti di sguaiata solidarietà dei suoi compagni di partito che hanno più il sapore del richiamo alle ragioni di protezione del ‘gruppo’, se non di consorteria, proprio quanto più volte rimproverato fin nel recente passato ad altre forze politiche, che non di un atteggiamento equilibrato e meditato. Così non si cambia ‘verso’, ma si torna all’antico.     

domenica 6 luglio 2014

Proposte per Cassina

Sul Blog di 'Cittadinanza e Cambiamento', e poi su alcune pagine Facebook è stata pubblicata 'Una proposta per Cassina, all'Amministrazione e ai Cassinesi'. Mi pare un contributo da prendere in considerazione, come altri del resto, come la mia risposta/controproposta che qui vi espongo:

La ‘Proposta per Cassina’ pubblicata il 3 luglio dall’associazione ‘Cittadinanza e Cambiamento’ è uno stimolo per entrare nel merito di punti che il Programma elettorale della lista vincente ‘Cassina Domani’ ha lasciato nel vago. Ora che l’Amministrazione dovrà fare scelte e prendere decisioni in merito, i punti elencati, e altri di cui dirò in seguito, sono ineludibili. Da parte mia ho un’idea diversa circa le soluzioni prospettate, e mi spiego:
1-Trasparenza e partecipazione: penso che le Consulte siano utili se rappresentative delle associazioni che in Cassina operano nella cultura, nel sociale e nello sport, e quindi fatte di persone ‘competenti sul campo’; partecipazioni  a solo titolo di ‘cittadini’ sono dispersive ed inconcludenti, una sorta di ‘democrazia assembleare’ che non ha mai funzionato.
2-Urbanistica e viabilità/1: la strada Padana Superiore è una ferita che il nostro paese è costretto a ubire per l’insensatezza di amministratori del passato e i cui effetti, ora, si possono solo attenuare; probabilmente la nuova Cassanese a Sud alleggerirà il traffico passante per Cassina, potrebbe essere efficace una migliore sincronizzazione dei semafori, così come una pavimentazione ‘rallentatraffico’;  gli incroci sopraelevati sono di difficile attuazione data la necessità di pendenze, svincoli e accessi che mal si conciliano con la ristrettezza degli spazi esistenti; si possono studiare i flussi di traffico post-cassanese ed individuare sistemi di rotatorie e vie di convogliamento.
3- Urbanistica e viabilità/2: pensare ad uno scambio di aree Centro tennis-ex Scuola Elementare di piazza De Gasperi data la situazione economica-finanziaria, soprattutto nel settore delle costruzioni, non lo ritengo fattibile, almeno entro tempi ragionevoli; penso invece che sull’area dismessa della ex Scuola Elementare, ex palazzina dei vigili e villetta comunale si possa pensare ad un intervento di demolizione e di ricostruzione parziale con alloggi destinati all’housing sociale, penso anche al Cohousing di Cernusco con alloggi messi a disposizione a rotazione per giovani. Per il finanziamento ci sono fondi statali e regionali, nonché bandi europei, la differenza verrebbe coperta con mutui da pagare con i proventi dell’affitto.
4-Urbanistica/3, Cascina Bindellera: l’idea di una forma di azionariato pubblico in vista di un intervento di recupero (ma a che scopo, per contenere che cosa?) della Cascina Bindellera può essere percorso; da parte mia trovo più agevole la cessione dell’area a fondazioni, università, enti di ricerca e vari, con convenzioni a costo simbolico e progetti di utilizzo innovativi, aperti al territorio e orientati alle attività agricole.
5-Politiche sociali e giovanili: concordo sulla revisione dell’accordo quadro con la Parrocchia, ma non sul Tavolo di Osservazione, anche qui come nella ‘consulta dei cittadini’, questi tavoli non funzionano più, funzionano invece le Consulte ‘per competenza’ e l’approccio di ascolto che vorranno dare gli assessori alla partita.
6-Piccolo Teatro della Martesana: dopo la fallimentare esperienza del bando propongo di sperimentare per due anni la gestione diretta comunale mediante un Direttore artistico qualificato cui si affidi il compito di rendere autosufficiente la struttura nell’arco di due anni. Non escluderei inoltre utilizzi ,ora assurdamente esclusi, tipo convegni politici, sindacali, religiosi, aziendali, condominiali,alla sola condizione che non siano contrari alla legge.
7-Scuole: Occorre mettere mano al consolidamento ed adeguamento statico previsto dalla normativa antisismica, e alle opere di miglioramento funzionale resesi necessarie dall’obsolescenza.
8-Diritti: come a Milano e in altri comuni, introdurre il Registro delle coppie di fatto e il Registro del Testamento biologico; prevedere una ‘sala del commiato’ per i funerali civili.
Ovviamente si tratta di proposte non esaustive e tutte ancora da approfondire, un semplice contributo da ‘cittadino partecipe’ della vita di Cassina da oltre trent’anni a questa parte. In generale, mi aspetto da questa nuova giunta – data sempre la situazione esistente delle risorse pubbliche – una buona ordinaria amministrazione e qualche guizzo o idea brillante sui temi che ho elencato.

Marino Contardo

sabato 28 giugno 2014

Il ministro degli Esteri della UE

Come tutti coloro che mi conoscono sanno sono un cosidetto dalemiano, cioè appartengo a quella corrente mai esistita di “seguaci di D’Alema”.
Per questo so che mi spetta “di diritto” una serie di insulti che vi prego di non ripetere perché li conosco già.
Ma non sarei io se non dicessi che l’eventuale nomina del Ministro Mogherini a ministro degli esteri europeo, mi sembra una “cazzata”
Non per un giudizio od un pregiudizio su di lei, che non conosco, ma perché il rischio mi sembra che sia lo stesso che si è corso e verificato quando venne votata a Ministro degli esteri europee l’attuale titolare del posto ( che non mi sforzo nemmeno di sapere come si chiama).
Quando la ministra inglese attuale titolare degli esteri europei venne nominata, tutti ( ma proprio tutti gli opinionisti ) dissero che nominare una persona sicuramente brava ( si dice sempre così) ma con poca esperienza politica estera significava nei fatti riconoscere che la politica estera dell’Europa non esiste ( come è stato ampiamente dimostrato).
Mi sembra si stia ripetendo lo stesso errore…D’Alema in primis, ma anche la Bonino e magari Enrico Letta forse ( e sottolineo il forse) sarebbero più autorevoli.
Ma probabilmente mi sbaglio….giudicherà il tempo che è sempre ( per sua natura) galantuomo.


Roberto Bertolotti

lunedì 23 giugno 2014

A proposito del quotidiano l'Unità

Grillo, in relazione alla liquidazione del quotidiano l’Unità, s’è lasciato andare, come a lui solito, a commenti sprezzanti, senza pensare che dietro il tramonto di questo giornale c’è un passato glorioso, di sostegno, fin dalla nascita,  alle lotte dei lavoratori per un giusto salario e per una degna condizione di lavoro, per la giustizia sociale e per i diritti, per la democrazia e le libertà fin dal nascente fascismo. Tuttavia una riflessione occorre fare, al di là degli insulti e degli anatemi. Oggi l’Unità è un giornale al tramonto, vive solo di sovvenzioni pubbliche, vende giornalmente poco più di 20.000 copie delle 60.000 che stampa ( e 40.000 finiscono regolarmente al macero, record assoluto nella carta stampata con il 65% a fronte di una media del 27%, e ciò in barba a qualsiasi discorso di spreco/risparmio), ed è ridotto ormai a una flebile testimonianza per pochi irriducibili. La domanda che si pone è: è giusto tenere in vita con soldi pubblici una testata sì gloriosa ma ormai irrilevante nel panorama dell’informazione della carta stampata? E’ giusto soddisfare la nostalgia di pochi affezionati lettori con migliaia e migliaia di euro (il dato preciso si può avere sommando i contributi ai giornali di ‘partito’ con quelli alla carta stampata) a spese dello stato? Stesso discorso vale per altri quotidiani finanziati dalle casse statali (Il Foglio, per esempio). Non sarebbe meglio prendere atto che data la situazione ogni accanimento terapeutico sarà vano, e inutilmente costoso, e valutare di trasferire la testata sul Web?

P.S. Sarebbe interessante sentire le voci anche di altri che non siano Alfio, Franca e Anonimo, c’è ancora troppa reticenza su questo blog su certi argomenti, come ad attendere ancora ‘posizioni ufficiali’: beh, queste non verranno più, a rassicurare come un tempo.

martedì 17 giugno 2014

I "salti" dei grillini


Sono lontani i tempi in cui Beppe Grillo tuonava «Pdl e Pdmenoelle pari sono. Non c'è alcuna possibilità per me di allearmi né con uno, né con l'altro». È anche vero che allora il dibattito era sulla fiducia. Ma sembra passato un secolo (e invece era solo il 20 febbraio scorso) anche da quando sul blog del comico ligure comparve il post «Fuoco amico» in cui si mettevano all’indice i quattro senatori, poi espulsi, Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Alberto Orellana colpevoli di aver manifestato «perplessità circa il metodo usato da Grillo nel corso del confronto in streaming con un certo Renzi».
L'APERTURA AL «CARO PRESIDENTE». Oggi, invece, il film è cambiato. Il M5s prima incontra il ministro della Giustizia Andrea Orlando e poi chiede un confronto al premier Matteo Renzi sulla legge elettorale. Per non parlare dei toni soft che stanno soppiantando le urla e l’uso più moderato delle parole. E così il segretario dem da «ebetino» è diventato «caro presidente».
Ce n’è abbastanza per parlare di un cambio di linea politica e comunicativa. Rimane da capire cosa si nasconda dietro questo nuovo corso. Il politologo Gianfranco Pasquino non si scompone: «È semplice», dice a Lettera43.it, «nel Movimento stanno diventando realisti. D’altra parte su molte questioni i grillini dicevano cose sbagliate. La loro era un’operazione propagandistica urlata, senza alcuna possibilità di diventare realtà». (continua

mercoledì 4 giugno 2014

Gli schiavi del XXI Secolo. Succede a Cassina de' Pecchi

A pochi giorni dalla mia elezione, in qualità di Consigliere Comunale eletto, insieme alla collega Doriana Marangoni, mi sono recato in visita al presidio dei lavoratori della “Dielle” di Via Galilei. Il presidio, allestito da una decina di giorni, è la risposta che i 74 operai hanno dato alla proprietà per ottenere maggiori diritti e più sicurezza sul lavoro. Durante la visita, pensata per portare la nostra solidarietà ai lavoratori in lotta, abbiamo ascoltato storie agghiaccianti di ordinaria ingiustizia. Paghe da fame, contratti non applicati, pessime condizioni lavorative, norme di sicurezza non rispettate. E poi, stipendi al di sotto del minimo contrattuale, lavoratori sfruttati, alle dipendenze di Cooperative dislocate nei posti più remoti d’Italia, che chiudono e riaprono in continuazione, lavoratori che vivono giorno per giorno in condizioni igieniche e di sicurezza inesistenti: basti pensare che cè un solo bagno per 74 persone e non esistono gli spogliatoi. Strumenti di protezione, come tute o scarpe anti infortunistiche, sono solo un miraggio per i lavoratori della Dielle: gli infortuni si sprecano, tanto che proprio qualche tempo fa, raccontano, un lavoratore ha perso un piede in un macchinario. Abbiamo visto con i nostri occhi le bruciature e le cicatrici da acido su mani e braccia di alcuni operai “perchè l’azienda fornisce solo tre paia di guanti, se li rovini, te li devi comprare”.

Il racconto sarebbe ancora lungo, dettagliato e drammatico. Mi fermo qui. In questo momento tutto è nelle meni del sindacato, che ha portato il caso davanti alla Prefettura di Milano, nel tentativo di chiudere una vertenza difficile. Mentre ascoltavo basito le parole di quei ragazzi che ho conosciuto Venerdi scorso in Via Galilei, un brivido mi ha attraversato la schiena: ho pensato a quante storie simili ancora possono essere raccontate, a quanti schiavi del ventunesimo secolo esistono ancora a nostra insaputa. Ripartire dal lavoro, come noi diciamo, significa anche spezzare questo sistema ingiusto e spietato, significa portare a galla situazioni, denunciarle, spendersi per provare a fare qualcosa.


Le angoscianti storie ascoltate non moriranno nel dimenticatoio della politica, su questo mi spendo in prima persona. Terremmo gli occhi aperti e vigileremo, intervenendo, per quanto ci sarà possibile. Nella consapevolezza che quei lavoratori, come altri, a Cassina de’ Pecchi, non saranno mai lasciati soli. Non da noi.

giovedì 29 maggio 2014

Ripartire con la scuola

Molto è cambiato nella scuola come nella società,  nell’educazione e nelle intelligenze dei bambini dall’istituzione della scuola media unica ( Legge 31 dicembre 1962, n. 1859), cioè dall’ultima importante  riforma che ha interessato il mondo della scuola nei suoi attori protagonisti. Successivamente alunni, insegnanti, genitori, personale non docente sono diventati  in grado di far sentire la loro voce negli organismi collegiali di gestione degli istituti scolastici con i cosiddetti provvedimenti delegati, emanati tra il 1973 e il 1974, che hanno istituito gli organi collegiali della scuola, oltre ai distretti scolastici, all’Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione e all'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica. Sono stati garantiti allora il diritto di assemblea, la libertà di insegnamento e  le libertà sindacali per tutto il personale della scuola.


Moltissime cose sono  cambiate eppure le idee di riferimento, sono ancora quelle, valide allora come ora:

Ø  la concezione dell’educazione come diritto-dovere della famiglia di impegnarsi, insieme agli insegnanti, perché libertà e responsabilità siano alla base della crescita della persona;

Ø   la volontà di operare per il rispetto e la valorizzazione  del prestigio sociale e dell’orgoglio professionale di docenti preparati e aggiornati;

Ø  la disponibilità a  partecipare per favorire un ambiente scolastico aperto e inclusivo, il più possibile simile alla realtà sociale, in grado di far maturare e rendere gradualmente autonome e adulte le personalità di bambini, preadolescenti e adolescenti;

Ø   infine il coraggio di concepire e difendere  una scuola che non abbia timore di essere valutata, che regga il confronto e abbia qualcosa da insegnare nel consesso internazionale.


La politica scolastica non può oggi essere utilizzata come terreno di scontro tra destra e sinistra o venire cavalcata per fini di parte. Sarebbe anacronistico,  non tanto perché destra e sinistra si dice siano termini ormai svuotati di significato, ma perché tutti hanno contribuito al degrado attuale attivamente o per distrazione e disinteresse.


 La politica scolastica, intesa come scelte e orientamenti in grado di influire sui destini della scuola, deve però tornare ad occupare con forza ed efficacia  il dibattito pubblico interno ed esterno alle scuole. Solo così si può pensare di superare la demotivazione, il “tiriamo a campare” che decenni di retromarcia sotto i colpi dei tagli sull’istruzione hanno prodotto, distruggendo  quanto era stato faticosamente costruito.

Grazie ad alcuni insegnanti e a molti ragazzi ci sono ancora delle oasi felici. E’ venuto forse il momento di raccogliere questi stimoli e  tornare  a fare della scuola il laboratorio della cultura e il cantiere  della società in grado di aprire orizzonti, di ridare speranze e preparare un domani migliore ai giovani portatori di futuro.
                                                                                                    
29 maggio 2014, Franca Marchesi

lunedì 26 maggio 2014

Elezioni comunali 2014 - Risultati

Massimo Mandelli
 il nuovo sindaco di Cassina de' Pecchi


AFFLUENZA PROVINCIA DI MILANO: 71,54%   Percentuale votanti: 71,62




MANDELLI MASSIMO IVAN

44,78%
Partiton° voti% votiseggi

LISTA CIVICA - CASSINA DOMANI

3.18044,7811

MAGGIO ANDREA

27,24%
Partiton° voti% votiseggi

CEN-DES(CONTR.UFF.) - FI-NCD-L.NORD-BASTA €-CIVICA

1.93527,243

ATTANASIO MAURIZIO

19,12%
Partiton° voti% votiseggi

LISTA CIVICA - CASSINA-S.AGATA

1.35819,122

PAGANI PAOLO DANILO VINCENZO MARIA

8,84%
Partiton° voti% votiseggi

LISTA CIVICA - CASSINA IN COMUNE

6288,84-

Elezioni europee

Urlare non sempre rende. La gente è scappata a gambe levate. Ha saltato come un grillo... e ha votato per una democrazia decidente. Forza Pd! 








AFFLUENZA 58,69% | SCRUTINO 61592 ENTI SU 61592





PARTITO DEMOCRATICO (S&D)
11.172.861
40,81
MOVIMENTO 5 STELLE BEPPEGRILLO.IT (-)
5.792.865
21,16
FORZA ITALIA (PPE)
4.605.331
16,82
LEGA NORD-DIE FREIHEITLICHEN-BASTA €URO(EFD)
1.686.556
6,16
NUOVO CENTRO DESTRA - UDC (PPE)
1.199.703
4,38
L'ALTRA EUROPA CON TSIPRAS (EUL/NGL)
1.103.203
4,03
FRATELLI D'ITALIA - ALLEANZA NAZIONALE (-)
1.004.037
3,66
VERDI EUROPEI-GREEN ITALIA (GREENS/EFA)
245.443
0,89
SCELTA EUROPEA (ALDE)
196.157
0,71
ITALIA DEI VALORI (ALDE)
179.693
0,65
SVP (PPE)
137.448
0,5
IO CAMBIO - MAIE (EFD)
48.450
0,17