martedì 31 dicembre 2013

AUGURIO per l’Anno in arrivo


A tutti quelli che sperano in Renzi

a quelli che l’hanno votato perché “non si può più andare avanti così”.

A quelli che non lo possono vedere e non lo voteranno mai,

ma sotto sotto ci sperano

a quelli che hanno votato Renzi “perché sì”.

A tutti quelli che rispettano chi spera in Renzi,

anche se non credono nei miracoli,

a quelli che, in assenza di argomenti,

dicono solo battute un po’ sprezzanti a chi è con Renzi

sì, anche a quelli…

a tutti... cari, affettuosi auguri di cose positive,

che il 2014 sia veramente un Anno Nuovo

che all’”usato sicuro” non ci crede più nessuno.


                                                                            Franca Marchesi, 31 dicembre 2013

martedì 24 dicembre 2013

Lia Quartapelle Newsletter - n° 19

Carissime, carissimi,
dal 16 al 20 dicembre insieme a una piccola delegazione parlamentare sono stata a Berlino, invitata dal Bundestag e dal ministero degli Esteri tedesco per un programma che aveva l'obiettivo di rafforzare le relazioni politiche italo-tedesche dopo le elezioni italiane e tedesche. Sono stati giorni molto intensi di incontri ad alto livello (parlamentari, direttori generali di vari ministeri, fondazioni di cultura politica, diplomatici) e di grande discussione, incentrate soprattutto sul tema del futuro dell'Unione europea e del processo di integrazione. Italia e Germania sono state per molto tempo i due grandi motori dei processi di integrazione continentale e il nostro viaggio è stato certamente un momento utile a rafforzare e per certi versi rilanciare il dialogo politico prima delle elezioni europee e in vista del semestre italiano. Va detto che la credibilità italiana, soprattutto in termini di rispetto degli impegni macroeconomici, deve essere rafforzata e negli incontri abbiamo raccontato di come tra governo Monti e governo Letta siamo riusciti a uscire dalla procedura di infrazione europea per deficit eccessivo, di come restiamo un contributore netto dell'Unione, dei risultati in termini di consolidamento della riforma delle pensioni. Abbiamo stimolato gli interlocutori tedeschi a condividere responsabilità sul tema della crescita dei paesi dell'Unione e per il rilancio di una maggiore integrazione.
Sabato mattina si è chiuso l’iter parlamentare della legge di stabilità che ora attende l’ultima approvazione del Senato. La legge ha il merito di segnare un’inversione di tendenza rispetto al passato.
Pur rappresentando un intervento limitato, che non può sciogliere tutti nodi che stringono il nostro Paese, per la prima volta da molti anni a questa parte si riducono le tasse sul lavoro, con un segno politico che va nel senso dell’equità e della crescita come esposto nell’intervento in Aula del nostro capogruppo Roberta Speranza.
 

lunedì 23 dicembre 2013

Stamina - Storia di una crudele illusione

Cronaca di un rapporto annunciato. La rivelazione de «la stampa» sul rapporto top secret elaborato lo scorso 4 dicembre dai medici degli Spedali Civili di Brescia sulle cartelle cliniche dei 36 malati trattati con il cosiddetto «metodo Stamina», pone fine – si spera in maniera definitiva – a una vicenda che, vista dall’estero, è risultata persino difficile da credere. Un signore, laureato in psicologia, senza esperienza scientifica e/o medica nel settore, sostiene di aver messo a punto un metodo, a base di cellule staminali mesenchimali, capace di curare decine di malattie degenerative. Chiede di essere creduto sulla parola, perché non rivela né i risultati di test e neppure il contenuto della sua pozione. Incredibilmente un ospedale, quello di Brescia, applica il metodo a un certo numero di pazienti. I genitori di due bambini e un adulto sostengono di aver ottenuto miglioramenti dopo la cura. Ma ora gli stessi Spedali Civili rivelano che nessun medico ha trovato il minimo riscontro a queste affermazioni.
I documenti pubblicati da La Stampa rivela che gli stessi medici degli ospedali Civili hanno utilizzato il trattamento non seguendo certo alla perfezione le normali procedure cliniche. Non registrando, per esempio, la reale condizione dei pazienti prima del trattamento. Sulla base di affermazioni soggettive da parte dei genitori di due bambini e di un adulto si scatena una campagna di stampa a favore della cura miracolosa. Molti genitori di bambini ammalati e senza speranza, si aggrappano a questo appiglio e chiedono che il «metodo Stamina» venga somministrato anche ai loro figli.
Incredibilmente un numero elevato di tribunali, contro il parere dell’intera comunità scientifica nazionale e internazionale, ordina che il «metodo Stamina» venga somministrato come «cura compassionevole». Molti pazienti protestano, perché questa decisione non è uguale per tutti, ma solo per alcuni. E non si sa bene sulla base di quali considerazioni un tribunale dica sì e un altro no. Grande e inaccettabile l’incertezza del diritto. Il Ministero nomina una commissione scientifica perché verifichi se è il caso di procedere comunque a una sperimentazione. La commissione studia la vicenda e sostiene che non ci sono le condizioni minime per iniziare il trial. Incredibilmente il Tar del Lazio ordina al Ministero della salute di nominare una nuova commissione, paritetica. Ovvero con una congrua delegazioni di ricercatori «favorevoli» alla cura. Intanto Vannoni continua a rifiutare di svelare il contenuto della sua pozione. E, soprattutto, a centinaia di ammalati viene data una falsa speranza.
La prima domanda, al termine (speriamo) di questa triste e incredibile vicenda, è: chi ripagherà gli ammalati e i loro parenti per questa crudele illusione? Questa vicenda, più grave persino di quella Di Bella, che divampò nel Paese 15 anni fa, è stata un formidabile cortocircuito tra medicina, comunicazione di massa e diritto a danno di decine e decine di ammalati. Non solo alcuni medici, ma addirittura un grande ospedale hanno seguito procedure non ortodosse. Dovrebbero spiegare perché. Alcuni mass media hanno contribuito a diffondere le false speranze. Molti tribunali hanno pensato di potersi sostituire alla medicina clinica e alla scienza biomedica, indicando quali cure devono essere somministrate col denaro pubblico e addirittura chi e come deve condurre esperimenti scientifici.
Per un volta l’unica componente a comportarsi bene è stata la politica. Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha cercato di opporsi a questo delirio. Onore al merito. Tutte le persone coinvolte in questa sconcertante vicenda – medici, giornalisti e giudici – dovrebbero assumersi le propria responsabilità. Tuttavia è proprio la politica a doversi muovere per evitare che in futuro succedano fatti analoghi. In particolare è il Parlamento, ascoltata la comunità scientifica, che deve stabilire bene, con una legge chiara e inequivocabile, cosa debba intendersi per cura compassionevole. E deve stabilire che non tocca ai magistrati, ma, appunto, alla comunità scientifica, stabilire, con chiarezza e trasparenza, cosa è scienza e cosa non lo è. È questo l’unico modo per ripagare, almeno in parte, gli ammalati per le false speranze che sono state date loro.

Pietro Greco "L'Unità" - 22-12-2013

Paolo Cova news n° 37

    
  
 

News dal Parlamento

INFORMATI SU CIO' CHE ACCADE A ROMA DA PAOLO COVA
 
 
eNews
n°37
Dicembre 2013
 
 
 
 

 
 

Ricominciamo dal 2014. Con una inversione di tendenza

Dopo una lunga maratona che si è svolta principalmente nelle commissioni è stata approvata la legge di Stabilità 2014. In queste giornate ho sentito tante critiche da parte della minoranza e alcune anche vere e reali, ma i lati positivi sono tanti e mi piace ricordarne alcuni.
 Dopo anni di tagli, ora sono stati messi fondi su alcuni capitoli che erano stati completamente azzerati, riavviando il rifinanziamento. Alcuni di questi fondi sono alimentati dalla spending review e dal taglio alle pensioni d'oro. Sono piccoli passi per riequilibrare la distanza tra chi ha tanto e chi sta pagando in modo forte questa crisi.
 Non basterà questo per essere ottimisti, ma è comunque una inversione di tendenza.

 
 
Un primo, lungo passo
 La Legge di Stabilità 2014, nel suo complesso, rappresenta un intervento limitato, che non può sciogliere tutti i nodi che stringono, in questo momento, il nostro Paese. Però, pur se in modo insufficiente e forse al di sotto delle aspettative, con l’istituzione di un Fondo “taglia cuneo”, per la prima volta da moltissimo tempo a questa parte si riducono le tasse sul lavoro, con un segno politico, impresso in particolare dal Partito democratico, che va nel senso dell’equità e della crescita.
 Lo stesso segno hanno diverse altre misure: dalle risorse destinate al sostegno degli esodati alla rivalutazione delle pensioni, dal rinforzo alle politiche sociali alle risorse che servono ad affrontare il problema del dissesto idrogeologico del nostro territorio, dalle nuove norme sulla casa e a favore degli inquilini agli interventi sul settore pubblico, dal sostegno alle imprese all’allentamento dei vincoli del patto di stabilità per consentire ai Comuni di far ripartire i cantieri.
 Di alcune misure beneficeranno, dunque, direttamente i cittadini e le famiglie italiane, così come le imprese e quindi la nostra economia. Un’attenta politica di razionalizzazione delle spese e una serie di mirate maggiori entrate consentono, inoltre, di varare importanti investimenti, ad esempio nel campo delle infrastrutture e dei trasporti. Se vuoi leggere una scheda sintetica preparata dai deputati del PD clicca qui.


Provincia addio
 Nella giornata di ieri è stato approvato anche il cosiddetto decreto Province che prevede che queste ultime non siano più organi elettivi. Le nuove norme – 277 i voti a favore, 11 i contrari e 7 gli astenuti dopo non poche bagarre in Aula – intendono trasformare i consigli provinciali in assemblee dei sindaci, che lavoreranno a titolo gratuito. Inoltre, vengono istituite 9 città metropolitane e disciplinata la fusione dei comuni. Nell’intento del disegno di legge Delrio, che dovrà essere ora discusso al Senato, le province comprenderanno aree più vaste di quelle attuali e i loro rappresentanti saranno designati non più dai cittadini, ma dagli amministratori locali, che sceglieranno tra i sindaci dei comuni del territorio. Rispetto a oggi, non bisognerà pagare gli stipendi a presidenti, consiglieri e assessori. La struttura portan te della Repubblica dovrebbe reggersi ora su due soli livelli territoriali di rappresentanza politica: i comuni e le regioni. Nell’immediato, gli effetti del decreto si vedranno già a primavera: sono vietate, infatti, le elezioni in 52 province i cui mandati sono in scadenza, appunto, tra pochi mesi, così come nelle 20 commissariate già dal 2012.


L’assessore pensi a quel che dice
La scorsa settimana l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura ha dichiarato a proposito delle quote latte : “il Ministero delle Politiche agricole dovrà individuare un modo equo per tutelare chi negli anni ha investito in quote, ma anche quegli allevatori che sono stati vittime di un calcolo errato da parte di Agea. Non si possono chiudere le aziende per errori causati da calcoli sbagliati”.

Lo stesso assessore, al tempo presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, non diede corso ad alcun intervento di fronte a quanto riportato dal tenente colonnello dei carabinieri Marco Paolo Mantile nella seduta del 30 giugno 2011. In particolare, l’ufficiale riportava che “sono emerse situazioni di anomalia ed incongruenza nei confronti realizzati tra le diverse banche dati, tali da suggerire adeguati approfondimenti; pur con le difficoltà segnalate, ne discende un quadro di significativa incoerenza dei dati, in particolare con riferimento alla produzione nazionale, sia consegnata che rettificata (Tmgp); raffrontando il numero capi nelle diverse banche dati con la media produttiva provinciale Aia, pur aumentata del 10% in via prudenziale, risulta una differenza produttiva media, rispetto alla produzione totale italiana dichiarata nei modelli L I , talmente significativa da mettere in discussione lo stesso splafonamento dello Stato italiano e quindi lo stesso prelievo supplementare imputato ai produttori a partire dal 1995/96 fino al 2008/2009”.
 Oggi quindi si assuma la responsabilità di quanto dichiara.


Paolo Cova

  

sabato 21 dicembre 2013

Godere di buona stampa

Personalmente – per quel che vale – sono assolutamente d’accordo con il Segretario – che non ho votato – del mio Partito. Le regole, che riguardano tutti, vanno discusse con tutti e non ci sono vincoli di maggioranza e minoranza.
Sarebbe proprio opportuno che il governo cercasse una posizione comune su – per esempio – la legge elettorale, ma che questa ricerca di condivisione  non diventasse l’alibi per non far niente.
Inoltre le regole vanno discusse con tutti in Parlamento,  augurandosi, ma non è facile, che anche gli altri “l’opposizione” usino la stessa logica.
Personalmente leggendo le risposte di “Forza Italia” mi sembra che più che ricercare una regola di buon senso prevalga l’idea di “isolare i loro ex amici alfaniani”, Grillo poi insiste nel dire che vuole andare a votare con il mattarellum facendo finta????? di non capire che la Consulta ha eliminato anche quel sistema di voto.
Per quello che ho letto in questi giorni mi sembra che la stampa – a parte i faziosi – stia apprezzando questo modo di procedere: la legge elettorale è troppo importante per approvarla a maggioranza innestando un metodo per cui chi eventualmente verrà dopo la modificherà con la stessa regola (maggioranza e non larga condivisione)
Forse è la volta buona che alcune regole che riguardano tutti siano approvate con il più largo consenso possibile. Forza facciamolo presto prima che la “buona stampa” si ricordi che in passato questo metodo, assolutamente condivisibile RIPETO, lo chiamava “INCIUCIO” e riprenda a definirlo così.


Roberto Bertolotti

Chi ha paura dei giovani, oggi su "l'Unità"

di Pietro Spataro

Non mi è mai piaciuta la parola rottamazione, fa pensare alle vecchie automobili da buttare e alle pile di carcasse degli sfasciacarrozze che si vedono nelle periferie delle città. Le donne e gli uomini non sono un ammasso di lamiere e per questo vanno trattati per quel che sono. Eppure il tema del ricambio generazionale esiste ed è un problema di prima grandezza che, se non viene risolto, crea un blocco pericoloso. Un Paese che non si rinnova è un Paese vecchio e senza futuro. Quindi, senza innovazione nelle idee e nei progetti, inchiodato al suo passato e incapace di guardare avanti. Questo lavoro di ricambio per lunghi anni ha funzionato perchè è stato stimolato da gente che sapeva guardare al di là del proprio interesse particolare e pensava che i partiti, i sindacati o i governi dovevano esistere anche oltre se stessi. Basti ricordare che Pietro Ingrao fu eletto deputato e diventò direttore dell’Unità quando aveva 32 anni e il segretario del Pci, Palmiro Togliatti, era un “vecchio” di 50 anni. Giorgio Amendola entrò a Montecitorio a 41 anni. Ma anche Amintore Fanfani fu ministro a 39 anni e Giulio Andreotti fu eletto all’Assemblea Costituente a 27 anni, Bettino Craxi diventa vice segretario del Psi a 38 anni e segretario a 42. Diciamo che dal dopoguerra fino a metà degli anni Novanta questo ricambio ha funzionato quasi alla perfezione. D’Alema diventa segretario del Pds a 45 anni e Veltroni direttore dell’Unità a 37 e si circonda di un gruppo di giornalisti la cui età media era più bassa della sua.
Da allora però si è bloccato tutto, e non solo nella politica. Anche nei giornali, che in quegli stessi anni erano diretti da quarantenni (Paolo Mieli e Ezio Mauro, solo per citarne due), l’orologio si è fermato. Sulle cause si deve riflettere bene. In generale si può dire che la generazione nata negli anni Cinquanta è quella che ha mostrato il più ostinato attaccamento al proprio ruolo di potere e un’incapacità totale di aprire la strada ai più giovani. E’ un difetto che riguarda un po’ tutti e che ha avuto come contraltare, bisogna dirlo, l’assenza di coraggio di quelli che dovevano venire avanti.
Fa quindi un po’ pena la meraviglia, la sorpresa e anche un po’ la spocchia che si avverte qui e lì di fronte a questi giovani che oggi cercano di emergere sulla scena politica. Magari saranno tutti degli incapaci, lo vedremo. Ma anticipare il giudizio solo perché hanno poco più di trent’anni è profondamente sbagliato. Pensare che a trent’anni non si possa fare il ministro, il direttore di un giornale o l’amministratore di una banca è il vizio di chi guarda il mondo dall’alto in basso e continua a ripetere il mantra dei vecchi: ai tempi miei…No, ai tempi nostri l’abbiamo avuto il nostro spazio. E insomma non è che poi siamo stati così geniali se oggi ci ritroviamo a guardare con sospetto qualcuno che tenta di fare quel che abbiamo fatto noi e andiamo a caccia dei particolari che possano screditarli: il colore dei capelli, la cravatta, una certa naturale dose di inesperienza. Anche loro, come noi, faranno qualche errore. Ma via, diamogli un po’ di fiducia come qualcuno a suo tempo fece con noi.
Un ottimo punto di vista, che dite?

giovedì 19 dicembre 2013

Parlamento Europeo - relazione Estrela - Lettera aperta delle Associazioni milanesi

Riceviamo dalla Libera Università delle Donne di Milano e volentieri pubblichiamo....


Onorevoli Deputate italiane
Onorevoli Deputati italiani
Gruppo S&D
Segreteria Nazionale
del Partito Democratico
Milano, 11 dicembre 2013

LETTERA APERTA
In Italia diritti sabotati e in Europa diritti negati: una certa politica che odia le donne

Gentili tutte e tutti,

come associazioni e organizzazioni che da anni si impegnano con serietà e professionalità, nonostante i pochi mezzi, a garantire che le giovani e le donne vivano in condizioni di parità, abbiamo organizzato una mobilitazione tra ottobre e dicembre 2013 al fine di supportare la Relazione Estrela.
Con due serie di appelli abbiamo chiesto alle deputate e ai deputati del Parlamento Europeo di approvare il documento sia nella versione del 22 ottobre che in quella del 3 dicembre 2013, nonostante la discriminazione operata contro lesbiche e persone trans.
Gli esiti della Plenaria del 10 dicembre 2013 hanno dimostrato che l’Istituzione europea che dovrebbe garantire anche la difesa della salute delle donne europee (e delle persone LGBT), sollecitando gli Stati Membri ad implementare una legislazione che garantisca il diritto a vivere una sessualità informata e a scegliere liberamente ed in sicurezza se interrompere la gravidanza, ha tradito la propria missione.
Come si argomentava nelle motivazioni della Relazione, era fondamentale che il PE si ergesse a difesa dei diritti delle donne, visto che “l'attuale contesto politico ed economico minaccia il rispetto della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi. Con la crisi finanziaria e la recessione economica...gli Stati membri tendono ad accelerare la privatizzazione dei servizi sanitari e a ridurre l'accesso e la qualità dei servizi stessi” e l'opposizione alla liberta di scelta sta diventando più forte e più vigorosa”.
Alcune deputate e deputati italiani in particolare, si sono distinti per aver ritirato il proprio voto ed aver contribuito a spaccare la posizione del gruppo europeo della relatrice: Silvia Costa, Franco Frigo, Mario Pirillo, Vittorio Prodi, David Sassoli e Patrizia Toia, cui si aggiungono altre 5 astensioni, tutte all’interno dello stesso gruppo parlamentare europeo.

E’ a loro ed al Partito Democratico che ci rivolgiamo perché ci venga reso conto.

Solo pochi mesi fa, a giugno 2013, lo stesso PD aveva presentato e sostenuto la MOZIONE 1/00074 alla Camera, ottenendone l'approvazione ed impegnando così il governo a "predisporre, nei limiti delle proprie competenze, tutte le iniziative necessarie affinché nell'organizzazione dei sistemi sanitari regionali si attui il quarto comma dell'articolo 9 della legge n. 194 del 1978, nella parte in cui si prevede l'obbligo di controllare e garantire l'attuazione del diritto della donna alla scelta libera e consapevole" ed affermando che l'obiezione di coscienza non può essere esercitata a detrimento del diritto alla salute delle donne.
Vorremmo un chiarimento sulle posizioni del PD in materia di interruzione volontaria di gravidanza, educazione sessuale e salute riproduttiva. Ne terremo conto, in vista delle prossime elezioni europee del 2014.
La Relazione era il risultato di un ampio lavoro di composizione di risposte ai bisogni delle donne e delle giovani donne, a prescindere dallo status sociale, dall'età, dall'orientamento sessuale, dall'identità di genere, dall'origine etnica, dalla disabilità, dalla religione o dalle convinzioni individuali.
Il testo rigettato conteneva, oltre alla questione dell’aborto, una serie di indirizzi, peraltro non vincolanti per i Paesi Membri, ma essenziali per la politica dell’UE, in materia di salute sessuale e riproduttiva: accesso alla contraccezione, educazione sessuale completa e su misura per gli adolescenti, prevenzione e cura delle infezioni sessualmente trasmissibili, lotta alla violenza in relazione ai diritti sessuali e riproduttivi, aiuti pubblici allo sviluppo.
Come italiane ed italiani sapete molto bene che in materia di interruzione volontaria di
gravidanza, l’altissima percentuale di obiettori di coscienza limita gravemente, fino ad impedire in certe situazioni, l’esercizio del diritto all’IVG favorendo di fatto il ritorno all’aborto clandestino.
Sapete anche che in materia di educazione sessuale il nostro Paese dimostra un pericoloso vuoto formativo e che il modello culturale vincente già dalle scuole primarie è quello veicolato ai media e al web, machista ed omofobico, e che lo stesso è alla base dei fenomeni del bullismo, della prostituzione infantile, degli stupri di gruppo, dell’aumento delle malattie a trasmissione sessuale.
Allora ci chiediamo e vi chiediamo, come appartenenti ad un gruppo europeo che tanto ha fatto per mantenere l’Europa sui binari della laicità e del progresso dei diritti civili contro le discriminazioni:
PERCHE’
Negare alle donne europee il diritto all’autodeterminazione?
Votare in pieno ed aperto contrasto con una legge della Repubblica Italiana?
Boicottare la parità di genere, uno dei principi fondativi dell’Unione Europea?
Rendere l’Europa una fortezza sessuofobica ed avversa alla laicità?
Irrobustire le fila della posizioni di destra e di estrema-destra?

Le Associazioni che esigono una risposta:
Amici della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni
Libera Università delle Donne di Milano
Casa delle Donne di Milano
Tavolo Consultori del Comune di Milano
Usciamo dal Silenzio
La Città delle Donne Milano zona 3
L'Ombelico associazione onlus
Nonsolocicogna, associazione post adozione
Consultorio CED di Milano
Consultorio Cemp di Milano
Associazione Italiana per l’Educazione Demografica Pisa
Collettivo Donne e Diritto di Milano
ArciLesbica Associazione Nazionale
Centro Progetti Donna (CPD)
Progetto Rebeldia ex-Colorificio Liberato
Circolo Carlo Rosselli – Milano
http://salutedirittosessuale.wordpress.com/
salutedirittosessuale@gmail.com
mob. 0039-349.156.70.97
UDI Donne di oggi di Cernusco sul Naviglio (MI


mercoledì 18 dicembre 2013

CassinaPD: L'irrisolto problema dell'inaccessibilità del metr...

In questi giorni di scarsa ventilazione in Pianura Padana ed assenza di precipitazioni che aumentano le concentrazioni di polveri sottili ed altri inquinanti, in previsione di un intervento di Regione e Comuni per limitare la circolazione di autovetture private , mi sento di riproporre il post di un mese fa. 

L'irrisolto problema dell'inaccessibilità del metrò di Cassina
La possibilità di utilizzare il mezzo pubblico in alternativa al  mezzo privato è un diritto di tutti i cittadini a tutela, anche, dell’interesse  pubblico a non inquinare l’ambiente con gli scarichi delle auto private .    
I cittadini di Cassina de’Pecchi hanno il diritto di poter andare a Milano e tornare con la metro.         E’ sempre possibile ciò? Non per tutti
Persone anziane, con problemi di salute  o di mobilità, obliterato il biglietto alla stazione di Cassina si trovano a dover salire tre rampe di scale per raggiungere il piano dei binari ad un’altezza da terra di più di sei metri, roba da secondo piano di una casa di civile abitazione.                
Mi capita  spesso di vedere persone salire le scale con fatica e magari due soste per recuperare il fiato e talvolta di doverle aiutare, anche a scendere. Persone in carrozzella non ci possono nemmeno provare.  
V’è inoltre da aggiungere che persone anziane o con problemi fisici e donne incinte ben raramente si vedono cedere il posto a sedere da persone più giovani ,italiane o straniere che siano, comodamente sedute , anche se è più facile che siano gli stranieri a cedere il posto.                                                    
Tutto quanto “raccontato” è frutto di esperienze personali, per questo da mesi  io e mia moglie andiamo  e veniamo da Milano in automobile, ma ci sentiamo defraudati del nostro diritto fondamentale di utilizzare liberamente i mezzi pubblici
Se sull’educazione delle persone si potrebbe  agire a livello di famiglia e nelle scuole per formare una maggiore coscienza civica, di reciproco aiuto e di considerazione dell’altro,  è preciso dovere di un paese civile rimuovere le cosiddette “barriere architettoniche” che  impediscono ai cittadini il godimento del diritto di muoversi liberamente utilizzando i mezzi pubblici.                                            
L’amministrazione di Cassina de’Pecchi è molto indietro in questo campo.                                   
 Chiedo a tutte forze politiche e non, compresa quella cui appartengo,  che si stanno preparando alle prossime elezioni amministrative  di includere nel proprio programma elettorale la realizzazione di opere, scale mobili o ascensori, che consentano a chi ne ha bisogno di accedere senza particolari difficoltà alla Metropolitana Milanese, Stazione di Cassina de’Pecchi, ma anche  che si impegnino, per il futuro, ad operarsi assiduamente, con costanza e determinazione affinché, com’è  avvenuto a Cernusco, tali opere vengano realizzate, dal Comune o dall’ATM, senza abbandonare la partita al primo, prevedibile, ostacolo.                                                                                                                                                    I cittadini giudicheranno e premieranno o puniranno gli amministratori molto su questo punto.

lunedì 16 dicembre 2013

Paolo Cova - news n° 36


 

News dal Parlamento

INFORMATI SU CIO' CHE ACCADE A ROMA DA PAOLO COVA
 
 
eNews
n°36
Dicembre 2013
 
 
 
 

 
 
Letta ottiene la fiducia. E tira le orecchie a qualcuno
Dopo la spaccatura nel centrodestra, una verifica di maggioranza, come sapete, si imponeva. Ed Enrico Letta, che è un persona seria oltre che un politico di spessore, ha richiesto la fiducia alle Camere su un ampio programma di riforme economiche e istituzionali per il 2014. Il risultato, per la cronaca, è stato di 379 voti favorevoli e 212 contrari alla Camera, 173 sì al Senato contro 127 no. Il Presidente del Consiglio ha parlato di un “nuovo inizio”, perché ciò che non vuole è che il Paese precipiti nel caos.
Dopo averlo ascoltato dal vivo, posso dire che l’intervento di Letta è stato molto deciso e ha cercato di indicare in modo netto quali sono i prossimi passi che il Governo deve andare a compiere. Nella sua replica ha voluto anche fare alcune precisazioni nei confronti sia di Forza Italia, sia del M5S.
A Forza italia ha chiarito che uscire dalla maggioranza e prendere una deriva populista e antieuropea non consentirebbe l'avvio di una ripresa per gli italiani. Inoltre, per un partito che ha governato in tutti questi anni, sfilarsi solo per difendere il proprio capo è alquanto riduttivo. Ai grillini ha voluto ribadire una volta di più il valore delle istituzioni e l’importanza di saper governare. Chi ambisce a lasciare un segno positivo nella società italiana, ha detto in sostanza Letta, non può limitarsi alla critica e a sfruttare la difficoltà sociale cavalcando o aizzando gli scontri di piazza. Non è questa, cioè, la soluzione di cui ha bisogno il nostro Paese, il quale ha piuttosto necessità di risposte realizzabili e concrete.

Ecco, appunto: non erano ragazzate
Quella appena passata è stata una settimana piuttosto tesa. Era da tempo che non si vedevano proteste di piazza così pesanti. Ma il pericolo vero – e un osservatore attento se ne accorgeva facilmente – era la deriva: tra la poca gente normale che protestava per una situazione che sta facendo precipitare il Paese, ce n’era molta che era in strada solo per cercare grane, se mi passate l’eufemismo. Anzi, è proprio stata accertata la presenza di persone, spesso provenienti da movimenti estremisti, che hanno cavalcato le difficoltà degli italiani a uso proprio.
Lo ha detto in altri termini, alla Camera, il Ministro dell’Interno Angelino Alfano, nel corso di un’informativa: esiste la preoccupazione che l’insieme delle cause di un disagio sociale possa provocare una deriva ribellistica contro le istituzioni nazionali ed europee, ha spiegato Alfano. E ha aggiunto che, effettivamente, un fronte violento ha violato le leggi, andando al di là del disagio sociale. In questo, lo Stato, ha assicurato il Ministro, ha inteso e intende difendere la libertà e la sicurezza dei cittadini. Ma il responsabile del dicastero dell’Interno ha anche lanciato un avvertimento al mondo politico: chi è nelle istituzioni non monti la protesta.
E se vi ricordate, proprio la scorsa settimana avevo scritto in questa stessa news che i comportamenti del M5S in Aula non potevano essere considerati delle semplici ragazzate. Pur cogliendo la difficoltà e le criticità che avvengono nel Paese, ritengo ci siano vari modi di manifestare il dissenso, anche quello nelle piazze.
Chiaramente non è con la violenza dei gesti e delle parole che si può pensare di essere dallaparte del giusto: chi è in politica coglie il disagio della protesta, ma si allontana sempre di più la possibilità di un confronto se il terreno su cui nasce è prevalentemente di scontro. In questi stessi giorni anche altre organizzazioni hanno avuto modo di manifestare il proprio disagio senza trascendere nei gesti e nelle parole. E dunque devo insistere: tutte queste azioni non vanno sottovalutate.

Ospedali, decida la Regione
E’ notizia delle ultime settimane: il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin sarebbe pronta alla chiusura o riconversione di 175 ospedali. Tra questi ve ne sono diversi, di piccole dimensioni, nella provincia di Milano. Dal mio punto di vista, gli allarmi su queste possibili chiusure hanno origini molto antiche e rimandano all'approvazione del Patto per la Salute tra Stato e Regioni. Perciò, è vero che diventa necessaria una riorganizzazione delle strutture lombarde, ma non sarà sicuramente il Ministro a decidere come, dove e quando farla.
Sono, invece, convinto che ogni Regione dovrà fare le proprie proposte, valutare con i dirigenti sanitari della Pubblica Amministrazione e i cittadini come offrire le soluzioni migliori per la salute e anche per evitare malfunzionamenti e sprechi. Vanno invece sostenuti gli esempi che cercano di ottimizzare i posti letto e vanno valorizzate le specializzazioni dei vari ospedali.


      Paolo Cova
 

venerdì 13 dicembre 2013

Abolito finanziamento pubblico ai partiti - Non sono d'accordo

Io, che non l'ho mai votato né mai lo voterò la penso ESATTAMENTE come Altero Matteoli che è molto critico: «Il governo Letta la presenta come una conquista, io penso invece che l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti sia un grave errore che inciderà profondamente ed in negativo sulla qualità della nostra democrazia». «Con nonchalance e una forte dose di demagogia Letta, Alfano, Quagliariello e gli altri ministri - aggiunge Matteoli - annunciano questa conquista. Per essere efficace ed al servizio dei cittadini, la politica deve essere organizzata e i partiti sono indispensabili fermo restando un serio controllo sulle loro spese. Con questo provvedimento sbagliato, si obbligano i partiti a cercare i finanziatori che poi li condizioneranno nelle scelte. Siamo di fronte ad un errore drammatico. Auspico che il Parlamento - conclude - rifletta prima di dare il via libera a questo decreto». Bastava disciplinare prima che si fregassero i soldi la normativa sui finanziamenti. In qualsiasi azienda ci sono i costi delle trasferte, dei pasti, degli straordinari ecc ecc. Bastava controllare con acribia e nessuno avrebbe fatto il furbo. Adesso che abbiamo buttato il bambino con l'acqua sporca faranno politica: a) i miliardari ; b) i pensionati; c) gli sbrogliaffaccende perché loro se la sanno cavare in ogni circostanza; d) i forconi e d) le forchette.   (di seguito la mappa con segnati in rosso i paesi dove NON vige il finanziamento pubblico ai partiti) 


Ps.Leggo che i partiti saranno finanziati con il 2 per mille. E' già meglio rispetto ai primi tweet  dove si parlava di abolizione e basta. 

giovedì 12 dicembre 2013

Marcello Novelli, il nostro candidato sindaco

Ho ricevuto in quanto iscritto al Pd la seguente mail di Marcello Novelli.  Con essa Marcello annuncia la propria candidatura a Sindaco del nostro comune. Volentieri la pubblico nel nostro blog.


Buongiorno,
mi permetto di scriverti questo messaggio per inoltrarti una mia lettera con la quale ufficialmente mi candido a Sindaco di Cassina de' Pecchi.

Ho voluto scegliere la data dell'11 Dicembre per tre motivi:
  • Con le primarie di domenica gli italiani e i cassinesi hanno espresso chiaramente la loro volonta' di cambiamente e hanno detto con forza che sono ancora disposti ad impegnarsi per una politica trasparente, partecipata e capace di dare speranza;
  • Lunedi' sera abbiamo concluso la Scuola per Ammistratori Comunali, in cui abbiamo promesso ai tanti cassinesi che hanno partecipato della formazione tecnica su come funziona la macchina comunale.
  • L'11 Dicembre del 1946 e' nata l'UNICEF, l'agenzia delle nazioni unite che si occupa di infanzia e l'11 Dicembre 1991 a Maastricht, nasceva l'Unione Europea. Ci e' sembrato un buon giorno per iniziare qualcosa di nuovo.
Nell'intervento ho preferito non parlare di me, della mia storia, ci sara' tempo anche per quello, mi sono concentrato invece su quello che conta: il perche' di questa mia decisione quello che voglio fare insieme a quanti mi sosterranno per ridare a Cassina de' Pecchi una buona amministrazione.

Marcello Novelli
Per avere un posto dove mettere le mie e le nostre idee abbiamo anche aperto un blog dove pubblicheremo tutto il materiale che durante questo percorso costruiremo (marcellonovelli.blogspot.it).

Continuate a seguirci anche sul sito del Progetto Cassina-Sant'Agata (www.progettocassinasantagata.it).

Ti chiedo un favore, inoltra questa lettera ai tuoi contatti, ai tuoi amici, a quanti hanno voglia di fare insieme a noi un passo avanti. Molti a Cassina de' Pecchi non mi conoscono, se sostieni la mia candidatura, presentami tu a loro.

C'e' bisogno di fare tutti insieme un passo avanti. Facciamolo!

Sono a tua disposizione per qualsiasi chiarimento, domanda o proposta.

Ci vediamo presto.

Marcello Novelli