mercoledì 13 marzo 2013

MERITOCRAZIA nel mondo recente e nell’era preberluscacea

 Test: quale delle due storie vedete come una “storia dell’altro mondo?”
Storia n.1
Una autrice e conduttrice di punta delle reti Mediaset di grande successo popolare legato a talk show, talent show e storie-personali-show - intervistata da Fabio Fazio domenica scorsa - dichiarava  che tra i suoi primi lavori (sic!), dopo la laurea in giurisprudenza conseguita a Pavia col massimo dei voti, c’era stato quello di redigere, per circa due anni, tesi di laurea a pagamento (vendere è una brutta parola…) per studenti bisognosi di concludere.

La presentatrice lo affermava con l’aria furbetta e soddisfatta del liceale che passa i compiti a mezza classe, sentendosi il più bravo e sgamato di tutti…
Very normal show… nel cuore del “Nord”, non a Tirana o in altri paesi dove sbarcare il lunario con soluzioni disinvolte è appunto la norma.

Naturalmente, a parte un lieve imbarazzo di Fazio, nessuno si è scandalizzato: via… siamo persone di mondo, mondo televisivo, mondo mediaset: chi non ha mai fatto il furbo non può pensare di fare scuola e si guarderà bene dal lanciare la prima pietra.


 Storia n. 2
Qualche decennio fa una quasi-laureata in filosofia a Milano “arrotondava” insegnando lettere in una scuola privata parificata ( si chiamavano così quando la statale era detta “pubblica”). Lo faceva soprattutto per guadagnare quel punteggio in più che le avrebbe consentito di entrare in ruolo prima che finissero tutte le occasioni.

A fine anno le viene richiesto, in occasione degli esami di maturità, di svolgere dietro ricompensa dei temi -  i cui titoli erano stranamente noti, anche se non c’era ancora internet… -  per alunni della detta scuola presenti come candidati.
La persona in questione si è rifiutata, ha invitato la disinvolta dirigente a rivolgersi a qualcun altro e si è presa una dose di insulti mentre usciva a testa alta dalla porta.

Durante le vacanze estive un trafiletto del Corriere milanese informava che la scuola parificata, lautamente pagata da molti studiosi figli di papà, veniva chiusa e la dirigente era agli arresti.
La studentessa/insegnante in questione non ha mai considerato la sua una scelta di cui vantarsi: semplicemente non avrebbe mai potuto chiamare lavoro prestarsi per chi vuole conseguire titoli di studio, fregando gli altri studenti che  conseguivano gli stessi con il merito del proprio impegno.

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