Tante lacrime sono
state versate: lacrime versate dalle teste porporate del Concistoro, lacrime
dalla vaticanista dell’Ansa, lacrime dai fedeli di ogni parte del mondo…:
commozione di chi scopre soltanto ora che
non era solo rispetto a legare credenti e non a un Pontefice poco incline ai
clamori della comunicazione emotiva;
timore di chi non comprende eventi di
portata epocale;
paura dell’ignoto;
spaesamento
di chi non
sapeva
sensi
di colpa di chi
sapeva, ma non voleva crederlo.
Come in tutti i
terremoti, scorrono lacrime.
La domanda è:
qualcuno sorride? Come in tutti i terremoti, si inorridisce solo a dirlo, c’è sempre
qualcuno che ride o sogghigna in segreto, ma, per ora, non è dato sapere.
In coincidenza con
l’anniversario dei Patti lateranensi e a pochi giorni dalle elezioni politiche
in Italia, l’annuncio delle dimissioni del Papa ha lasciato attoniti e
increduli un po’ tutti. Molti si sono chiesti: ma un Papa può dimettersi? A
memoria d’uomo non se ne aveva esperienza. Qualcuno ha pescato nelle proprie
reminiscenze dantesche andando a CelestinoV, quello del “gran rifiuto”, ma
eravamo alla fine del Duecento!
Chi ha visto
Habemus papam e la chiesa “sull’orlo di una crisi di nervi” del film di Moretti
ha subito pensato al film come incredibilmente profetico. Se andiamo oltre la
superficie, il fine e disperante affresco di Moretti non ha molto in comune con
la svolta che il gesto di papa Ratzinger ha innescato. Nel film l’assenza di
energia, il vuoto di valori si traduce in una tragica inadeguatezza, resa
ancora più perdente dal tentativo di far
superare il problema
con la psicoanalisi che si appella ai meccanismi dell’inconscio là dove dovrebbe
essere il dominio dell’anima e degli
strumenti dello spirito.
Quello di
Benedetto XVI non sembra affatto un gesto di inadeguatezza e di assenza di
volontà, ma piuttosto un atto che assume responsabilmente l’ umana fragilità e
mette volutamente in crisi storica i paludamenti ufficiali di forma di potere che per poter guardare avanti
dovrà cambiare.
La prima
conseguenza “metafisica” di questo fulmine
su S.Pietro è che gli strombazzamenti della campagna elettorale hanno dovuto
per forza di cose abbassare il volume e questo ha permesso anche di mettere a
fuoco chi amplificava
artificiosamente il volume in modo esagerato e chi meno.
Franca Marchesi
Le dimmissioni del Papa sono un evento epocale, nuovo e incredibilmente moderno.
RispondiEliminaEpocale perche' la chiesa non sara' mai piu' la stessa, nuovo e come ogni novita' e' difficile da capire, incredibilemente moderno perche' nasce dalle contradizioni e dalle turbolenze del nostro tempo.
Ovviamente non ho un giudizio. Ci vorranno 10 anni per capire la portata di questa decisione, per questo mi stupiscono i tanti commentatori e personaggi pubblici che si sono subito buttati in interpretazioni e considerazioni di vari natura.
D'accordo...ancor più stupiscono coloro che si preoccupano se il nuovo papa sarà nero o con gli occhi azzurri, italiano piuttosto che extraeuropeo...si tratta di un'istituzione, la Chiesa cattolica, più che globale, universale; un 'istituzione in cui comunicano in latino, un'istituzione che da duemila anni, con sorti alterne e più o meno gloriose, mantiene in vita legami (re-ligere)con una struttura monarchica teocratica sempre più propensa alla tradizione che al cambiamento. Questa istituzione oggi denuncia delle crepe a seguito del terremoto Ratzinger. I connotati fisici o geografici del futuro papa non credo che siano rilevanti.
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