sabato 9 febbraio 2013

Una questione di dignità


Scegliere per chi votare, il prossimo 24 e 25 Febbraio, non sarà poi così difficile per i cittadini lombardi. Il voto, questa volta, non scaturirà da questioni ideologiche, tanto meno non rifletterà il “senso di appartenenza” di ognuno di noi. Non si voterà seguendo il proprio credo politico o magari sulla base dei programmi presentati dai candidati. La scelta del futuro Presidente di Regione Lombardia non sarà dettata dentro il quadro del confronto politico e della logica di alternanza, che ogni democrazia moderna, a tutti i livelli, conosce. No, a questo giro non sarà così. Tutto questo, oggi, passa in secondo piano. A trascinare Il voto in regione, tra due settimane, sarà prima di tutto la voglia di riscatto e quella di mettersi alle spalle un periodo buio e infamante per la Lombardia e per i lombardi. Votare sarà soprattutto una questione di dignità. Le innumerevoli indagini, le più ignobili accuse, i titoli sui giornali che hanno fatto il giro dell’Italia e dell’Europa, i presunti affari sporchi dentro le più alte istituzioni regionali hanno quasi risvegliato una regione addormentata da vent'anni di Formigoni. La Lombardia, che ha anticipato, ricordiamolo, inventato per prima il “berlusconismo” che poi è dilagato, per prima, forse, oggi se ne vuole liberare, disillusa non solo dalle false promesse, ma anche dal sogno del “ghe pensi mi”, dell’uomo solo al comando.

Le indagini che riguardano consiglieri e assessori della ex Giunta Formigoni hanno decretato la fine del governo lombardo del centrodestra. Sarebbe bastato questo per spazzare via lo strapotere di lega e pdl in regione e spianare la strada all'alternativa rappresentata dal centrosinistra di Ambrosoli. Purtroppo non sarà così facile, la destra si è ricompattata. Ma sostenerli, lo sappiano bene gli elettori, significa continuità, significa investire ancora in quel sistema di potere rappresentato da  Formigoni e dalla sua cricca. Del resto il nuovo, vecchio centrodestra lombardo non lo nasconde. “Continuità con il buon governo della Lombardia” questo è lo slogan scelto da Maroni. Parlare di buon governo, per una alleanza quella di lega-pdl, che è caduta a poco più di un anno dal suo insediamento per le inchieste piombatagli addosso, è del tutto fuori luogo. Forse, quando parlano di continuità, si riferiscono al fatto che la lega ricandida sette dei venti consiglieri uscenti, cinque dei quali indagati nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi al Pirellone. Tra questi Angelo Ciocca, mister 19000 preferenze, filmato dai Carabinieri mentre si incontrava con Pino Neri, boss ‘ndranghetista di primissimo piano, finito in carcere nel 2010. E come dimenticare le inchieste su Renzo Bossi per i fondi alla lega, l’inchiesta per dossieraggio sull’ex Assessore leghista  Monica Rizzi, l’inchiesta per tifo violento a carico del consigliere della lega Daniele Belotti, l’inchiesta per corruzione che ha portato alle dimissioni dell’ex Presidente del Consiglio Regionale leghista Davide Boni. Tutte vicende che la Lega non può cancellare e che i lombardi ricorderanno al momento del voto. Per il buon governo in Lombardia serve il cambiamento, un vero cambiamento, non certo la continuità con quanto abbiamo vissuto in queste ultime quattro legislature. 

1 commento:

  1. E' veramente demenziale che da un lato la Lega di Maroni abbia preso le distanze dalla giunta formigoni nel momento del naufragio per ramazzare qualche voto padano in più, con gran dispetto del Governatore che appoggiava Albertini. La stessa, nella medesima campagna elettorale, non in un'altra, si allea con i ramazzati e imposta tutta la campagna sulla continuità con ciò che aveva appena allontanato da sè come il demonio. Non può e non deve funzionare così!
    Lega e Pdl sono inseparabili perchè entrambi per situazioni estremamente complesse propongono soluzioni semplicistiche dove la legalità è un ostacolo...

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