martedì 3 settembre 2013

Fate l’amore con il sapere

Leggiamo storie come quella del prof del liceo di Saluzzo, si sentono una valanga di strafalcioni pedagogici che vengono associati a tali storie a difesa o giustificazione dell’accaduto . … è dunque inevitabile pensare alla propria appassionata esperienza di insegnamento e d’altro canto alle mode pedagogiche che confondevano l’attenzione all’aspetto emotivo con il “fare l’amicone” di alcuni alunni, col farsi dare del “tu”, scambiare messaggi personali o simili.


Grande verità quella formulata da Umberto Galimberti:


 “Non si dà apprendimento senza gratificazione emotiva e l’incuria dell’emotività, o la sua cura a livelli così sbrigativi da essere controproducente è il massimo rischio che oggi uno studente, andando a scuola, corre…..”. Andrebbe però integrata segnalando che l’altro grosso rischio è che la gratificazione emotiva sconfini in altro, si allontani dal controllo e entri nel regno della confusione e del disordine morale.


Esiste ancora un confine, una scriminatura per distinguere il lecito dall’illecito?


Dante Alighieri è stato riportato alla ribalta da Dan Brown col suo ultimo intrigante best seller più che da tante lezioni cattedratiche, ma merita anche qui una citazione:


“Ben puoi veder che la mala condotta
È la cagion che il mondo ha fatto reo,
non natura che’n voi sia corrotta” (Pg XVII,103-105)


Sappiamo ancora riconoscere la “mala condotta”, senza confondere il grano e il loglio?


L’insegnante che urla, che alza la voce, tentando così di imporsi, non avrà mai seguito in classe. La persona invece che fa leva sulla fragile identità dell’allievo il quale non sa “come va a finire”, che solletica il suo interesse per farlo sentire privilegiato oggetto di attenzione, rischia di avere molto seguito, com’era il caso del prof alla ribalta ora della cronaca più triste. Questo adulto - che pure sa benissimo “come va a finire” - rischia di dominare l’alunno, di esercitare un potere che va dal sopruso al plagio per soddisfare personali inconfessabili pulsioni.


Commentando storie di abusi e di soprusi, di questi tempi, non possiamo permetterci di confondere la passione che può e deve trasmettersi con il sapere con l’Inaccettabile; non possiamo mischiare l’attenzione all’aspetto emotivo dell’apprendimento con il travalicamento di ogni confine posto dal ruolo e dalla morale.


Esiste, in modo inequivocabile, il controllo in nome di un’etica che non è solo professionale, ma morale, esprimibile in due parole: Rispetto della Persona.
Franca Marchesi, 3 settembre 2013

1 commento:

  1. Ma anche il dantismo un po' trombone del prof in questione doveva mettere in allarme. Ricordo quand'ero studente il mio insegnante di italiano un po' bollito infilare sempre la facile declamazione di alcuni versi della "Commedia" e poi cadere in un sonno perenne dove Moravia, Brancati, Gadda, Flaiano, Sciascia, Arbasino, Montale, ecc ecc avevano le risonanze interiori di cognomi che erano risuonati nell'aula scolastica come quelli degli studenti di qualche decennio prima, di cui a fatica riusciva a ricordare il volto... Non parliamo degli stranieri: ignoranza totale. Flaubert: chi era costui?

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