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Quando la crisi è la strada per il rinnovamento
Siamo stati testimoni tutti, fuori e dentro il Palazzo, che questa settimana è iniziata con una grande fibrillazione che ha coinvolto tutto il Parlamento, il Governo, ma anche gran parte degli italiani. La scelta di Berlusconi di far dimissionare i Ministri, aprendo di fatto una crisi, è stato il rotolamento di una palla di neve che ha provocato una valanga all’interno del Pdl, dove si è aperto uno scontro tra chi poneva al primo posto il “capo” e chi era preoccupato della situazione italiana.
La conclusione è nota a tutti e mi sembra importante dire che condivido quanto espresso da Enrico Letta, ovvero che ora abbiamo un governo politico diverso da quello numerico. Lo scenario che ci si prospetta è di un centrodestra che si sta ristrutturando e spero che si incammini verso una dimensione di destra europea e non populista.
Anche all’interno del Pd cambiano gli scenari: ora è sempre più necessario costruire un profilo di partito progressista che sappia e voglia mettersi alla guida del nostro Paese. Non devono più esserci alibi, ma dobbiamo fare un cammino che arrivi a proporre una politica economica che riequilibri le disuguaglianze tra generazioni e tra persone. Dobbiamo, cioè, immettere nel tessuto sociale quella dimensione di solidarietà che è andata persa lasciandoci più poveri e più soli.
Serve investire sul futuro dei nostri giovani, pensando che le loro conoscenze, capacità e talenti sono una ricchezza per tutti noi. Spesso abbiamo posto altre priorità, ma è da loro che dobbiamo ripartire per rinnovarci.
E’ l’ora dell’accoglienza
Ho aspettato alcuni giorni prima di esprimere alcuni pensieri su quanto è avvenuto a Lampedusa. Immagino che vi aspettiate da me una proposta politica, ma credo che ora serva altro. La politica e le soluzioni per decidere cosa fare vengono dopo.
Oggi la parola d’ordine è “accoglienza”: dobbiamo imparare ad accogliere e a non chiuderci in noi stessi. Chi è capace di accogliere gli altri sarà accolto a sua volta.
Abbiamo perso questa dimensione, siamo ripiegati su noi stessi, sul nostro egoismo e sulle nostre paure. Ora è necessario andare incontro a chi è in difficoltà maggiori delle nostre e che ci guarda con la speranza negli occhi.
Non possiamo pretendere che il mondo venga cambiato solo dalla politica: ognuno di noi lo può modificare, facendo piccoli gesti di accoglienza.
Come ti delego il Governo
La Camera ha approvato il testo unificato delle proposte di legge con le quali si è inteso conferire una delega al Governo riguardante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita, cioè quella che viene chiamata Delega fiscale.
La proposta si compone di 16 articoli concernenti alcuni principi generali e le procedure di delega. I punti più importanti che tocca sono vari: la revisione del catasto dei fabbricati, le norme in materia di evasione ed erosione fiscale, la disciplina dell’abuso del diritto e dell’elusione fiscale, norme in materia di tutoraggio, semplificazione fiscale e revisione del sistema sanzionatorio, la revisione del contenzioso e della riscossione degli enti locali, la delega per la revisione dell’imposizione sui redditi di impresa e la previsione di regimi forfetari per i contribuenti di minori dimensioni, la razionalizzazione della determinazione del reddito d'impresa e di imposte indirette e in materia di giochi pubblici (ne ho parlato nella scorsa newsletter) infine la delega a introdurre nuove forme di fiscalità ambientale.
Temi per addetti ai lavori? Non proprio, perché come per la questione relativa alla ludopatia, questi provvedimenti entrano a gamba tesa nella vita dei cittadini. L’obiettivo è semplificarla e renderla più equa. In questo caso, soprattutto rispetto ai “furbetti” dell’evasione. Speriamo finalmente di riuscirci.
Caro il mio grano
C’è un altro problema, oltre a quello annoso del latte, che colpisce il mondo dell’agricoltura e di conseguenza noi consumatori: quello del grano duro, pagato poco alla fonte e venduto a molto di più sul mercato. In Commissione Agricoltura della Camera abbiamo ascoltato su questo tema i rappresentanti delle organizzazioni Agrinsieme (Confagricoltura, Cia, Alleanza delle cooperative), Coldiretti, Copagri, UeCoop e Unci.
Essi hanno confermato che anche in questo settore, esistono delle forme di speculazione che danneggiano i produttori e i consumatori. Succede, infatti, che i produttori vengano pagati circa 24 euro al quintale, mentre i consumatori, dopo il passaggio attraverso le industrie, si ritrovano un ricarico del 300-400%. E’ evidente il guadagno massiccio che incamera la trasformazione.
Eppure, stiamo parlando di un prodotto primario della dieta mediterranea, si tratta di pasta e pane, prodotti acquistati dai consumatori quotidianamente. Ancora una volta, come nel caso del latte, non c’è corrispondenza tra quanto la materia prima viene pagata alla fonte e il prezzo con cui viene immessa sul mercato. Queste speculazioni sono sempre a carico del consumatore che paga caro un prodotto che viene remunerato di meno all'origine.
L’Unesco tornerà a Monza
Il Forum Unesco per la cultura e i sistemi culturali si è tenuto, nelle ultime edizioni, a Monza, negli spazi della Villa Reale. La prossima edizione dovrà, però, traslocare poiché il palazzo è sottoposto a lavori di restauro. Per la precisione, l’evento verrà ospitato a Firenze e per l’occasione il Decreto Valore cultura del Ministro Massimo Bray ha stanziato 400mila euro.
Alla notizia la Lega, ma solo in Lombardia, ha fatto il diavolo a quattro: secondo il Carroccio, il Pd permette al sindaco fiorentino Matteo Renzi di scippare a Monza una manifestazione di rilievo. Peccato che nessuno dei leghisti in Parlamento, al momento di votare il provvedimento, si sia alzato a muovere alcuna lamentela.
Noi del Pd, alla Camera e in Consiglio regionale, abbiamo una posizione più equilibrata: se necessità vuole che per ora il Forum venga spostato, non ce ne faremo un cruccio, ma Regione Lombardia deve, comunque, garantire che l’Unesco torni a Monza per il 2015, cioè in tempo per l’Expo, del quale deve diventare uno degli appuntamenti di punta. E a questo scopo la Lega, invece di berciare come sempre inutilmente, visto che qui governa, deve adoperarsi per trovare adeguate risorse.
Contestualmente, alla Camera abbiamo fatto votare un ordine del giorno, dentro il Decreto Bray, che impegna il Governo a prevedere un sostegno al Forum Unesco in vista di Expo. E posso assicurare che il Ministro si è dichiarato più che disponibile a dare seguito all’indicazione.
Da Pompei al concerto dal vivo
Ma cosa prevede il cosiddetto Decreto Valore cultura, recante “Disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei Beni e delle Attività Culturali”, voluto e promosso dal Ministro dei Beni culturali e del turismo Massimo Bray? Interviene in molti settori, ad esempio stanziando fondi per diversi scavi archeologici, in particolare quello di Pompei (in quelle che sono denominate “Disposizioni urgenti per la tutela, il restauro e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano”), per musei, tax credit per i cinema, misure per risanare i debiti delle fondazioni liriche e dei teatri.
E stabilisce anche un’agevolazione alle donazioni fino a 5mila euro in favore della cultura, fondi per promuovere giovani artisti e compositori emergenti e un apprezzato provvedimento che interessa la musica dal vivo: basterà, infatti, un’autocertificazione da consegnare in Comune, per annullare l’iter di licenze e autorizzazioni oggi necessarie per organizzare un concerto con meno di 200 spettatori entro le 24.
Paolo Cova |
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'Quando la crisi è strada per il rinnovamento': ma se fino a ieri si sosteneva che la 'stabilità' è il bene supremo, come la mettiamo? 'Si è aperto uno scontro tra chi metteva al primo posto il capo e chi era preoccupato della situazione italiana': ma sei proprio sicuro che Alfano e soci siano preoccupati della situazione italiana e non invece della propria? Quanta ingenuità!
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