Roberto Camerani |
da sé, nel proprio gelo, sarà estinta.
Meditate la tenebra e l’inverno di questa valle percossa dal pianto”. (da L’opera da tre soldi)
“Cancellate ogni tentazione di odio!” era il comandamento che Roberto Camerani non si stancava di ripetere nei suoi scritti e negli incontri con i ragazzi. Le sue parole non avevano a che fare con il perdono dei carnefici e tanto meno con l’oblio degli orrori dai quali era scampato per una serie di miracoli.
Viene dunque da
dire: seppellitelo in fretta, seppellitelo lontano senza clamore, il
corpo del gerarca nazista Erich Priebke: fino all’ultimo non ha mai
rinunciato alle sue provocazioni negazioniste e alle arroganti giustificazioni
dell’ingiustificabile, senza mai vacillare, senza un’ombra di emozione e meno
ancora di sentimento.
Come europei
dobbiamo invece dire, al plurale, senza “scaricabarile”: seppelliamolo nel silenzio perché l’eco della sua ferocia non
richiami altra ferocia e non riattizzi le polveri dell’odio per sua natura
inestinguibile, come ricorda la maledizione biblica lanciata contro Caino. Seppelliamolo colui che eseguiva ordini,
mettendoci molto del suo, e lasciamo spazio ai sentimenti della Memoria: paura,
orrore, dolore, raccapriccio, pietà, tristezza, amore.
Coltiviamo i
sentimenti della Memoria, mantenendo vivo l’insegnamento di Roberto Camerani al
quale è intitolata non a caso la biblioteca di Cassina de’ Pecchi. Solo così
non si verificherà la sinistra profezia che il drammaturgo Arthur Miller
inserisce nella sceneggiatura di Incidente
a Vichy (1964): “Vincano o perdano questa guerra, loro (i nazisti) hanno
indicato la via del futuro. L’essere umano, qual’era concepito una volta, non
avrà più posto su questa terra”.
Due guerre
mondiali e il genocidio (la shoah) che si è consumato all’interno della seconda
hanno portato a una rottura nello stato nazionale, poi colonialista, successivamente
nazionalista e totalitario. Ne è nata la MEMORIA che ha messo sotto accusa in
modo non più equivocabile le esasperazioni nazionalistiche che hanno ispirato
politiche aggressive, particolaristiche, razziste e antisemite.
L’integrazione che
ha portato a convergere verso “la casa comune europea” è tuttora incerta e in
evoluzione, ma l’Unione esiste e nel caso di Priebke, arrogante protagonista
della barbarie mai sfiorato dal dubbio, penso che non si debba dare spazio a
dibattiti, rifiuti e petizioni di principio. A mio parere dovrebbe decidere la
Commissione europea, con una motivazione comunitaria.
Speriamo solo che con la morte del carnefice non se ne vada anche il ricordo delle atrocita' compiute. Dobbiamo fare memoria, restare ancora esterefatti di fronte alla crudelta' del quale l'uomo e' capace sapendo che queste cose sono successe e succedono davvero.
RispondiElimina...il timore deve essere che il ricordo delle atrocità si stemperi, sbiadisca o venga distorto con la scomparsa non tanto dei carnefici, quanto piuttosto dei testimoni infaticabili della Memoria della shoah e dei valori di cui la Memoria è portatrice.
EliminaRicordiamo dunque Roberto Camerani e altri testimoni, fatalmente sempre meno numerosi che si sono fatti testimoni offrendo una lezione insostituibile per educare alla pace, alla solidarietà e ai diritti umani.
Roberto Camerani, ricordo di avergli stretto la mano , volevo parlargli e dirgli alcune cose. Ma la gola mi si era stretta senza riuscire neppure a respirare, il groppo aveva preso il sopravvento e non ero riuscito a dirgli niente, la forte commozione ha fatto il resto. Il tutto davanti a mia figlia che allora aveva 13 anni. Ciao Camerani, eh.. scusa.
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