Il 20 novembre oltre alla Festa del Radicchio rosso e alla Festa del Torrone, è la ricorrenza della Giornata Mondiale dell’Infanzia, istituita per ricordare la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Convention on the Rights of the Child - CRC) adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 dopo quasi un decennio di lavori preparatori.
Entrata in vigore in Italia nel ’91 con la legge 176 fu quindi
finanziata e resa operativa nel ’97 con la 285. Rispetto ai precedenti
documenti di legislazione umanitaria, la CRC vincola a rendere conto dei programmi legislativi e sociali nei
confronti degli under 18. Il
principio base è considerare i minori
soggetti titolari di diritti politici, civili, economici, culturali ( = cittadini
per nascita ).
La ricorrenza è stata sempre celebrata da più parti con eventi e
programmi concordati tra le scuole e l’amministrazione comunale come
opportunità per esperienze di cittadinanza attiva per e con i bambini di ogni fascia d’età. La conoscenza dei propri
diritti insieme al rispetto delle regole comuni, promuove così la comprensione
dei vantaggi che ne derivano.
Considerare l’istruzione una spesa e non un investimento ha però
comportato in molti casi il rischio di perdere per strada le regole dell’esercizio della sovranità democratica.
Questa competenza non è qualcosa che si acquisisce per privilegio di nascita (
in Italia piuttosto che in Afganistan o in Siria…), né che si può comprare in
qualche centro commerciale: si deve
imparare e i primi a dover credere in questo tipo di educazione dell’uomo e
del cittadino, come si diceva una volta, sono proprio coloro che per ruolo e
vocazione hanno a che fare con minori. Insegnanti, genitori, istruttori
sportivi, animatori di comunità e amministratori dovrebbero essi per primi
credere fermamente che la prevenzione
del disagio, la lotta al bullismo, l’attivazione di comportamenti corretti e
civili e il rispetto dei ruoli e delle norme, non si apprendono sui libri, con
esercizi a livello teorico, ma si possono acquisire solo tramite esperienze
significative, incontri indimenticabili, situazioni reali in cui la democrazia
viene agita.
Il 20 novembre: non una festa da cioccolatini e discorsetti, ma una
ricorrenza da celebrare con rispetto, con azioni significative per un futuro
migliore, perché “loro”, i bambini, non si sentano traditi.
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