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Il caso Cancellieri e le carceri italiane
Ha tenuto banco per diversi giorni il “caso” Cancellieri. I fatti li sapete: il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri si sarebbe in qualche modo interessata alla carcerazione di una delle figlie di Ligresti. Lei stessa è venuta in settimana alla Camera, per una “Informativa” sulla vicenda.
Vi scrivo, perciò, alcune mie considerazioni. Sgombero immediatamente il campo dicendo che le procedure usate dal Ministro sono quelle consentite dalla legge, senza aver usato il proprio peso politico o abusato del proprio ruolo. Procedure usate anche per altri casi e che potrebbero rientrare anche nei compiti di chi gestisce una situazione esplosiva come le carceri.
Chiaramente, il Ministro, o un politico o chi ricopre cariche istituzionali, deve usare grande prudenza, anche per un gesto umanitario. Non tutti possono sollecitare, richiedere un intervento di cariche così importanti. Se poi sono nomi famosi, la necessità di trasparenza è maggiore.
Non posso criticare la telefonata come atto privato, ma sono stati inopportuni alcuni commenti espressi dal Ministro.
Di fronte alla tragicità e al degrado delle carceri, ogni intervento volto a migliorare la situazione carceraria di una persona è un ottimo intervento. Mi rendo conto che sono decine di migliaia le persone con gravi difficoltà, ma non per questo dobbiamo stare fermi e aspettare la soluzione per tutti. Sarebbe una grave omissione. In buona sostanza, il messaggio che emerge da questa vicenda è sempre lo stesso ed è quello che ho espresso già in passato: ognuno di noi deve fare la sua parte, perché recuperare persone in carcere previene la recidiva nel futuro.
La Camera taglia le spese
Forse non tutti sanno che la Camera è autonoma anche dal punto di vista finanziario, rispetto agli altri organi dello Stato. Così, ogni anno approva un proprio bilancio interno che stabilisce come saranno usate le risorse economiche che servono al suo funzionamento.
Ebbene, quest’anno, per la prima volta dal 1960, diminuisce l'ammontare delle risorse che la Camera chiede allo Stato. Infatti, la cosiddetta dotazione è stata ridotta di 50 milioni rispetto al 2012. Ciò significa che se si mantiene questo trend, in 4 anni verranno risparmiati 200 milioni di euro.
Intanto, per quanto riguarda il 2013, alla minore entrata si fa fronte attraverso la riduzione della spesa di funzionamento (32,7 milioni di euro) e l’utilizzo di risorse derivanti da risparmi effettuati negli anni precedenti (17,3 milioni di euro). Più in generale, la spesa è scesa, dal 2008 al 2013, di oltre il 3%.
I risparmi sono derivati da importanti tagli alle nostre indennità e ai nostri rimborsi spese per un totale di oltre 14 milioni di euro. Quasi 9 milioni sono stati tagliati su beni e servizi (locazioni, spese telefoniche e postali, materiali di consumo, stampa di atti…), mentre ai gruppi sono stati tolti quasi 3 milioni rispetto al 2012.
Ancora qualche dato: sono stati aboliti gli appartamenti di servizio ed è stata razionalizzata la gestione del parco auto; sono state ridotte le indennità di funzione del personale dipendente, in misura variabile dal 30 al 70 per cento, in modo da incidere maggiormente su quelle più alte, e, fatti salvi i diritti acquisiti dei lavoratori, è stato avviato, in sede di contrattazione sindacale, un programma di contenimento delle dinamiche retributive.
Modello IV: il Ministero risponde a metà
Come alcuni di voi ricorderanno (soprattutto gli appartenenti alla categoria), avevo chiesto delucidazioni al Ministro della Salute circa la compilazione del Modello IV, quello che si usa in caso di trasporto degli animali. La sua compilazione, nella parte riguardante la tempistica legata alla farmacovigilanza, non è chiara e induce gli allevatori in errore con conseguenti sanzioni. Avevo chiesto, perciò, di modificare quel passaggio per evitare proprio questi problemi.
La risposta mi dà completamente ragione, ma rimbalza la palla sul veterinario che in quel momento opera al macello e soprattutto, non risponde alla mia richiesta di sapere se è opportuno tenere ancora il limite dei 90 giorni quando si effettua un trattamento, senza considerare il rispetto dei tempi di sospensione.
Non mi è rimasto altro che presentare una seconda interrogazione in cui aggiungo e preciso alcune richieste per vedere se riesco a ottenere risposte più complete. Come sempre, vi terrò informati.
Se la concorrenza è scorretta
Avrete sentito tutti parlare di quella campagna pubblicitaria, di una nota marca di passate di pomodoro, che sbandiera la provenienza nordica della propria materia prima. Ebbene, sulla vicenda, alcuni colleghi hanno presentato al Ministro delle Politiche agricole, a quello della Salute e al Ministro dello Sviluppo economico un’interrogazione a risposta scritta, che ho firmato anche io, ritenendo gli atteggiamenti dell’industria agroalimentare in questione dei comportamenti impropri.
Tutto prende le mosse dalla cosiddetta “terra dei fuochi”, quel territorio che in Campania è sottoposto allo smaltimento illegale dei rifiuti. Ma, fatta salva questa terribile situazione che va senz’altro risolta, approfittarsene, dicono in soldoni i colleghi nell’interrogazione, per vendere di più, è un colpo basso verso le produzioni meridionali e verso l’intera filiera agricola e agroindustriale del Sud.
Gli interroganti chiedono al Governo quali iniziative intenda assumere per evitare speculazioni e che il precedente della campagna dell’industria settentrionale di trasformazione dei pomodori non diventi solo un’azione promozionale a proprio ed esclusivo vantaggio.
Paolo Cova |
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