mercoledì 6 novembre 2013

Una buona notizia da Milano

Davvero una buona notizia da Milano, una di quelle che ci fa ben sperare: il trentunenne Pietro Bussolati è stato eletto dal parlamentino dei delegati Pd segretario dell’area metropolitana. Dico che fa ben sperare non tanto per l’elezione in sé ma per il modo con cui si è imposto Pietro sugli altri. Il tutto avviene nella notte fra lunedì e martedì (chissà poi perché queste cose avvengono di notte?!) quando i plenipotenziari della Cavicchioli, l’altra candidata, vanno da Bussolati per fargli la seguente proposta: Cavicchioli ritira la sua candidatura e noi ti sosteniamo in cambio dell’impegno ad una ‘gestione unitaria del partito’. Ora, Pietro che è sì giovane ma non sprovveduto da non capire il vero significato dell’espressione ‘gestione unitaria del partito’ (= spartizione delle cariche), risponde con un cortese ma deciso rifiuto. Dirà il mattino dopo: “Potevo fare l’accordo, ma nella vita bisogna avere coraggio, e in ogni caso sarebbe stata un’imposizione dall’alto all’assemblea; ho ritenuto giusto che per la prima volta (n.b. per la prima volta)  si andasse ad una scelta chiara, perché troppo spesso hanno prevalso unanimismi di facciata”. La Cavicchioli ha annunciato opposizione dura ( a che?), dimostrando non solo mancanza di stile, ma di non aver capito, né riflettuto, su quanto avvenuto. Insomma gli è crollato addosso un mondo, quello oscuro della politica intesa come do ut des, e non come quello solare del confronto aperto e leale. Buon lavoro a Pietro!

5 commenti:

  1. Ma Marino di queste trame avvenute nella notte hai avuto notizia diretta in quanto hai partecipato o te lo ha detto Bussolati, il quale è stato eletto perché i delegati che fanno riferimento alla Censi hanno deciso ( di giorno ) di appoggiarlo. In caso contrario non sarebbe stato eletto. Quanto poi al mondo caduto addosso ad Arianna Cavicchioli, sto aiutando a togliere le macerie.
    Roberto

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    1. Roberto, non so se sia avvenuta o meno questa richiesta. Ma una cosa è certa e mi spiace che questo atteggiamento sia partito da una donna. Quando sono andata ad ascoltare i 4 candidati a Gorgonzola prima delle elezioni ognuno ha detto la sua ma proprio la Cavicchioli che non mi aveva molto convinta (ho letto bersaniana?) al termine è stata l'unica ad informarci che si sarebbe rifiutata di collaborare con il vincitore/vincitrice. Solo questo mi ha dato molto fastidio e ho provato una forte delusione. Dovremmo essere nello stesso partito o sbaglio? Infatti personalmente non la considero più. Antonietta

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  2. Antonietta, allora c'è qualcosa che non funziona...Marino dice che si è fatta avanti per collaborare, tu dici che ha detto che si rifiutava di collaborare...a me va bene tutto, per me il Segretario votato è il segretario e basta.
    Roberto

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  3. Ripeto, visto che l'italiano per qualcuno è di difficile comprensione, che la Cavicchioli si è fatta avanti non per 'collaborare' ma per mercanteggiare -vista la piega che stavano prendendo le cose a suo danno- la sua e dei suoi amici posizione, e visto il rifiuto di Bussolati è sbottata promettendo 'opposizione dura'. Il fatto è che con Pietro ha vinto un'idea di politica dal viso aperto e ha perso la politica dei traffici oscuri. Se poi si vuol far finta che nulla sia avvenuto e mettere al testa sotto la sabbia all'insegna del 'quel che è stato è stato'. beh ognuno è libero di consolarsi come meglio crede. Ma non prendiamo in giro i fatti, e la lingua italiana.

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    1. evidentemente per me l'italiano è difficile, per te la matematica.
      Bussolati ha preso il 35% dei voti circa, la Cavicchioli il 30%. Proporre una gestione unitaria del Partito non era uno scandalo. Pensa che se gli altri candidati ( i loro eletti) avessero optato per il sostegno alla Cavicchioli avresti gridato allo scandalo. Invece qualcuno ha optato per Bussolati. e quindi è tutto normale e va bene. Comunque ripeto a me le polemiche non interessano Bussolati è e sarà anche il mio segretario. Quello che sopporto poco è la tesi che c'è un puro Bussolati e gli impuri (gli altri che non lo hanno votato).
      Roberto

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