La modesta caratura culturale di parecchi eletti delle Cinque Stelle può essere giudicata con indulgenza (sono attenuanti la giovane età e il reclutamento “dal basso”) fino a che non diventa oltraggiosa. È il caso della richiesta, inoltrata alla Commissione cultura della Camera, di cancellare l’attributo “socialista” per Giacomo Matteotti e Giuseppe Di Vagno, entrambi assassinati dai fascisti; rimpiazzando la parola “socialismo” con la ridicola perifrasi “cultura sociale, economica, ambientale”.
Immagino che l’incauto ideatore di questa scemenza censoria creda che “socialista” voglia dire “ladro”, come nelle battute di Grillo, e niente sappia della potenza liberatoria che quella parola e quel movimento hanno avuto per generazioni di povera gente. Per saperlo, del resto, bisogna avere letto un paio di libri e avere curiosità del passato, magari sollevando la testa dalla ininterrotta ciancia internautica che alla lunga inebetisce e inganna. Sarebbe molto bello che il M5S, in qualcuna delle sue misteriose forme di comunicazione verso il resto del mondo, chiedesse scusa per una così imbarazzante sortita. Distinguendosi così da un Razzi qualunque.
Da "L'amaca" del 21 novembre 2013 - "Repubblica"
SEMPRE INSUPERABILE MICHELE SERRA !
RispondiEliminaMIRANDA
Il Socialismo italiano ha una grande storia, almeno fino a Pertini, poi è miseramente naufragato in Tangentopoli. Un tempo si diceva che quando passava un socialista passava un galantuomo, poi Craxi si prese -meritatamente- le monetine. I 5Stelle spesso non hanno la sana abitudine di connettere il cervello alla bocca, cioè di pensare prima di parlare, e così sproloquiano su cose che non sanno; sarebbe bastato consultare un semplice manuale di storia, di quelli in uso nelle nostre scuole, per capire che c'è un 'socialismo' di prima (ahimé estinto) e un 'socialismo' del dopo.
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