Mi sono affannato per lustri a ripetere che Gramsci aveva
fondato un giornale intitolato “Ordine nuovo”, nuovo sì ma ordine,
mica casino vecchio. E per decenni ho polemizzato con una certa sinistra ”immaginaria”, situazionista e casinista, foraggiante tutti i disordini e
le occupazioni (do you remember Teatro Valle?), dai graffitari agli
spontaneisti, ai nessuno-osi-toccare-caino- e –che- abele- s’impicchi, ai
movimentisti, agli “attimisti” (termine usato di recente da Luperini nel suo
saggio-romanzo sul Sessantotto per indicare chi vive l’effervescenza del
momento senza prefigurazione del futuro), ai giustificazionisti di ogni
disordine in nome di una astratta idea di libertà e giustizia e contro uno
Stato ritenuto sempre la fonte prima di ogni illegalità.
Ho sempre pensato che “legge e ordine” preceda lo
schieramento e l’inclinazione politica di ognuno, che sia la piattaforma di
base, l’implicito punto di partenza per ogni discorso politico, il testo
sottinteso. Che a un diritto certo debba seguire necessariamente una pena
certa. E con Vitaliano Brancati ho pensato perciò che per “essere liberali
bisogna votare almeno comunista”, per controbilanciare tutto il quadro
politico così arretrato e confuso in cui ci muoviamo in Italia.
Nello stesso tempo ho nutrito sempre fortissimi dubbi
verso Matteo Renzi, non collante il suo discorso pubblico perfettamente
con la mia silhouette morale, intellettuale e politica. Poi questo
bischero viene a dirmi ciò che ho sempre pensato, ossia che “la legalità è di
sinistra” e mi viene a spiazzare. E’ una frase come questa, generale e
programmatica sì, ma una idea-cornice inderogabile per il mio punto di vista
politico che mi scioglie dall’imbarazzo in cui sono caduto davanti ai
candidati per le prossime primarie del Pd. E proprio adesso che vedo
affievolirsi la simpatia interessata della destra nei suoi confronti. Che sia
proprio adesso il momento, di voltare pagina sui discorsi già
fatti e rifatti e sulle idee ricevute di una sinistra stanca e
disorientata?
Renzi ha ragione. Mi dividono molte cose dal sindaco di Firenze, ma quello che ha detto a Bari mi trova perfettamente d'accordo. Si può benissimo non essere d'accordo col PDR senza suscitare scandalo, essendo ancora in regime democratico. Ormai è chiarissimo, si fanno incancrenire i problemi (volutamente?) per poi ricorrere alle emergenze. Sembra che questi politici senza le emergenze non sanno fare nulla. Molte carceri sono stati chiusi, chiusi anche alcuni nuovi perchè manca personale, poi si mettono agli arresti i clandestini (Bossi-Fini), dopo quelli che si drogano per uso personale (Fini-Giovanardi), poi abbiamo coloro che sono dentro in attesa di giudizio, poi arrivono quelli che aspettano in galera il 3° grado di giudizio. Si è innocenti fino alla condanna in Cassazione (ma solo per i politici e i loro amici). Basterebbe abolire due o tre leggi sù menzionate insieme a qualche altro provvedimento, e le carceri si svuoterebbero come per incanto, avendo però attuato dei provvedimenti strutturali e giusti. Indulto e amnistia non sono provvedimenti strutturali ma temporanei, fra 2 anni al massimo le carceri tornerebbero a riempirsi come successo nel 2006. Difficile da capire? Non credo, l'amnistia e l'indulto, forse, hanno un altro fine. Secondo il mio modestissimo parere il beneficiaro eccellente ha un nome. Si chiama Silvio. Mi sbaglierò, ma la penso così. Spero che domani, per Silvio, si voti col voto palese, il pericolo che quei 101 ritornino è dietro l'angolo.
RispondiEliminaSabino, il ministro Quaglieriello, quello del berlusconismo senza berlusconi, lo ha detto chiaro e tondo: l'eventuale provvedimento di amnistia/indulto si applica anche a mister B.. Altro che preoccupazione per le condizioni delle carceri e dei carcerati, per questi 'signori' è solo un escamotage per salvare l'insalvabile. Ma se tutto nasce dal sovraffollamento delle carceri, e se si vuole mettere in libertà alcuni colpevoli di reati minori, che c'entra chi c'è fuori e ci rimarrà fuori per questioni di età? Il nostro PdR avrebbe dovuto essere più cauto, così come più cautela avrebbero dovuto avere i suoi corifei -che ne stanno facendo un pretesto per una polemica faziosa contro Renzi e mirata solo a lucrare su rendite di posizioni 'ideologiche' in vista del congresso del PD- anziché fare le opportune distinzioni.
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