domenica 13 ottobre 2013

Ricordiamo le vittime e dimentichiamo i carnefici

Roberto Camerani
“Non v’accanite troppo sull’ingiustizia; presto
da sé, nel proprio gelo, sarà estinta.
Meditate la tenebra e l’inverno di questa valle percossa dal pianto”. (da L’opera da tre soldi)


 Ricordiamo le vittime e dimentichiamo i carnefici


“Cancellate ogni tentazione di odio!” era il comandamento che Roberto Camerani non si stancava di ripetere nei suoi scritti e negli incontri con i ragazzi. Le sue parole non avevano a che fare con il perdono dei carnefici e tanto meno con l’oblio degli orrori dai quali era scampato per una serie di miracoli.
Si trattava piuttosto di un monito fondato sulla certezza che dall’odio non può scaturire nessun tipo di rispetto, nessuna libertà, nessun amore per la vita. La capacità di riconoscere l’umanità delle vittime era assente nei portatori di un’ideologia delirante come quella nazifascista e manca tuttora  nei nostalgici o nei tanti accecati dai fanatismi filorazzisti, antisemiti e xenofobi .


Viene dunque da dire: seppellitelo in fretta, seppellitelo lontano senza clamore, il corpo del gerarca nazista Erich Priebke: fino all’ultimo non ha mai rinunciato alle sue provocazioni negazioniste e alle arroganti giustificazioni dell’ingiustificabile, senza mai vacillare, senza un’ombra di emozione e meno ancora di sentimento.
Come europei dobbiamo invece dire, al plurale, senza “scaricabarile”: seppelliamolo nel silenzio perché l’eco della sua ferocia non richiami altra ferocia e non riattizzi le polveri dell’odio per sua natura inestinguibile, come ricorda la maledizione biblica lanciata contro Caino. Seppelliamolo colui che eseguiva ordini, mettendoci molto del suo, e lasciamo spazio ai sentimenti della Memoria: paura, orrore, dolore, raccapriccio, pietà, tristezza, amore.


Coltiviamo i sentimenti della Memoria, mantenendo vivo l’insegnamento di Roberto Camerani al quale è intitolata non a caso la biblioteca di Cassina de’ Pecchi. Solo così non si verificherà la sinistra profezia che il drammaturgo Arthur Miller inserisce nella sceneggiatura di Incidente a Vichy (1964): “Vincano o perdano questa guerra, loro (i nazisti) hanno indicato la via del futuro. L’essere umano, qual’era concepito una volta, non avrà più posto su questa terra”. 
Due guerre mondiali e il genocidio (la shoah) che si è consumato all’interno della seconda hanno portato a una rottura nello stato nazionale, poi colonialista, successivamente nazionalista e totalitario. Ne è nata la MEMORIA che ha messo sotto accusa in modo non più equivocabile le esasperazioni nazionalistiche che hanno ispirato politiche aggressive, particolaristiche,  razziste e antisemite.


L’integrazione che ha portato a convergere verso “la casa comune europea” è tuttora incerta e in evoluzione, ma l’Unione esiste e nel caso di Priebke, arrogante protagonista della barbarie mai sfiorato dal dubbio, penso che non si debba dare spazio a dibattiti, rifiuti e petizioni di principio. A mio parere dovrebbe decidere la Commissione europea, con una motivazione comunitaria.

3 commenti:

  1. Speriamo solo che con la morte del carnefice non se ne vada anche il ricordo delle atrocita' compiute. Dobbiamo fare memoria, restare ancora esterefatti di fronte alla crudelta' del quale l'uomo e' capace sapendo che queste cose sono successe e succedono davvero.

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    1. ...il timore deve essere che il ricordo delle atrocità si stemperi, sbiadisca o venga distorto con la scomparsa non tanto dei carnefici, quanto piuttosto dei testimoni infaticabili della Memoria della shoah e dei valori di cui la Memoria è portatrice.
      Ricordiamo dunque Roberto Camerani e altri testimoni, fatalmente sempre meno numerosi che si sono fatti testimoni offrendo una lezione insostituibile per educare alla pace, alla solidarietà e ai diritti umani.

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  2. Roberto Camerani, ricordo di avergli stretto la mano , volevo parlargli e dirgli alcune cose. Ma la gola mi si era stretta senza riuscire neppure a respirare, il groppo aveva preso il sopravvento e non ero riuscito a dirgli niente, la forte commozione ha fatto il resto. Il tutto davanti a mia figlia che allora aveva 13 anni. Ciao Camerani, eh.. scusa.

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