lunedì 30 aprile 2012

Politici e società civile


Gaetano Salvemini (1873 - 1957)
 storico,  saggista e uomo politico.
In un suo articolo sosteneva che la classe
 politica è ampiamente speculare alla società civile,
 e ne rappresenta tutti i vizi.
Stiamo riscontrando, si sente dire quasi ogni giorno, il picco di maggior discredito della classe politica, presa nel suo insieme, senza distinzioni. E da più parti si sottolineano i vizi della classe politica rispetto alle supposte virtù, tutte da dimostrare, della società civile. Gaetano Salvemini, invero, sosteneva  che i  politici sono migliori dei cittadini per il 10%; peggiori per un altro 10%; il resto sono il Paese!  D’altronde se prendiamo in esame la formazione dell'enorme debito pubblico accumulato negli anni '80-'10 non è difficile verificare  che è stato il frutto avvelenato della democrazia "all'italiana" sorrettasi in tutti questi anni su un patto scellerato tra complici: cittadini e politici. I cittadini che chiedevano sanatorie, posti pubblici a go go e senza concorso, pensioni di invalidità, condoni, perdoni e tolleranza alla evasione fiscale, ospedali e tribunali sotto casa, province di nuovo conio totalmente assurde e anche dai nomi ridicoli per pura e sciocca vanagloria  localistica ecc ecc.
            I politici (non tutti)  non hanno faticato a soddisfarli, anzi si sono arrangiati per conto loro e hanno fatto la cresta quando hanno potuto. Nessuno dei due contraenti di questo patto scellerato sembra aver  pensato al Bene Comune, ma entrambi hanno avuto sempre in vista il proprio invincibile Particulare. È  così, d'altronde dai tempi di Guicciardini e Leon Battista Alberti che la nozione di particulare hanno elaborato.
      Adesso che il flipper è andato in tilt è facile indicare nei politici gli unici responsabili di tutto ciò. Anzi meno male che ci sono, ci liberano dall'obbligo di riflettere su noi stessi! Che ci sia stato invece un rapporto speculare, "antropologico", tra governanti e governati, tra cosiddetta "società civile" (che si crede presuntuosamente superiore senza esserlo) e "politica", è fatto incontrovertibile, anche se  respinto dai più. I cittadini, indicando nei politici gli unici responsabili del disastro, si chiamano fuori da ogni responsabilità dimenticando che quella mano di politico che fino a poco tempo fa baciavano alla ricerca di raccomandazioni per aggirare ogni regola è quella stessa che adesso mordono di rabbia. Eppure basta guardarsi attorno: i furti negli armadietti nei posti di lavoro non hanno mai cessato, anzi; gli incidenti finti per lucrare sulle assicurazioni rischiano di mandare in default le Compagnie che di fatto ormai hanno diviso il Paese in due Macroregioni tariffarie (altro che Miglio!); i cari cittadini comuni, appena varcato al mattino il cancello di casa con la propria automobile assumono le sembianze di spietati pirati... senza dimenticare di lampeggiare agli altri pirati che incrociano per segnalare le rare pattuglie di Polizia che i Comandi sono riuscite a mettere in strada sottraendo gli agenti dal gravoso lavoro... d'Ufficio!  Questa è l'Italia segnalata da Dino Risi già nel 1963 nel film   I Mostri  e, credo, viva e vegeta almeno fino alle soglie dell'abisso del novembre 2011. Continuerà per quanto tempo ancora? E sarà solo compito della politica “rieducare” gli italiani, o i cittadini vorranno metterci qualcosa di proprio? Maggiore correttezza, probità, rispetto delle regole e obbedienza alle leggi per esempio?

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