domenica 8 settembre 2013

Freedreams, oggi in Cascina Bindellera


Questo pomeriggio, insieme ad alcuni amici, ho partecipato alla interessante iniziativa promossa da Federica Mandelli, designer ventiseienne cassinese, in Bindellera. Per la sua tesi, Federica, ha scelto come argomento "la riappropriazione degli spazi pubblici abbandonati" e ha pensato di organizzare a Cassina un incontro dove fossero i partecipanti stessi, i cittadini, a esprimesi sul futuro di questo edificio. 
Alla presenza di una trentina di persone, per lo più ragazzi, si è celebrato lo scambio di idee sulle possibili soluzioni per il recupero della Cascina. 
Tutti i partecipanti hanno espresso i loro progetti scrivendo un bigliettino, lasciato poi sul tavolo portato dagli organizzatori come simbolo di incontro e dialogo. 
Un modo semplice ed efficace che evidenzia come dall'incontro dei cittadini, a volte (o quasi sempre) possano nascere e svilupparsi proposte concrete, efficaci e magari anche fattibili.

Intanto, per allargare anche a questo blog la discussione, vi dico la mia, partendo da una posizione che credo sia diffusa tra tanti cassinesi: la Cascina Bindellera non può rimanere nelle condizioni di degrado e abbandono in cui si trova oggi (decadenza delle strutture e rifiuti, anche ingombranti, ovunque).

Ho scoperto quasi per caso l'esistenza della Cascina e la prima volta che mi trovai a passare da quelle parti (per me che sono un cassinese "adottato" e che quindi conosce solo superficialmente la storia di questo luogo) mi ha stupito e sono rimasto affascinato dal contesto paesaggistico in cui è immersa l'intera struttura. Un luogo, per la sua bellezza e anche per quella funzione di "crocevia", di incontro tra la città e la frazione, per cui, credo, valga la pena fare un investimento pubblico.
All'interno quindi di un grosso progetto di recupero della Cascina (idee e proposte ne sono state fatte tante nel passato, tutte ancora valide e praticabili) mi piacerebbe poter dedicare alcuni spazi a un "ecomuseo", un museo del territorio, dove venga custodita e valorizzata la storia, la cultura, la tradizione agricola della nostra comunità, che sia rivolto a tutti e sopratutto alle giovani generazioni, perchè senza conoscere le nostre radici, non si ha futuro.

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