mercoledì 15 maggio 2013

Lei, prof è a favore dell’aborto?

Ma chi può essere a favore dell’aborto?Veniva da rispondere a ragazzini che mancano di qualsiasi informazione sui temi legati al sesso e alla gravidanza: era molto difficile spiegare loro che uno può essere personalmente contrario all’interruzione volontaria della gravidanza e comunque favorevole alla legge sull’aborto…eppure, era questo il motivo della domanda inusuale a quell’età, capitava che a questi ragazzini venissero proposti video con immagini raccapriccianti, in modo da prospettare qualunque donna si sottoponesse ad aborto come un’assassina. Correvano gli anni ottanta…capita ancora?

 E’ avvilente che periodicamente, si ripresenti la polemica sulla legge 194 - Legge 22 maggio 1978, n. 194 (G.U. n. 140 del 22 maggio 1978  Oggetto: Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza -  detta in modo mistificatorio la legge a favore dell’aborto.
La bandiera a sostegno della Vita sarebbe degna di migliori cause.
Sappiamo infatti che l’attuazione della legge 194 del 1978, che stabilisce norme per la tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria di gravidanza (IVG) ha prodotto una diminuzione degli aborti : nel 2011 sono state effettuate 109.538 interruzioni volontarie di gravidanza , con un decremento del 5,6% rispetto al dato definitivo del 2010 (115.981 casi) e un decremento del 53,3% rispetto al 1982, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all'aborto (234.801 casi).
“ I dati evidenziano che nel nostro Paese prosegue la tendenza alla diminuzione del numero di Ivg e quindi del tasso di abortività e che nella grande maggioranza dei casi il ricorso a questo intervento rappresenta l'ultima scelta, essendo stati tentati prima metodi per evitare gravidanze indesiderate". Lo sottolinea il ministro della Salute Renato Balduzzi, nella premessa alla relazione sulla legge 194 sull'aborto inviata il 9 ottobre 2012  a Camera e Senato. Secondo l’ex ministro, "la riduzione percentuale di aborti ripetuti è la più significativa dimostrazione del cambiamento nel tempo del rischio di gravidanze indesiderate, poiché, se tale rischio fosse rimasto costante nel tempo, si sarebbero avute attualmente percentuali doppie rispetto a quelle osservate". La sostanziale riduzione dell'aborto clandestino, spiega Balduzzi, e l'eliminazione della mortalità e morbilità materna ad esso associata "si accompagnano con la riduzione dell'Ivg, ottenuta anche grazie alla promozione di un maggiore e più efficace ricorso a metodi di procreazione consapevole, alternativi all'aborto, secondo gli auspici della legge. La promozione della procreazione responsabile costituisce la modalità più importante per la prevenzione dell'aborto. Per conseguire tale obiettivo - aggiunge il ministro - è importante potenziare la rete dei consultori familiari, che costituiscono i servizi di gran lunga più competenti nell'attivazione di reti di sostegno per la maternità, in collaborazione con i servizi sociali dei Comuni e con il privato sociale.”.
Sappiamo dunque che questa legge è stata il frutto di un percorso di consapevolezza segnato dall’opera di prevenzione, educando alla all’informazione e alla maternità responsabile.
Sappiamo che l’eliminazione fisica dei consultori (previsti dall’art.5) è seguita ai tagli sulla sanità e sul welfare e ha tolto alle coppie e alle famiglie un grandissimo sostegno.
Non è possibile ripartire da zero associando in modo moralistico e ingannevole la difesa della Vita alla legge 194.
Nessuno e soprattutto nessuna donna è a favore dell’aborto, ma tante donne sono disinformate su temi essenziali che mettono nelle condizioni di fare delle scelte. La legge regola la realtà, nella tutela dei diritti della persona.
La campagna per la Vita viene spesso usata, in certi ambienti cattolici, in modo manipolatorio e poco illuminato, fin dall’educazione dei preadolescenti, come una campagna contro l’aborto, contro la 194, come se su temi sociali di questa gravità fosse lecito stimolare opposte “tifoserie”; così non si informa, si distorcono i termini del problema, senza rispetto per tante donne che hanno vissuto drammi personali e che allo stato attuale sono lasciate sole, senza strutture, a livello locale, che le aiutino nelle scelte riguardanti la maternità e la famiglia
 Franca Marchesi

3 commenti:

  1. Faccio proprie tutte le considerazioni che hai fatto nel tuo bell'intervento. A proposito di Consultori, ieri avevo mandato a Simona Malpezzi, che aveva richiamato la necessità e l'urgenza di una legge contro il femminicidio, il seguente post: "Va bene una legge per contrastare il femminicidio e fermare la mano degli assassini anzitempo. Ma occorre intervenire in quella che un tempo si chiamava 'prevenzione primaria', cioè agire sulle cause, su quell'humus sociale e culturale che porta a considerare la donna un oggetto di possesso. Tra molte proposte al riguardo, a mio avviso occorre introdurre nelle scuole 'l'educazione sessuale' da parte dei consultori pubblici (esperienze episodiche in passato) che vuol dire educazione al rispetto reciproco e alla conoscenza del corpo proprio e altrui. Un approccio sbagliato al sesso come pratica compulsiva e di puro godimento di sé, ma anche la compressione della pulsione sessuale praticata dai dogmi religiosi (che, tra l'altro, relegano sempre la donna in ruoli secondari, ben esemplificati dal detto veneto 'che la piasa, che la fasa, che la tasa'), genera disturbi nella personalità, atteggiamenti violenti e femminicidi, per l'appunto".

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  2. Grazie Franca......
    Roberto

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  3. Grazie Franca per aver timolato l'argomento sempre più attuale in un momento di "crisi profonda" non solo economica ma anche dei valori !
    Ti sono grato !

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