mercoledì 6 giugno 2012

Le lottizzazioni

È un tema, quello delle lottizzazioni (termine se ricordo bene coniato da Alberto Ronchey) dal quale non se ne esce, ed è uno dei problemi più rilevanti di una democrazia.
 Come assegnare le cariche pubbliche? 
Non riesco tuttora, nonostante i guasti della lottizzazione, che sono davvero innumerevoli, immaginare un'assegnazione di cariche pubbliche svincolate dal potere politico (che in Italia è partitico). Facendo un passo indietro, prima dell'avvento delle ghigliottine e delle democrazie liberali, nell'Ancien Régime,  erano i cortigiani, i nobili e i parenti dei nobili a prendersi tutto.  Ai tempi della Rivoluzione Francese e del periodo napoleonico i "commissari politici" presero il sopravvento e  occuparono tutta la poderosa macchina statale, dalla diplomazia all'esercito, riflettendo gli equilibri dei gruppi in quel momento al potere:  la Convenzione, il Direttorio, il Termidoro, il Consolato e infine Napoleone, che si prese tutto il piatto e se lo distribuì con i parenti stretti.  
Il modello dei  "commissari politici" si è esteso anche all'Italia repubblicana nonostante i criteri di imparzialità della Pubblica Amministrazione e l'accesso attraverso i pubblici concorsi previsto dalla Carta costituzionale.
Interrogarsi sulle lottizzazioni pur deprecandole (e personalmente sono stato testimone di sconcezze senza fine in nome della lottizzazione) significa affrontare l'ultimo tratto della catena amministrativa dello Stato, quello dei Vertici. Chi metterci a capo di queste Strutture, siano esse le Authority, siano la RAI, le Poste, Finemaeccanica, ecc?
Nei fatti la lottizzazione, ormai -  da quando i rapporti di lavoro nel Pubblico impiego sono stati quasi tutti privatizzati (pur restando a carico dell'Erario gli stipendi e i costi) e sono stati aboliti, di fatto, i concorsi pubblici -, riguarda tutti gli Organigrammi del cosiddetto Settore Pubblico Allargato, insomma tutta la macchina della Pubblica Amministrazione, dall'uscire al Direttore Generale.
Affrontare il tema della lottizzazione e dell'accesso al Pubblico Impiego in termini di funzionalità del sistema e di riconoscimento del merito è dunque uno dei principali e più urgenti compiti di un partito riformista.
Occorre progettare una società che sappia selezionare autonomamente un'élite legittima (concorsi, Alte Scuole, selezioni feroci) perché è  impensabile che le nomine le faccia una specie di Sinedrio che non si sa poi a chi risponderà,  oppure ancora il Parlamento, come accade adesso, con tutte le logiche spartitorie che non finiscono di indignare.  Ipotizzare una società  nei vertici sempre più svincolata  dai "commissari politici" e alla base sempre più concorsualizzata, come d'altra parte prevede la Costituzione. Altrimenti non si capisce come  si possa far largo al merito, quel merito che secondo Shakespeare, nel monologo di Amleto, è definito "paziente",  ma anche quello che prende calci in bocca.

13 commenti:

  1. Altra sconcezza senza vergogna. I partiti di ABC (Alfano,Bersani,Casini) con una piccola partecipazione leghista,si sono diviso tutto. avevano chiesto ai candidati l'invio dei curriculum, ma li hanno buttati tutti e 90 nel cestino. Così quei posti, sono stati occupati dai soliti noti, portaborse e lecchini (scusate il francesismo) vari. Avanti così, metodo sempre usato e mai abbandonato.

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  2. Sabino il problema è sapere come fare le nomine. Metti che domani io e te insieme a Grillo o Di Pietro prendiamo il potere, quale meccanismo proponiamo per le nomine? Concorso o nomina? La mia proposta è di ridurre al minimo l'area pubblica (il settore pubblico allargato), spoliticizzare la P.A, ma le nomine qualcuno poi le dovrà fare. In Francia, in USA, in Germania sono i governanti o i parlamenti a farle, non si scappa. Noi cosa proponiamo? La lotteria? Il concorso pubblico? Parliamone, un partito riformista non si deve tirare indietro rispetto a questi problemi, perché essi, in verità, sono "i" problemi...

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    1. I partiti avevano iniziato bene e finito male. Hanno chiesto a chi era interessato, di inviare i propri curricula, per poter scegliere in base alle proprie competenze e capacità. Si fa così, competenze e capacità, senza guardare all'appartenenza partitica e alla spartizione di Cencelliana memoria. Ma non ce l'hanno fatta, sono attaccati al potere come cozze,facendoci credere che l'unica via perseguibile, è quella che attuano loro. Per cui si sono viste invereconde consultazioni sottobanco(e ti pareva)fra, Franceschini (PD) e Verdini (PDL). Si hai capito bene caro Alfio, Denis Verdini, quello che ha più capi d'imputazioni che capelli in testa. Fare le cose giuste e democratiche,in questo Paese, non è difficile,basta volerlo. Purtroppo siamo il Paese dell'inciucio, e quest'ultima schifezza ne è la dimostrazione.

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    2. Non sarò certo io a difendere lottizzazioni e inciuci, anche perché li ho avversati sempre. Io con Verdini neanche un caffè ci prenderei. Se hanno trovato un accordo spartitorio con questi mezzucci, se così effettivamente è andata questa tornata di nomine, non ho alcuna difficoltà a dire che tutto ciò non ha e non avrà mai il mio assenso. Non è questa la politica a cui aspiro, anche se posso capire che talora certe strettoie non ti lasciano molta possibilità di movimento.

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    3. Per correttezza, bisogna dire che IDV, radicali e alcuni del gruppo misto, non hanno partecipato alla MANGIATOIA.

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  3. L'IDV? Il partito personale e patrimoniale di Di Pietro cui dobbiamo il "fiuto" di averci regalato quei bravuomini di Scilipoti e De Gregorio? Ma Di Pietro ha fatto un concorso speciale per nominarli? Avrà ricevuto i loro curricula?

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    1. Pienamente d'accordo, ma in questa votazione è andata così.
      Vorrei considerare anche il ruolo dell'inquilino del colle più alto. Nessun monito, nessun commento, nemmeno un po di sobrietà, neanche uno starnuto, un po di sofferenza e fastidio.Niente. E già, quando si tratta della casta-cosca neanche un'alito di indignazione, quando invece deve bacchettare gli italiani è sempre pronto. Mi aspetto, naturalmente, la sua firma quanto prima, il firma-tutto non si tira mai indietro. Ai suoi amici di dx e di sx, concede tutto ma proprio tutto, anche le porcherie che combinano.

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  4. Il Presidente della Repubblica nell'ordinamento italiano non può esimersi dal firmare atti formalmente perfetti. Non siamo una repubblica presidenziale. Questo è l'ABC (ops, so che la triade alfabetica ti irrita) del diritto costituzionale vigente...

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    1. Scalfaro: (democristiano fino al midollo) era dello stesso ordinamento italiano ma si era comportato, molto, ma molto, ma molto meglio del Presidente attuale, detto anche: la penna più veloce d'ITALIA. A favore della CASTA-COSCA, naturalmente.

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    2. E' una mitologia infondata quella di Scalfaro, forse alimentata da "Il fatto quotidiano" e da quel brav'uomo di Travaglio. E' grazie a Napolitano, nei fatti, che ci siamo liberati di Berlusconi. E questo vale, come azione politica, mille firme o non firme. Rifiuto la terminologia CASTA-COSCA che è nel solco di quel ragionamento linguistico che intende colpevolizzare solo i politici e assolvere gli italiani. Non è che i politici siano stati imposti dagli UFO a brave persone tutte oneste e fighe, a cittadini specchiati e senza mende. E' un ragionamento elementare e istintuale, questo. Anzi, la violenza linguistica non è solo uno scarico di rabbia, ma anche il velo dietro il quale gli italiani nascondono la propria complicità con i politici che liberamente si sono scelti; tra i quali anche quei santuomini di De Gregorio, Scilipoti, Barbato ecc ecc. Siamo qui per seppellire Cesare, diceva Antonio nel celebre monologo shakespiriano, ma dopo la sepoltura c'è da costruire un'altra repubblica... e non è con gli epiteti semplificatori che si costruisce, anzi ri-costruisce...

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  5. Scalfaro rifiutò,dietro proposta del nano, come ministro un certo Previti. Napolitano invece consacrò come ministro, sempre sponsorizzato dal nano,un certo Paolo Romani. Scalfaro ha rimaandato indietro al parlamento diverse proposte di legge. Napolitano neanche una. Leggasi LEGGI VERGOGNA. Il cainano è stato mandato via dalla TROIKA e dalla crisi in borsa della sua MEDIASET. Napolitano ha eseguito solo gli ordini che venivano dall'Europa. Rifiuti quella terminologia? Il risultato non cambia. I cittadini che hanno votato questi "politici", non gli hanno dato anche il mandato di inciuciarsi allegramente. Le porcate che hanno fatto e che, imperterriti, continuano a fare non era scritto in nessun programma di nessun partito.

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  6. Mi sembra di leggere Travaglio... non è un mio "artista" di riferimento...

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  7. Caro mio, purtroppo per te e per quelli che la pensano come te, sono tutte cose vere. E di fronte alle cose vere, una sola parola: CHAPEAU.

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