venerdì 28 ottobre 2016

Italiani brava gente

Qual è l’evento della settimana appena scorsa che più ha dato materia di riflessione? Per come la vedo io, si tratta del ‘fattaccio’ di Gorino: un pullman con a bordo 12 donne e 8 tra bambini e bambine, tutti migranti dall’Africa profonda, stava per raggiungere un ostello individuato dalla prefettura come riparo provvisorio in località Gorino frazione di Goro, quando qualche centinaio di abitanti ha bloccato con barricate la strada di accesso. Il pullman ha dovuto fare dietrofront e distribuire lo sgomento ‘carico’ umano in altre sedi meno refrattarie. La prefettura ha sicuramente gestito male la faccenda requisendo all’ultimo momento l’ostello e senza un minimo coinvolgimento della comunità locale, ma….

Un tempo si diceva ‘Italiani brava gente’ per il comportamento tenuto dai nostri connazionali in terre altrui - con riferimento principale alle colonie di Eritrea, Abissinia e Libia – rispettoso delle popolazioni del luogo. Poi alcuni storici aprirono una breccia nel velo spesso della propaganda che perdurava da alcuni decenni dopo i fatti, e dimostrarono che gli italiani non furono affatto ‘brava gente’, ché anzi sotto certi aspetti furono peggiori degli altri colonizzatori dell’epoca (francesi, inglesi, perfino tedeschi), e vennero alla luce stragi, distruzioni, uso dei gas, bombardamenti e altre forme efferate di violenza ai danni delle popolazioni locali. E che non furono solo gli ordini del Duce o di qualche altro gerarca a indurli a ciò, ma anche una discreta quota di compiacente se non interessata partecipazione. In fin dei conti, appropriarsi con la forza dei beni altrui e al riparo dell’immunità, è una forma di perversione che dà godimento ad alcuni, e in talune circostanze a molti, senza confronti con altri piaceri che la vita potrebbe offrire (la buona cucina, la buona compagnia, le buone letture, il sesso gioioso, i figli che crescono in modo sano, i nipoti che ti sorprendono, e così via).
Gli abitanti di Gorino accorsi in massa a sbarrare il passo a donne e bambini in fuga dall’inferno, non si possono certo annoverare tra gli “italiani brava gente”; eccitati da demagoghi senz’anima come i leghisti ed ebbri per la riuscita del loro bel gesto hanno poi festeggiato con carne grigliata e vino fino a tarda sera, per poi rientrare nelle loro case con il cuore gonfio di orgoglio e la pancia piena di salamelle e di sangiovese. Al pari di quelli che pensano di risolvere la situazione erigendo muri per tener fuori gli indesiderati in difesa di una presunta purezza, che sia ariana, slava o latina, oppure cristiana a dispetto del papa, i gorinesi pensano di cavarsela gozzovigliando al riparo di improvvisate barricate. L’Africa a fine secolo aumenterà di un miliardo la sua popolazione mentre noi europei siamo in declino demografico inarrestabile. E’ legge di natura che ci sia un travaso da loro a noi. Senza contare gli effetti sulle migrazioni di guerre e dittature. E per non esser travolti in una guerra di noi contro loro è meglio imparare a fare i conti con questa realtà e a capire che l’intelligenza non sta nella repulsione sbrigativa ma nel trasformare un problema in opportunità. Facile a dirsi, più difficile a farsi, è vero, ma non c’è altra strada, se si vuol vivere da esseri umani assieme ad altri esseri umani.

ULTIM’ORA: istituzioni, associazioni, singoli, stanno organizzando un momento di incontro tra i cittadini di Gorino e le migranti respinte. Chissà che guardandosi negli occhi e parlando a cuore aperto capiscano di appartenere alla stessa famiglia, quella umana, e che ci si comporti di conseguenza.

Marino Contardo


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