venerdì 11 novembre 2016

Rimbocchiamici le maniche per non far morire la Speranza


Rintronato e avvilito dalla lunga notte elettorale, in questi giorni, dopo l'indigesta affermazione del tycoon Trump nelle elezioni presidenziali americane, una serie di pensieri sparpagliati mi sono passati per la testa. Non riesco a staccare la spina e frastornato, incredulo ancora oggi sfoglio i siti di informazione che passano veloci sotto i miei occhi, le prime pagine dei giornali online si accavallano, i commenti degli esperti, dei politici, del mio collega di lavoro, del vicino di casa, di mia mamma pure...

Il primo pensiero vero maturato dopo il bombardamento di informazioni arriva adesso, alle 17.06 del Venerdì post voto Usa: e se Trump avesse ragione? E se l'arroganza, l'ignoranza, la spavalderia di un uomo inviso addirittura dal suo stesso Partito, che si rivolge agli americani in prima persona, che ha messo nell'angolo in un colpo solo la tradizione democratica di alcuni Stati dem per definizione, gli 8 anni di Obama, la voglia di cambiamento e speranza...e se questa fosse la ricetta giusta per una America divisa, impaurita e stritolata da una crisi che ha massacrato il ceto medio e che non ha risparmiato nemmeno le giuste conquiste di Obama e di otto anni di Democratici? Se avesse ragione Trump allora le battaglie e le azioni per una America più giusta, più solidale, più inclusiva, con più diritti e meno lobby che Obama ha portato avanti tenacemente in questi anni (tra l'altro con dei risultati ottimi anche sul fronte dell'occupazione e dell'economia) sono battaglie inutili, morte e sepolte. 
Trump ha parlato alla pancia delle persone, Obama 8 anni fa parlò ai cuori degli Americani. L'America di 8 anni fa sognava, sperava, pretendeva un cambiamento. L'America di oggi, dopo questo voto, non sogna e non spera più. L'America di oggi ha paura. Ha paura di un futuro incerto, ha paura di un domani fatto di dubbi e di poche, vaghe certezze. E la paura, di solito, genera mostri. L'America di oggi probabilmente ha bisogno del populista di turno, fuori dagli schemi, che parla come al bar e si comporta come un perfetto idiota, rozzo, razzista ma che in fondo lancia messaggi chiari, semplici, comprensibili che dicono ciò che gli americani vorrebbero sentirsi dire. 
Trump in fondo è l'uomo giusto per questa America. E la brava e preparata Hillary non ha potuto niente di fronte a una America profondamente cambiata rispetto a 8 anni fa. 
E più ci giro intorno a questo pensiero e più mi convinco che non c'è da stare tranquilli. Più ci penso e più un brivido mi corre lungo la schiena perché le analogie con l'Italia e l'Europa sono tante, purtroppo. 

Tra un anno le presidenziali in Francia. Tra venti giorni il Referendum Costituzionale in Italia. Qualche giorno fa parlai di una Italia che si è fermat a Gorino Una Italia stanca, delusa, arrabbiata. Cosa dobbiamo aspettarci dopo le barricate anti immigrati e dopo la vittoria di un populista ultra miliardario che disprezza le minoranze e che potrebbe far fare un salto all'indietro all'America di trent'anni? Difficile rispondere. Intanto a noi non spetta altro compito che quello di rimboccarci le maniche e dare tutto quel che possiamo dare. L'Italia migliore è dietro l'angolo ma ahinoi i pericoli pure.

Andrea Parma

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