domenica 10 novembre 2013

Il ritiro di Romano Prodi

E’ stato presidente dell’IRI, Capo del Governo due volte, Presidente della Commissione Europea: non l’hanno eletto Presidente della Repubblica (colpevolmente eh), e lui cosa fa? Si ritira dalla politica con sdegno. Eh no, caro Prodi, si tace e si incassa. E ci si ritira con classe. E poi si passa a scrivere con dignità le proprie  memorie  se si ha qualcosa da dire, e io credo molto, visto che si è stati per decenni al centro degli Affari Italiani.
Ci si ritira con amarezza e tacendo come De Gaulle a Colombey-les-Deux-Églises, quando l’uomo che aveva ridato dignità alla Francia e le aveva raccontato la favola di aver vinto la guerra (fingendo entrambi, chi la raccontava la storiella e chi la ascoltava) scriveva guardando il paesaggio dalla sua residenza “La Boisserie”: « Le silence emplit ma maison. De la pièce d’angle où je passe la plupart des heures du jour, je découvre les lointains dans la direction du couchant. Au long de quinze kilomètres, aucune construction n’apparaît. Par-dessus la plaine et les bois, ma vue suit les longues pentes descendant vers les la vallée de l’Aube, puis les hauteurs du versant opposé. D’un point élevé du jardin, j’embrasse les fonds sauvages où la forêt enveloppe le site, comme la mer bat le promontoire. Je vois la nuit couvrir le paysage. Ensuite, regardant les étoiles, je me pénètre de l’insignifiance des choses. »
« Il silenzio invade la casa. Dal mio angolino dove passo la maggior parte delle ore del giorno, io scorgo gli orizzonti lontani in direzione del tramonto. Lungo quindici chilometri, nessuna costruzione. Sopra la pianura e i boschi, la mia vista segue i lunghi pendii discendenti verso la valle dell’Aube, poi le cime dei versanti opposti. Da un punto elevato del giardino, cingo con lo sguardo gli sfondi selvaggi dove la foresta avviluppa il  sito, come il mare quando batte il promontorio. Vedo la notte coprire il paesaggio. In seguito, rimirando le stelle, io mi compenetro dell’ insigificanza delle cose».
Ecco cosa fa un grande. Si ritira come gli dei di Epicuro, negli intermundia celesti, indifferente alla stoltezza degli uomini.

12 commenti:

  1. Il 1° governo Prodi è stato mandato a casa dal grande rivoluzionario e sub-comandante Bertinotti, dietro la sapiente regia di D'Alema. Il 2° da Veltroni, neanche tanto sapientemente. E per finire 101 o 120 amici di partito che l'avevano subissato di applausi il giorno della candidatura a PDR, pronti però a tirar fuori i coltelli del tradimento il giorno dopo. Sinceramente Prodi ne ha subite troppe, non si può fare alcuna "rivoluzione" se fra le truppe si nascondono i congiurati pronti ad entrare in azione. Se De Gaulle avesse avuto simili "amici" sarebbe stato difficile anche per lui. A Prodi non gli è stato mai perdonato di aver battuto per ben 2 volte Berlusconi, attuale alleato di governo del PD. Sarà un caso? Mah.

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    1. solo per correttezza Prodi ha battuto Berlusconi la seconda volta con 17.000 voti di scarto. Bersani con 100.00 eppure tutti dicono che l'unico che ha battuto il B. è Prodi. >Come ho già scritto è la matematica che difetta.
      Quanto poi al complotto che ha mandato a casa Prodi, non c'è dubbio la regia è di D'Alema, a lui vanno ascritti anche:
      il terremoto, lo tsunami, le guerre, la carestia, la fame e l'esistenza di gente come Travaglio che quando B, non ci sarà più saprà con chi prendersela.
      Roberto Bertolotti

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    2. Rob, non è la matematica che difetta ma la conoscenza della legge elettorale in vigore al momento della votazione. La distanza non conto nulla quando basta anche un solo voto per vincere o anche quando i conteggi vengono fatti con il porcellum! In ogni caso speriamo che D'Alema si tolga definitivamente dai bip, credo abbia fatto il suo tempo.

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    3. Prodi con 17.000 voti di scarto non ha ritenuto opportuno -giustamente- fare alcun inciucio col pregiudicato, invece Bersani con 100mila voti in più non ha resistito ad allearsi con chi era arrivato 3° alle elezioni. Smacchiando smacchiando truffava e smacchiava i suoi elettori. Non te la prendere Roberto, nessuno è perfetto neppure il Leader Maximo. In compenso Maximo è diventato ambasciatore internazionale del tartufo a Norcia. Sono soddisfazioni. E' rimasto soddisfatto anche Vissani, chef preferito di Maximo. Il tuo leader è anche Vice Conte di Santa Romana Chiesa, Lui voleva essere Conte, ma la chiesa gli rispose che al momento era disponibile solo il 'vice', prendere o lasciare. Lui prese. Dovevi vederlo Roberto, felicissimo come la Pasqua, 100 bambini alla loro 1a comunione, non raggiungevano la felicità di Massimo. Inarrivabile. Elegantissimo, con tanto di fascione che gli incrociava il busto eretto sino all'infinito, con sul petto, a sinistra, dalla parte del cuore, tante madaglie da sembrare un generale dopo tante campagne di guerre e di conquiste. A questo punto un problema s'impone: come chiamare il grande leader? Compagno, amico o viceConte? Un bel rebus, ma la soluzione è lì a portata di mano: se è in compagnia dei 'margheriti' chiamarlo 'amico' è d'obbligo, se invece è attorniato da coloro che si professano di 'sinistra' bisogna chiamarlo 'compagno', se invece lo si incontra nei pressi del Vaticano 'ViceConte' è l'appellativo giusto. Sono soddisfazioni.

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    4. va bene D'Alema è il male. Io spero che si candidi alle europee dove si vota con la preferenza, Io lo voterò, voi voterete altrove, magari in Europa ci mandiamo chi conosce la storia e la grammatica "Pino Chet". Va bene lo stesso è il bello della democrazia

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  2. E' una ricostruzione degli eventi "travagliata" e da "fatto quotidiano". In effetti il Pd voleva fare da sempre la stampella del Pdl, voleva fare il Pd-l. Ma se così fosse Grillo dovrebbe ringraziarli per una simile scelta non-politica. Ai ragionamenti del terzo tipo non sono abituato. Non saprei nemmeno cosa dire. Aspettiamo con te l'avvento di Grillo in terra. Tutto sarà più semplice. (Ma alla domanda diretta a Padellaro "Ma c'è qualcosa di buono che ha fatto il Pd?", l'ex direttore dell'Unità, ha risposto sornione "Non me lo ricordo")...

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    1. Quando hanno cominciato a maltrattare Prodi il FQ ancora non esisteva, e Travaglio era quasi sconosciuto, e Grillo, aggiungo io, svolgeva un altro mestiere. C'erano invece gli elettori che a Prodi avevano dato fiducia, tra cui il sottoscritto. Ricordo benissimo come era andata, senza avere bisogno dei Travaglio, del FQ, dei Grillo,dei Casaleggio ecc... Comprendo altrettanto benissimo che nel Paese dei dimenticoni quando qualcuno ricorda qualcosa è da considerare un alieno e che per questo non va preso sul serio.

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  3. Anziché cercare di riflettere sulle ragioni che portano Prodi a non partecipare alle primarie inventandosi un suo 'addio alla politica con sdegno', cosa che avvenuta già da qualche anno -basta solo fare uno sforzo di documentazione-, il nostro Alfio scomoda il grande De Gaulle per una di quelle sparate cultural-citazioniste che dovrebbero impressionare qualcuno e portarlo dalla propria parte. Ma evidentemente non ancora soddisfatto delle proprie performances, al buon Sabino che osa obbiettare usando l'arma degli argomenti (sui quali si può essere oppure no d'accordo), gli appioppa 'una ricostruzione degli eventi "travagliata" e da "fatto quotidiano", come a dire 'siccome non sono in grado di confutare quel che dici, uso lo stratagemma di accostarti a quegli 'infami' di Travaglio, Padellaro e Grillo, e sei servito'. Piuttosto sconsolante.

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  4. Sparate non proprio, solo una semplice traduzione dal francese, molto scolastica, ripresa da uno dei blog che tengo in rete, dove è piaciuto abbastanza. Non piace a te? Me ne farò una ragione. Quanto alla ricostruzione degli eventi delle cadute di Prodi, non ho voglia di ricercare in rete la ricostruzione esatta degli eventi. L'ha fatto diverse volte Travaglio e D'Alema l'ha smentito più volte, Avevo un link abbastanza particolareggiato di una fonte terza su quelle vicende di 15 anni fa (1998), ma non lo trovo più. Idem per il secondo Prodi. Il senso del mio intervento, per chi non lo avesse capito è che c'è uno stile anche nelle uscite di scena, che Prodi in questa circostanza non ha dimostrato. Il mio pezzo su "Lettera 43" ha preceduto un post di uguale tenore del giornalista di Repubblica Sebastiano Messina che vi riporto perché lo condivido in toto (ops, troppo latino: "integralmente") --- "Prodi, il paladino delle primarie, non voterà alle primarie del Pd. È ancora offeso, evidentemente. Ma chi è vendicativo, è prigioniero del passato e mette se stesso al centro del mondo non è il miglior presidente possibile. È difficile uscire di scena, dopo aver avuto tutto dalla politica. Ma ci vuole classe anche per fare Cincinnato..." Statemi bene tu e Sabino, il grillino larvato (Larvatus prodeo diceva Descartes) e il grillino a mille carati...

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    1. Provare invece a riflettere sui "101" che hanno accoltellato Prodi alle spalle? Forse aiuterebbe a capire perchè la dirigenza del PD va da una parte mentre la base andrà presto dall'altra...
      Propongo un articolo secondo me interessante:
      http://damilano.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/11/11/lo-scisma-silenzioso/

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    2. Difficile che i frullatori d'acqua riflettano. Hanno la battuta sempre pronta ma con quella non si va da nessuna parte. E poi ci si domanda perché non vincono più le elezioni o perché un PD partorisce un Renzi!

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    3. Caro Massimo, prima di mandare la dirigenza da una parte e la base dall'altra, almeno aspettiamo che avvenga. Non facciamo come i grandi giornalisti del "mis -fatto quotidiano" che per mesi hanno insistito su Napolitano che avrebbe concesso la grazia al Cav. Almeno aspettiamo che succeda, tanto mi pare di capire a voi del >PD interessa poco.
      Quanto ai frulatori,anche loro riflettono...mi sembra ingeneroso per i frullatori che tu mi,ci paragoni a loro. Sono anni che i "sinistri" si augurano la fine del PDS,DS,PD, per la legge dei grandi numeri prima o poi succederà. E voi potrete dire " l'avevo detto".
      Roberto

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