venerdì 8 marzo 2013

Accerchiato dalla base del Pd

Dal Corriere di oggi, articolo di Paola Di Caro, pag. 3.

«Accerchiato da sentenze in arrivo e inchieste appena aperte, convinto che oltre a quelle appena subite altre condanne arriveranno a breve (a partire dal processo Ruby), angustiato dal dolore agli occhi che, assicurano, lo tormenta davvero, Berlusconi è descritto come arrabbiato e deluso da un Pd che "Non farà l'accordo con Grillo e non lo farà nemmeno con noi, perché la loro base è troppo contraria e non avranno la forza di opporsi".»

Ohibò! Un partito con una base?! Che condiziona i vertici del proprio partito?!... Ma cos'è?! Un partito democratico!? Ma che stranezza!!! Nel suo partito (ops! lui non l'ha mai chiamato" partito", ma Forza Italia, Casa della Libertà, Popolo della libertà, ma mai partito: che schifo!) non c'è mai stata una base,  se evidentemente Lui, Silvio, ha potuto candidare Igieniste dentali e dar luogo a una vera "Mignottocrazia" (termine inventato dal deputato PDL Corrado Guzzanti).
E perché mai la base del Pd, che notoriamente non si lava e puzza,  dovrebbe consentire ai propri vertici un accordo con lui?
Silvio, ci mancherai!



4 commenti:

  1. Tra un capo, un guru e un dirigente scelto con procedure democratiche, chiunque sano di mente dovrebbe preferire quest'ultimo. Invece succede che le cose vadano diversamente. Ma non ne consegue, in modo sillogistico, che gli altri siano 'insani'. Le cose sono un po' più complicate di quanto una banale e frettolosa logica vorrebbe. E' questione di persone? di stile? di contenuti? di modi d'essere? di modi di comunicare? Tutto questo e altro ancora, la faccenda è maledettamente seria, e non ammette scorciatoie né semplificazioni. Ma da qualche parte bisognerà pur cominciare, a riflettere e a trarne le conseguenze.

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  2. Marino, quando avrai finito i mumble mumble con te stesso non ti sarà difficile comprendere che il centro del pezzo era la forma-partito. Ho letto da qualche parte che alcuni aspetti della democrazia (compreso la forma-partito) non sono un "bug" della politica ma una "future", non una falla del sistema ma una sua funzione. Qual è il partito di B.? Non c'è: c'è una corte. B. non è De Gaulle (scherziamo?); quando morirà lui finirà il cartello delle destre messe insieme. Ciò detto nella forma-partito si riesce a imporre la linea ai vertici (tanto che B. se ne duole quasi), nella forma-corte il monarca può cambiare d'emblée il nome del partito, le strategie, le finalità della sua politica e tutti zitti e senza fiatare... Ti prego: tieni la nota: ti vedo preso da dialoghi con te stesso, come sdoppiato in due, e noto che a uno di questi due hai dato erroneamente il nome del Pd...

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    1. Tu invece sei tutto d'un pezzo, certezze granitiche: il PD è l'unico vero partito, il 'grande' partito come ai bei tempi,e gli altri non sono che schifezze. Peccato che il grosso degli italiani non se ne si accorto, ma si sa sono stupidi e ignoranti, rincoglioniti dalla televisione. Se poi quelli curiosi, indisciplinati, e incursori dei campi altrui, categoria alla quale mi piace appartenere, li percepisci come affetti da 'sdoppiamento', beh meglio sdoppiati, anzi frantumati ad osservare le mille e mille sfaccettature della vita che fedeli 'all'ideale' che si vedono sfuggire la realtà.

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    2. Cerco di dare una mano al partito a cui sono iscritto. Sono stato simpatizzante per molti anni, ho ritenuto questo il momento di uno schieramento più partecipe. Per adesso le mie ragioni restano intatte. Quando cadranno abbandonerò questo blog e ne farò un altro... Marino, i dialoghi con te stesso appaiono dai contenuti dei tuoi post, non dalle mie osservazioni. Spesso la vis polemica ti induce a perdere di vista il focus dell'articolo con cui polemizzi. Sembrerebbe che tu abbia voglia di polemizzare, diciamo così, a prescindere...

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