domenica 16 dicembre 2012

Disuguaglianze

C’è chi guadagna precariamente mille-milleduecento euro al mese collaborando con un deputato, dopo essersi meritato una laurea e anche un dottorato, seguito da una specializzazione Ssis per abilitarsi all’insegnamento, ma  non si lamenta e all’età di 31 anni,  per poter vivere, si rimette in gioco con il “concorsone” di domani (320 mila concorrenti per 11mila posti!).
C’è anche chi segue corsi di formazione fino al momento di andare in pensione, ovviamente non per prospettive di carriera, ma per “arricchimento” personale da spendere sui ragazzi e non richiede il rimborso delle spese di trasporto e quelle panino+caffè ingoiato nell’ora di pausa-spostamento+pranzo perché si vergogna…Ce ne sono tanti, tantissimi di casi esemplari di una normalità di merito, apparentemente sprecato, e di sacrifici vissuti come impegno.
C’è anche chi riceve (“guadagna” sembra una parola grossa) dieci-dodicimila euro mensili come consigliere regionale eletto in qualche lista irregolare e usa il tuo denaro, grazie alla propria posizione privilegiata, per pagarsi vari “generi voluttuari”, operazione definita dall’exGovernatore-exCeleste della Lombardia un fenomeno limitato di “uso improprio del denaro”.
La disuguaglianza viene sempre nominata come divario economico, ma il gap vero è quello morale e culturale tra chi per vivere affronta sfide e difficoltà quotidiane e chi ha l’assillo di fregare allegramente il prossimo “sfigato”.
Non è il momento però di dare lezioni di morale. Impegnamoci piuttosto  a risolvere rapidamente, prima delle elezioni, l’enigma visto all’estero come stupefacente: perché da più di un decennio quelli del secondo tipo, cioè quelli che fanno “un uso improprio del denaro” - aggiungiamo il termine obsoleto “pubblico”- finiscono tutti in luoghi dove si dovrebbe amministrare il bene comune?

                                                                                                                 Franca Marchesi

2 commenti:

  1. A proposito dell'uso di denaro pubblico per le spese personali definito da Formigoni "fenomeno isolato di uso improprio del denaro....", ma, che catechismo ha frequentato l'ex governatore?Al catechismo che ho frequentato io si chiamava RUBARE ed il VII Comandamento recita "Non RUBARE" e non " Non fare uso improprio del denaro", magari pubblico.

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  2. Condivido la riflessione.

    Oltre a esprimere massimo rispetto per la prima categoria e il massimo del biasimo per la seconda, voglio guardare avanti.

    Voglio pensare ad un futuro in cui gli "eletti" costeranno meno alla collettivita' e avranno un tale rispetto per i cittadini che sono chiamati a governare che smetteranno di rubare.

    Voglio pensare ad un futuro in cui nessun politico o potente potra' approfittarsene perche' ci sara' un'opinione pubblica talmente attenta che i disonesti verranno subito allontanati dalle funzioni di governo.


    Voglio pensare ad un futuro dove chi guadagna mille euro ne guadagni mille e cinquecento e chi ne guadagna dicimila ne guadagni cinquemila ed entrambi non avranno paura della poverta' perche' ci sara' uno stato sociale che li supportera' nel caso soppravvenisse una disgrazia. Un futuro dove la ridistribuzione della ricchezza sara' vista come una cosa normale e non una bestemmia.

    Un futuro cosi' non e' irrealizzabile, basta poco, basta tornare ad occuparsi come si deve della cosa pubblica e convincerci che il benessere di ciascuno di noi si ottiene solo attraverso il benessere di tutta la societa'.

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