Lunedì 17 Dicembre è
stato presentato, discusso e votato dal Consiglio Comunale il “Piano di diritto
alla studio per l’anno scolastico 2012/2013”. Il piano, presentato attraverso
delle slide dall’Assessore Olivieri è “lo strumento con il quale l’Amministrazione comunale, in
collaborazione con l’Istituto Comprensivo, favorisce l’accesso all’istruzione
dei bambini e dei ragazzi frequentanti le scuole dell’infanzia, primarie e
secondarie di primo grado, situate sul territorio comunale” come recita lo
stesso documento nella sua introduzione. Ci troviamo di fronte quindi a un
documento fondamentale per la crescita e l’apprendimento degli studenti
cassinesi. Un documento base che definisce le modalità di azione che il Comune ha
adottato per accompagnare la formazione dei nostri ragazzi. Quindi un documento
che mostra alla città la filosofia che muove le scelte in campo scolastico /
formativo dell’Amministrazione Comunale. Il piano, abbastanza lungo e
complesso, comprende alcuni punti fondamentali che spaziano dalla manutenzione
degli edifici, alla refezione scolastica, ai progetti per la continuità
formativa fino ad arrivare ai contributi per le scuole paritarie. Una prima
critica che mi sento di fare riguarda proprio la mancanza di progettualità, la mancanza
di visione futura della scuola, perché il piano è tutto concentrato sui costi,
sulle manutenzioni, sui servizi che sembrano essere sempre più un peso per la
nostra Amministrazione.
E poi l’aspetto economico, tema intorno al quale in aula si è concentrata tutta la discussione. I costi che le famiglie cassinesi sostengono per la refezione scolastica sono una cosa non da poco visto che la maggior parte dei ragazzi che frequentano le scuole, 556 su 1071 frequentanti, secondo i dati contenuti nel Piano e forniti dallo stesso Assessore Olivieri, rientrano nella fascia più alta (secondo l’indicatore ISEE) pagando 5,40 euro di buono pasto. Tutto è stato detto dai consiglieri di opposizione su questo punto, inutile aggiungere altro. Ma, da neo cassinese poco conoscitore dei fatti, leggendo in un secondo momento e più approfonditamente il Piano dell’Amministrazione scopro, mio malgrado, che a pesare sulle tasche delle famiglie cassinesi esiste una seconda voce, molto consistente, che riguarda il servizio trasporto. Il costo è di 20 euro mensili e secondo i dati è molto utilizzato. Sono 228 i ragazzi che utilizzano i mezzi di trasporto per raggiungere le scuole. Immagino che i principali fruitori di questo servizio siano i figli dei cassinesi della frazione di Sant’Agata, che non possono fare altrimenti. Facciamo un esempio pratico. Prendiamo una famiglia con due figli, di reddito medio (tra i 22001 euro e i 26000 euro) e residente a Sant’Agata. A conti fatti, se entrambi i figli utilizzano il servizio trasporto e la mensa, mediamente il prezzo sborsato dalla famiglia è di 234 euro mensili. Una mini batosta, che incide tantissimo sul bilancio famigliare, soprattutto ora in un periodo di crisi, di lavoro precario e di lavoro che manca. Credo, anche in virtù del fatto che il Comune elargisce un contributo di 49000 euro alle scuole paritarie, che un ragionamento di agevolazione rispetto i due servizi possa, anzi debba essere fatto. E, se guardiamo più in generale all’idea che qualcuno ha di abbattere le scuole cittadine per costruirle da altre parti, viene da pensare che lo sforzo e l’impegno comune forse dovrebbero essere dirottati verso altre più urgenti necessità. Certo dimezzare o eliminare il costo del trasporto degli scolari o della mensa non varrà il ricordo negli annali di una Amministrazione, ma per lo meno renderebbe un po di giustizia a tante famiglie cassinesi.
E poi l’aspetto economico, tema intorno al quale in aula si è concentrata tutta la discussione. I costi che le famiglie cassinesi sostengono per la refezione scolastica sono una cosa non da poco visto che la maggior parte dei ragazzi che frequentano le scuole, 556 su 1071 frequentanti, secondo i dati contenuti nel Piano e forniti dallo stesso Assessore Olivieri, rientrano nella fascia più alta (secondo l’indicatore ISEE) pagando 5,40 euro di buono pasto. Tutto è stato detto dai consiglieri di opposizione su questo punto, inutile aggiungere altro. Ma, da neo cassinese poco conoscitore dei fatti, leggendo in un secondo momento e più approfonditamente il Piano dell’Amministrazione scopro, mio malgrado, che a pesare sulle tasche delle famiglie cassinesi esiste una seconda voce, molto consistente, che riguarda il servizio trasporto. Il costo è di 20 euro mensili e secondo i dati è molto utilizzato. Sono 228 i ragazzi che utilizzano i mezzi di trasporto per raggiungere le scuole. Immagino che i principali fruitori di questo servizio siano i figli dei cassinesi della frazione di Sant’Agata, che non possono fare altrimenti. Facciamo un esempio pratico. Prendiamo una famiglia con due figli, di reddito medio (tra i 22001 euro e i 26000 euro) e residente a Sant’Agata. A conti fatti, se entrambi i figli utilizzano il servizio trasporto e la mensa, mediamente il prezzo sborsato dalla famiglia è di 234 euro mensili. Una mini batosta, che incide tantissimo sul bilancio famigliare, soprattutto ora in un periodo di crisi, di lavoro precario e di lavoro che manca. Credo, anche in virtù del fatto che il Comune elargisce un contributo di 49000 euro alle scuole paritarie, che un ragionamento di agevolazione rispetto i due servizi possa, anzi debba essere fatto. E, se guardiamo più in generale all’idea che qualcuno ha di abbattere le scuole cittadine per costruirle da altre parti, viene da pensare che lo sforzo e l’impegno comune forse dovrebbero essere dirottati verso altre più urgenti necessità. Certo dimezzare o eliminare il costo del trasporto degli scolari o della mensa non varrà il ricordo negli annali di una Amministrazione, ma per lo meno renderebbe un po di giustizia a tante famiglie cassinesi.
RispondiEliminaPurtroppo da qualche anno i cittadini di Cassina hanno imparato a fare a meno di interessarsi a cosa fa l’Amministrazione per la scuola: il Piano per il Diritto allo studio non viene presentato alla cittadinanza e messo in discussione prima della sua approvazione; viene ritenuto un fatto sostanzialmente finanziario e di politiche della maggioranza.
Mi stupisce relativamente, quindi, che un articolo come il tuo, documentato e a mio parere condivisibile, invece di sollevare confronto e dibattito, cada nel silenzio: nessun commento. Eppure le scelte e le politiche sulla scuola, oggi più che mai, con la scuola depauperata delle sue risorse da un decennio di tagli passati per lo più inosservati, sono decisive per le sorti dell’istruzione, vale a dire per il futuro dei nostri figli e nipoti.
Forse ormai abbiamo abdicato al compito di controllo, gestione e rappresentanza attiva che il ruolo di genitori e di insegnanti ci ha assegnato dai tempi della istituzione degli organismi collegiali nel 1974?
Io manco dalla scuola di Cassina ormai da tre anni, ma chi è al suo interno, chi è direttamente coinvolto… nessuno che si prenda la briga di verificare se quanto scritto nel patinato Piano corrisponda a realtà ed è effettivamente quanto i cittadini si aspettano dall’Amministrazione per la scuola di tutti? Nessuno che voglia dedicare un po’ del suo tempo a sviluppare quanto hai detto nel tuo importante post o a interloquire sui temi che hai messo sul tavolo? Forse alla gente va comunque bene così?
Franca