C’è anche chi
segue corsi di formazione fino al momento di andare in pensione, ovviamente non
per prospettive di carriera, ma per “arricchimento” personale da spendere sui
ragazzi e non richiede il rimborso delle spese di trasporto e quelle panino+caffè
ingoiato nell’ora di pausa-spostamento+pranzo perché si vergogna…Ce ne sono
tanti, tantissimi di casi esemplari di una normalità
di merito, apparentemente sprecato, e di sacrifici vissuti come impegno.
C’è anche chi
riceve (“guadagna” sembra una parola grossa) dieci-dodicimila euro mensili come
consigliere regionale eletto in qualche lista irregolare e usa il tuo denaro, grazie alla propria
posizione privilegiata, per pagarsi vari “generi voluttuari”, operazione
definita dall’exGovernatore-exCeleste della Lombardia un fenomeno limitato di “uso improprio del denaro”.
La disuguaglianza
viene sempre nominata come divario economico, ma il gap vero è quello morale e
culturale tra chi per vivere affronta sfide e difficoltà quotidiane e chi ha
l’assillo di fregare allegramente il prossimo “sfigato”.
Non è il momento
però di dare lezioni di morale. Impegnamoci piuttosto a risolvere rapidamente, prima delle elezioni,
l’enigma visto all’estero come stupefacente: perché da più di un decennio
quelli del secondo tipo, cioè quelli che fanno “un uso improprio del denaro” - aggiungiamo
il termine obsoleto “pubblico”- finiscono
tutti in luoghi dove si dovrebbe amministrare il bene comune?
Franca Marchesi
A proposito dell'uso di denaro pubblico per le spese personali definito da Formigoni "fenomeno isolato di uso improprio del denaro....", ma, che catechismo ha frequentato l'ex governatore?Al catechismo che ho frequentato io si chiamava RUBARE ed il VII Comandamento recita "Non RUBARE" e non " Non fare uso improprio del denaro", magari pubblico.
RispondiEliminaCondivido la riflessione.
RispondiEliminaOltre a esprimere massimo rispetto per la prima categoria e il massimo del biasimo per la seconda, voglio guardare avanti.
Voglio pensare ad un futuro in cui gli "eletti" costeranno meno alla collettivita' e avranno un tale rispetto per i cittadini che sono chiamati a governare che smetteranno di rubare.
Voglio pensare ad un futuro in cui nessun politico o potente potra' approfittarsene perche' ci sara' un'opinione pubblica talmente attenta che i disonesti verranno subito allontanati dalle funzioni di governo.
Voglio pensare ad un futuro dove chi guadagna mille euro ne guadagni mille e cinquecento e chi ne guadagna dicimila ne guadagni cinquemila ed entrambi non avranno paura della poverta' perche' ci sara' uno stato sociale che li supportera' nel caso soppravvenisse una disgrazia. Un futuro dove la ridistribuzione della ricchezza sara' vista come una cosa normale e non una bestemmia.
Un futuro cosi' non e' irrealizzabile, basta poco, basta tornare ad occuparsi come si deve della cosa pubblica e convincerci che il benessere di ciascuno di noi si ottiene solo attraverso il benessere di tutta la societa'.