…e allora perché questa voglia di votare?
Dopo l’elezione del Sindaco di
Milano Pisapia, il 30 maggio 2011, in
occasione dei referendum del 12-13 giugno 2011, con un’affluenza di oltre il 54%,
su acqua, nucleare e legittimo impedimento (ricordiamo?) prevalse l’Italia dei beni comuni.
Domenica scorsa più di tremilioni di
cittadini si sono recati alle primarie
del centro sinistra Italia Bene Comune ad esprimere un voto “per”, non
un voto “contro” come le demagogie populiste hanno sempre predicato nel
recente passato (contro il comunismo, contro roma-ladrona, contro i partiti…).
Andare
a votare è faticoso: comporta muoversi, dedicare del tempo, ma costa fatica
anche perché non abbiamo mai a disposizione il candidato ideale, la scelta
perfetta; dobbiamo attivarci e metterci in gioco in operazioni che si chiamano informazione, confronto, mediazione…
Eppure in tanti siamo andati a
votare e abbiamo riscoperto che molti
sono i motivi che spingono le persone a votare.
Si va a votare per dire “io ci sono”; si va a votare per scegliere o per evitare la
scelta peggiore cioè quella di non
scegliere; si va e si vota perché è
un diritto, perché il voto è un dovere;
si vota per prendere parte, per sentirsi ed essere cittadini; si va a
votare perché ci riconosciamo in un
gruppo, si vota per distinguerci da
chi non lo fa; si va soprattutto a votare perché si può farlo e che ”si possa” non è poi così
scontato... La possibilità di scegliere
e decidere insieme deve essere salvaguardata: in un momento di debolezza
della democrazia uno scatto di partecipazione riafferma con forza il suo valore.
, Franca Marchesi
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