Proprio perché oggi regna l’abbaglio e l’appiattimento tecnologico e mediatico, i ragazzi sono potenzialmente conquistati dagli autori classici, alternativi e ricchi di novità rispetto ai messaggi dominanti. In tempi non lontani nel triennio delle medie mi sono quasi stupita di trovare classi interessate agli eroi omerici, a brani della Divina Commedia o dei Promessi Sposi, forse più di quanto potevamo esserlo noi che ne facevamo indigestione. Di certo possono cambiare i modi di proporli, i linguaggi, i canali comunicativi, la capacità di trasmettere passione e mai frustrazione. Oggi, come ieri, l’insegnante deve imparare a “fare le cose difficili” (G.Rodari), ben sapendo che per i ragazzi, in quel momento evolutivo della vita, i coetanei sono gli educatori più importanti. “Caro Gennariello (…) essi esautorano ai tuoi occhi sia la famiglia che la scuola. Riducono a ombre boccheggianti padri e maestri” (da Pier Paolo Pasolini “I ragazzi sono conformisti due volte”, "Il mondo", 15 maggio 1975).
Consideriamo anche che docenti e famiglie un tempo generalmente uniti sul fronte educativo ciascuno col proprio ruolo, oggi vivono una situazione di difficile alleanza e spesso si scaricano reciprocamente le responsabilità della deriva di tante giovani creature in balia di un mondo virtuale dove conta solo il denaro e il successo mediatico…
Invece di pensare di ripristinare autorità e disciplina con la reintroduzione del voto, com’è successo nel passato recente, sarebbe stato più produttivo sostenere progetti seri e far maturare sinergie tra scuola e famiglia, confrontandosi, non su numeri scritti sul registro, ma sul più spinoso terreno dei modelli educativi e del processo di crescita del fanciullo, cercando insieme soluzioni.
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novembre 2012 Franca Marchesi
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