sabato 13 aprile 2013

I fatti contano più dellee parole


Prime pagine di tutti, o quasi, i giornali di oggi: il 5 Stelle ufficializza i 10 nomi da far votare ai suoi per scegliere il candidato da proporre al Colle. I dieci candidati scelti sono, in ordine alfabetico: - Bonino Emma - Caselli Gian Carlo - Fo Dario - Gabanelli Milena Jola - Grillo Giuseppe Piero detto Beppe - Imposimato Ferdinando - Prodi Romano - Rodotà Stefano - Strada Luigi detto Gino - Zagrebelsky Gustavo.
Un semplicissimo ragionamento. Se Grillo e Casaleggio avessero avuto il coraggio di far votare ai loro sostenitori la proposta di un accordo con il Partito Democratico per il governo del paese avrebbe vinto, molto probabilmente, il si. Da quelle parti è però preferibile il metodo del "io sono il capo, io comando". Meglio non correre rischi. Un'occasione persa.

2 commenti:

  1. Quasi nessuno ha commentato il mio post "Un partito detto democratico..." nel quale tentavo di attirare l'attenzione sul documento di Fabrizio Barca. Meno di pochi quindi si saranno presi la briga di leggere detto documento; (l'unico commento, con tutto il rispetto anche per qualche verità che contiene, mi sembra estraneo allo spirito del documento stesso). Questo mi fa pensare, caro Andrea, che quella che tu segnali a proposito dei 5stelle, sia piuttosto un carattere abbastanza diffuso nell'Italia dei macropartiti in generale...

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  2. Cara Franca, grazie per il 'quasi nessuno' e per l''estraneo allo spirito del documento stesso'. L'ho quasi finito di leggere, è molto complesso e piuttosto faticoso nella lettura, dopo un po' ti vien voglia di piantarla lì. Va bene per un seminario di studi, per un conclave di esperti, per una pubblica discussione ci vuole altro, una comunicazione snella, semplice (ma non semplicistica, cioè banale come i programmi elettorali), uno stile più narrativo (alla Vendola) e più aggressivo. E poi - per essere credibile- ci vuole la presenza, anzi direi l'imprudenza (alla Renzi, spesso scambiata per impudenza). Insomma sto cervellone deve mettersi in gioco, scommettere su di sè, rischiare, altrimenti siamo in presenza della ricorrente prova di retorica per quanto innovativa.

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