Appena ha conosciuto a fondo
Berlusconi ha capito di che pasta fosse fatto “ l’unto dal Signore” ed è
diventato un’icona della sinistra. Era e rimaneva un uomo di destra che non
vedeva il suo modello (di destra) rappresentato.
Abbiamo continuato con FINI, qualche gradino sotto a
Montanelli, ma anche per lui è bastato che si schierasse contro il
Cavaliere e
subito ci veniva indicato come l’uomo da cui prendere esempio. Lui si che
sapeva come sconfiggere il Cavaliere, che la sinistra imparasse da lui,
soprattutto il PD.
Non oso nemmeno immaginare cosa
sarebbe successo se la vicenda di Montecarlo o anche quella della scorta
fossero “capitate” a Bersani!!!! Fini è un uomo di destra che nel suo percorso
politico ha maturato convinzioni ha effettuato scelte che lo hanno portato
politicamente nel centro destra “presentabile”, quello dei gollisti francesi
della CDU, del partito conservatore inglese. Ma sempre nel centro destra, non
nel centro sinistra.
DI PIETRO, storia diversa da tutti e due i precedenti, ma
sicuramente non di sinistra. Non lo dico perché stava per diventare Ministro
nel primo governo Berlusconi (ha rifiutato) ma semplicemente perché nel
proporre a lui l’incarico il centro destra “vedeva” in lui la sua matrice
politica.
Qualcuno nel centro sinistra
ancora oggi che ha scelto derive populiste che servono solo per aumentare il
suo peso parlamentare, ma non portano niente di costruttivo, lo indica come
esempio da seguire. Io sono e resto vaccinato contro coloro che non distinguono
fra Napolitano e Cossiga e fra Monti e Berlusconi.
TRAVAGLIO, chi mi conosce lo
sa, non mi è mai piaciuto. Anche quando veniva invitato nelle iniziative “ di
sinistra” io ho sempre evitato di andarci. Non era tanto la sua supponenza
quando diceva di essere un uomo di destra, ma di una destra corretta, ma il
fatto che “lui era sempre dalla parte della ragione e tutti gli altri
sbagliavano”. Oggi forse qualcuno in più comincia a non sopportarlo nel centro
sinistra. Era ora.
GRILLO, oggi è per me l’uomo più pericoloso della destra. Scommettiamo
che tra un po’ se ne accorgeranno in molti?
Per Di Pietro, ricordo, che ci fu anche un piccolo errore di D'Alema, quando decise di candidarlo nel Mugello. Fu un errore di eccessivo "togliattismo", ossia realismo politico con una dose di calcolo che, però, si rivelò totalmente sbagliato. Il presupposto era che un populista di tale caratura (eravamo a ridosso di "Mani pulite") in libera uscita non poteva essere lasciato in balia di se stesso col rischio che venisse risucchiato dalla destra politica. Da qui la decisione di "egemonizzarlo" gramscianamente. Ma l'uomo - un Bertoldo che ha studiato diritto - s'è dimostrato non gestibile: ha fregato in serie dopo D'Alema prima Occhetto e poi Veltroni. Adesso naviga nell'area tra Zipponi, Travaglio, FIOM ecc... incredibile solo a pensarlo 20 anni fa... Ma nell'ultimo periodo ha sbroccato proprio ed è fuori come un balcone...
RispondiEliminaOhibò! Questa sì che è una notizia, "piccolo errore di D'Alema". Non è che adesso bisogna chiamarlo "Leaderino Minimum"?
RispondiEliminaSabino lascia perdere, non puoi andare dietro a ogni balzo di palla. Diventi matto. Non ti piace D'Alema, l'abbiamo capito. A me sì. Ma quello di candidare un magistrato che prendeva in "prestito" Mercedes da 100 milioni di lire, fu un errore, visto alla luce degli sviluppi futuri. Ma chi non fa errori? Ti prego di non replicare a questo post: sono "sazio" dei tuoi interventi.
EliminaEsaudito.
EliminaCondivido in pieno il tuo post, questo denota pero' l'insicurezza della sinistra e la continua volonta' di rilancio come se non bastasse mai.
RispondiEliminaSecondo me a sinistra ci sono leader a sufficenza, e' inutile andare a cercarli nel campo avversario.