domenica 26 agosto 2012

Quando gli uomini di destra affascinano la sinistra

Abbiamo cominciato con MONTANELLI, persona degnissima, anche quando era organicamente schierato con la destra o quando invitava a turarsi il naso ma a votare DC.
Appena ha conosciuto a fondo Berlusconi ha capito di che pasta fosse fatto “ l’unto dal Signore” ed è diventato un’icona della sinistra. Era e rimaneva un uomo di destra che non vedeva il suo modello (di destra) rappresentato.

Abbiamo continuato con FINI, qualche gradino sotto a Montanelli, ma anche per lui è bastato che si schierasse contro il  Cavaliere e subito ci veniva indicato come l’uomo da cui prendere esempio. Lui si che sapeva come sconfiggere il Cavaliere, che la sinistra imparasse da lui, soprattutto il PD.
Non oso nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se la vicenda di Montecarlo o anche quella della scorta fossero “capitate” a Bersani!!!! Fini è un uomo di destra che nel suo percorso politico ha maturato convinzioni ha effettuato scelte che lo hanno portato politicamente nel centro destra “presentabile”, quello dei gollisti francesi della CDU, del partito conservatore inglese. Ma sempre nel centro destra, non nel centro sinistra.

DI PIETRO, storia diversa da tutti e due i precedenti, ma sicuramente non di sinistra. Non lo dico perché stava per diventare Ministro nel primo governo Berlusconi (ha rifiutato) ma semplicemente perché nel proporre a lui l’incarico il centro destra “vedeva” in lui la sua matrice politica.
Qualcuno nel centro sinistra ancora oggi che ha scelto derive populiste che servono solo per aumentare il suo peso parlamentare, ma non portano niente di costruttivo, lo indica come esempio da seguire. Io sono e resto vaccinato contro coloro che non distinguono fra Napolitano e Cossiga e fra Monti e Berlusconi.

TRAVAGLIO, chi  mi conosce lo sa, non mi è mai piaciuto. Anche quando veniva invitato nelle iniziative “ di sinistra” io ho sempre evitato di andarci. Non era tanto la sua supponenza quando diceva di essere un uomo di destra, ma di una destra corretta, ma il fatto che “lui era sempre dalla parte della ragione e tutti gli altri sbagliavano”. Oggi forse qualcuno in più comincia a non sopportarlo nel centro sinistra. Era ora.

GRILLO, oggi è per me l’uomo più pericoloso della destra. Scommettiamo che tra un po’ se ne accorgeranno in molti?   

5 commenti:

  1. Per Di Pietro, ricordo, che ci fu anche un piccolo errore di D'Alema, quando decise di candidarlo nel Mugello. Fu un errore di eccessivo "togliattismo", ossia realismo politico con una dose di calcolo che, però, si rivelò totalmente sbagliato. Il presupposto era che un populista di tale caratura (eravamo a ridosso di "Mani pulite") in libera uscita non poteva essere lasciato in balia di se stesso col rischio che venisse risucchiato dalla destra politica. Da qui la decisione di "egemonizzarlo" gramscianamente. Ma l'uomo - un Bertoldo che ha studiato diritto - s'è dimostrato non gestibile: ha fregato in serie dopo D'Alema prima Occhetto e poi Veltroni. Adesso naviga nell'area tra Zipponi, Travaglio, FIOM ecc... incredibile solo a pensarlo 20 anni fa... Ma nell'ultimo periodo ha sbroccato proprio ed è fuori come un balcone...

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  2. Ohibò! Questa sì che è una notizia, "piccolo errore di D'Alema". Non è che adesso bisogna chiamarlo "Leaderino Minimum"?

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    1. Sabino lascia perdere, non puoi andare dietro a ogni balzo di palla. Diventi matto. Non ti piace D'Alema, l'abbiamo capito. A me sì. Ma quello di candidare un magistrato che prendeva in "prestito" Mercedes da 100 milioni di lire, fu un errore, visto alla luce degli sviluppi futuri. Ma chi non fa errori? Ti prego di non replicare a questo post: sono "sazio" dei tuoi interventi.

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  3. Condivido in pieno il tuo post, questo denota pero' l'insicurezza della sinistra e la continua volonta' di rilancio come se non bastasse mai.

    Secondo me a sinistra ci sono leader a sufficenza, e' inutile andare a cercarli nel campo avversario.

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