“i sindacati fanno schifo
dobbiamo fare qualche cosa di diverso”.
E dopo poco tempo gli “schifati”
fondavano un nuovo ennesimo sindacato, localistico, di nicchia che dopo poco tempo
si univa con altri fino a diventare un nuovo sindacato, che, perdonatemi la
franchezza, fa più schifo di quelli che ci sono da 100 o 50 anni.
Qualcosa di simile sta avvenendo
in politica oggi.
A parte i Partiti “personali” che
esistono in quanto esiste quello specifico leader e sono destinati a seguirne
le sorti, in questi ultimi anni sono
nati (ma anche morti) moltissimi movimenti.
Quelli ancora in vita –
naturalmente non hanno molta simpatia per i Partiti – hanno preso atto che
anche la loro breve vita è a rischio se non viene inserita in un progetto
politico più ampio.
Quindi una serie di movimenti
hanno deciso di aderire al progetto costituente di “ALBA” acronimo di Alleanza,
Lavoro, Beni comuni, Ambiente.
Quando il progetto costituente a
cui lavorano intellettuali e persone molto serie, sarà terminato, la sorte di ALBA sarà quella di costituirsi
in una sorta di Partito o comunque darsi una forma organizzativa molto simile
ai Partiti.
Il tutto per candidarsi alle prossime
elezioni, con l’obiettivo di mettere in difficoltà i Partiti esistenti e di
“recuperare” quel 45% di persone che non vogliono andare a votare.
In attesa di sapere come la pensa
ALBA sulla questione dell’Ilva ( Lavoro e Ambiente del loro nome sono in
conflitto….) azzardo una previsione : appena si comincerà a passare
dalla fase degli slogan a quello delle proposte ho come la sensazione che da
Alba nasceranno Alba 2 e magari anche Alba chiara. Almeno che anche loro non
usino il sistema dei Partiti che vogliono sostituire: quello della non
chiarezza.
Se ti candidi a governare devi
dire cosa fai, se vuoi solo andare nel vituperato Parlamento (per
cambiarlo….naturalmente) non serve.
Roberto Bertolotti
Roberto, come sempre sei lucido e implacabile nelle tue argomentazioni. Buon ferragosto a te e a tutti gli amici del blog!
RispondiEliminaHo visto il manifesto politico di ALBA in http://www.soggettopoliticonuovo.it/
RispondiEliminaC'è dietro Marco Revelli un elegantissimo(intellettualmente) drop out della sinistra storica. Noto che l'idea di "Bene comune" ormai è entrata in circolazione dopo il noto saggio di Toni Negri. Nessuna obiezione, la politica è la politica, mica puoi mettergli le braghe. Quello che non capisco è: ma non c'era già SEL a coprire quest'area politica? Non è che la sinistra della sinistra ha sempre la solita malattia del frazionismo? Il bisogno di una purezza incontaminata di chi si distanzia da SEL ormai evidentemente ritenuta attratta dall'egemonia del PD?