venerdì 17 agosto 2012

Profitto, Lavoro, Ambiente

Sto seguendo, con molta apprensione, la situazione dell'ILVA di Taranto, nata nel lontano 1905.
Da allora ai giorni nostri purtroppo l'unica voce prevalente è sempre stata : profitto.
Quello  che mi fa più rabbia e, non vale solo per la siderurgia, è che in Italia gli imprenditori e le banche a cui si appoggiano, prima distruggono e poi cercano di porre rimedio  al danno, cercando però di salvaguardare il più possibile il proprio tornaconto.
Anche negli altri Stati il profitto è basilare per qualsiasi attività ma, dove possibile, si prevengono i danni. Questo, nel tempo,  spesso aumenta ancora di più il guadagno.
Infatti l'assurda situazione dell'Ilva non esiste nelle acciaierie della Germania, di Pittsburgh in Usa o della Francia.
Non sono più sciocchi di noi, anzi. Le loro fabbriche producono e tanto ma non distruggono l'ambiente e le persone dato che il problema è stato risolto molto alla radice.
Possibile che l'italiano copia solo il peggio degli altri Paesi e mai il meglio?
D'altronde cosa si può pretendere da una Società in cui la corruzione è la pratica più diffusa?
Anche Riva, il privato a cui abbiamo svenduto questa fabbrica, prima a partecipazione statale, oggi è indagato dalla Procura di Taranto per corruzione e concussione in quanto ha  occultato la verità sulla reale entità dell'inquinamento.
Se i vari Governi italiani avessero gestito meglio le grosse industrie statali  non saremmo stati costretti a vendere a privati (vedi Dalmine  ceduta nel 1996 dall'Iri alla famiglia Rocca ad un prezzo non certo pari al suo valore, causa forti indebitamenti dell'IRI). Come si sa il privato ha poi  le mani  più libere nelle sue scelte.
Infatti Riva, non  solo non ha provveduto a modernizzare la fabbrica in modo da proteggere  lavoratori e ambiente  ma ha cercato semplicemente  di fare più profitto  possibile.
Devo dire con poca lungimiranza. Infatti oggi non solo rischia di perdere  e far chiudere la fabbrica ma anche di finire in galera per i morti di tumore ma, grazie alle intercettazioni telefoniche, anche per corruzione dei periti che avrebbero dovuto certificare l'esatta percentuale delle emissioni di gas accettabili.
La mia domanda è: ma per il profitto si distruggono vite umane senza batter ciglio?
Oggi ci troviamo in questa tremendo conflitto : da una parte l'obbligo di tutelare la salute dei cittadini e dall'altra il diritto al lavoro degli stessi. 
Va anche ricordato che l'Ilva di Taranto non solo è la fabbrica siderurgica più importante d'Europa ma produce acciaio per molte altre ditte italiane collegate che, di conseguenza, rischiano  anche loro la chiusura.
Non solo la Puglia ma tutta l'industria italiana non può permettersi di perdere questa parte importante della nostra industria. Spero proprio che i ministri oggi a Taranto trovino una soluzione per tutto, anche se sarà molto difficile.
Tutti devono partecipare: Ilva (Riva), Governo, Enti regionali e Magistratura. 
Quindi vorrei chiedere ad alcuni politici (IDV, Rifondazione, Verdi e altri) di smettere con il loro populismo.
In questo momento bisogna pensare solo a conciliare questi due macigni : il lavoro e la salute delle persone.
Basta con gli slogan. Infatti ai vari Grillo, Di Pietro e Verdi chiederei di parlare solo se hanno soluzioni fattibili e non demagogiche perchè, in caso di chiusura definitiva dell'Ilva e non solo, pretenderei da loro che si facessero carico delle persone rimaste non solo senza salute ma soprattutto senza lavoro.
Si ricordino sempre, non solo quando fa loro comodo, la prima voce della Costituzione: l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. 
Senza questo qualsiasi Società muore.
Antonietta

4 commenti:

  1. Buongiorno Antonietta, vero, altre acciaierie d'europa, oltre a quella di brescia, producono ricchezza e non carcinomi vari, comunque mantenendosi sotto la soglia consentita. L'ILVA invece oltre al profitto regalava a destra e a manca polveri per tumori, avvelenando l'agricoltura.
    mare e popolazione. E' da estremisti obbligare l'ILVA a bonificare il territorio,a sue spese, da essa stessa avvelenato? Si? Allora io sono fra quelli, come tenta di fare il GIP di Taranto trascinandosi addosso gli strali dei giornalisti da riporto, oltre ai "politici". Politici i quali, dopo avere ridotto il parlamento a un votificio tentano di mettere le loro zampacce anche sul potere giudiziario, praticando un'ingerenza a tutti gli effetti. Noto che l'ILVA ha finanziato FI e il PD,tutto lecito, ma questo ha consentito -forse- la chiusura di un'occhio e forse 2, anzi 4. Vedo che ahi già trovato i colpevoli,
    i soliti populisti e demagoghi. Questa pratica di avere subito un nemico a portata di mano, è diventata tanto odiosa quanto insopportabile. Vuoi sapere di chi sono per davvero le responsabilità? Basta sapere chi ha governato negli ultimi 20anni e tutto torna.A proposito Antonietta, hai visto il video su Violante? Dove costui svela agli italiani l'accordo sottobanco con Berlusconi, accordo inciucista che dura ancora oggi? Se l'hai visto posso sapere cosa ne pensi?
    un saluto.

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    1. Buongiorno Sabino,
      Non ho visto il video di Violante. Mi è sfuggito.
      Sicuramente non sarà positivo, ma per quanto riguarda la situazione dell'Ilva, vorrei che restassimo strettamente alla drammatica situazione attuale, senza rivangare il passato , di chi e di come è successo. Forse nel mio articolo non l'ho reso bene. Sicuramente molto di quello che dici è giusto.
      Io, da pugliese, sono la prima a desiderare che miei corregionali non solo non si ammalino ma addirittura muoiano.
      Fermiamoci però un attimo. Non esiste solo questo dramma ma anche l'altro: bonifica dell'ambiente e lavoro per i pugliesi.
      Va trovata quindi una soluzione doppia da qualsiasi parte venga (Ilva, Governo, politici altri imprenditori etc.), fermo restando che la Magistratura sta facendo il suo lavoro, che consiste nell'applicare la legge, di per sè non plasmabile.
      Mi arrabbio molto con chi urla e basta in quanto, sia Grillo che i Verdi, non possono limitarsi a chiedere la chiusura della fabbrica senza pensare a soluzioni alternative che permettano agli stessi ex-lavoratori di trovare i soldi per sfamare le proprie famiglie.
      Non è semplice, tenendo presente che non solo chiuderebbe l'Ilva ma anche chi ad essa è collegata. In questo periodo di crisi non è si possono lasciare minimo 20.000 persone senza lavoro.
      Mi potrai far presente che vanno trovate altre possibilità. Ce ne sono. Sono la prima, per esempio,a constatare che tutte le regioni italiane ma soprattutto quelle meridionali hanno una grossa risorsa che non sanno sfruttare: il turismo.
      Da pugliese devo dire che questa regione è messa leggermente meglio delle altre (Calabria, Campania, Sicilia etc.), ma non basta.
      Tuttavia sia il turismo che anche l'agricoltura hanno bisogno di una grossa "ristrutturazione". Bonifica dei terreni (discariche abusive, falde acquifere inquinate etc) e bonifica dai corrotti.
      Come vedi in qualsiasi campo entriamo c'è la mano dell'uomo che distrugge tutto, e non è solo il politico. Come tante volte ho ripetuto l'uomo ha nel DNA il profitto , spesso collegato alla corruzione. L'italiano, forse, ne ha una percentuale un pò più alta!
      Ma bisogna vivere e non si vive di sola aria.
      Per questo dico sia che si bonifichi l'Ilva, i terreni o si valorizzi il turismo, Grillo e Co. mi trovino i soldi per fare tutto ciò.
      Fin quando urlano e protestano, senza soluzioni, solo per motivi di bottega stancano soltanto.
      Ti assicuro che per me non è la semplice pratica di trovare un nemico a portata di mano. Sarebbe di per sè sterile.

      Antonietta

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  2. Cara Antonietta,
    il video su Violante non è sfuggito solo a te ma ai tanti che frequentano questo blog. Io penso che non è così, la curiosità è donna ma spesso si traveste anche da uomo. Di conseguenza penso che quel video l'abbiano visto in parecchi, stranamente non c'è stata nessuna reazione, nessun commento. Perché?
    Quel video-cult lo proporrei nelle scuole, dalle elementari alle università passando per circoli e bocciofile.I politici vogliono fare una legge sulle intercettazioni e sulla libertà di stampa,( ha cominciato il CS con Mastella) ma per quel tipo di italiano - di cui sopra- non c'è bisogno, si auto-censurano da soli, chiudendosi in un recinto immaginario, rimuovendo tutto quel che non gli aggrada, molto chiusi nelle loro inossidabili certezze. Rivangare il passato è proprio quello che i nostri politici non vogliono, altrimenti verrebbero scoperti col sorcio in bocca. E' per questo che ci raccomandano, ad ogni pie' sospinto, che bisogna guardare avanti, al futuro, in modo che non si viene a scoprire le nefandezze che hanno combinato in Passato. Vedo purtroppo che in questo trucchetto ci sei cascata anche tu.Sono pugliese anch'io, ma se il disastro di Taranto si fosse consumato in una qualsiasi parte d'Italia e del mondo, la mia preoccupazione sarebbe stata medesima. Cosi come mi feriscono le tante Guerre sparse per il pianeta, i suicidi per crisi, i bambini morti per fame e altre drammatiche realtà. L'Ilva e il ministro Clini dicono: se si spengono e far ripartire gli altoforni ci vogliono 8 mesi,( da qui il ricatto,lavoro-morte o disoccupazione) non è vero gli altiforni a turno si possono spegnere e riattivarli in tre settimane, utilizzando i lavoratori nella bonifica, e far pagare a Riva tutto il disastro che ha combinato, visto che i miliardi da lui incassati sono tanti. Demagogia? No, questa tecnica è già stata utilizzata nel 2009 dalla stessa azienda, mettendo i lavoratori in cassa integrazione. Troppo facile, bisogna complicare le cose ad arte in modo da far passare l'idea che essendo le cose complicatissime non è possibile risolverle. Nel frattempo, come valvola di sfogo, c'è sempre Grillo e Di Pietro e qualche altro demagogo in giro per l'Italia, dove sfogare le vostre frustrazioni.Una sola informazione Grillo e Di Pietro non sono al governo invece Berlusconi è insieme a voi nella maggioranza.
    un caro saluto

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  3. Intervento alla Camera del 2003 su Berlusconi
    "Ieri l’onorevole Adornato ha ringraziato il presidente del nostro partito per aver detto che non c’è un regime. Io sono d’accordo con Massimo D’Alema: non c’è un regime sulla base dei nostri criteri. Però, cari amici e colleghi, se dovessi applicare i vostri criteri, quelli che avete applicato voi nella scorsa legislatura contro di noi, che non avevamo fatto una legge sul conflitto di interessi, non avevamo tolto le televisioni all’onorevole Berlusconi. Onorevole Anedda, la invito a consultare l’onorevole Berlusconi perché lui sa per certo che gli è stata data la garanzia piena – non adesso, nel 1994, quando ci fu il cambio di Governo – che non sarebbero state toccate le televisioni. Lo sa lui e lo sa l’onorevole Letta."
    Questo uno stralcio dell'intervento alla camera del capo gruppo DS Violante.

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