sabato 13 ottobre 2012

La 'ndrangheta in Lombardia

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Fonte: milanomafia.com

Sul giornale on line "Lettera43", leggiamo:

IL CONSENSO DELLE COSCHE. Che non si trattasse solo di infiltrazione, «lo si sapeva da tempo», dice a Lettera43.it Gabrio Forti, ordinario di Diritto penale all’Università Cattolica di Milano ed esperto di politica criminale, «anche se il fenomeno è stato a lungo sottovalutato».
Quello che l'inchiesta milanese mette in luce, invece, è il consenso consistente di cui godono le cosche in Lombardia.
AFFILIAZIONE E CONTIGUITÀ. «Sarebbe la prima volta che si realizza lo scambio elettorale politico-mafioso con un politico che paga la cosca per avere i voti», spiega Forti. «Quei 4 mila voti 'comprati' sono di cittadini che hanno un rapporto di affiliazione o di contiguità con le cosche o che ne subiscono le intimidazioni. In un caso o nell'altro si tratta di voti nella disponibilità delle 'ndrine».
È questo l'inquietante salto di qualità compiuto dalle organizzazioni criminali in Lombardia: «Se le 'ndrine hanno questa possibilità di vendere voti, vuol dire che esercitano un controllo non solo sull'economia ma sul territorio e su fasce di popolazione abbastanza estese».

L'assuefazione della società civile

Una realtà che dovrebbe provocare l'immediata e diffusa reazione della cosiddetta società civile. Eppure nessun grido di rabbia si è alzato, almeno fino a ora, da parte dei tanti lombardi onesti che pure rifiutano l'idea che la loro sia diventata, come in Calabria o in Campania, una terra di mafia.
TRA OMERTÀ E OPPORTUNISMO. Omertà o paura? «La diffusione della criminalità determina anche assuefazione nei confronti di certe pratiche e la reazione della società civile si indebolisce», ragiona Forti. Ma è anche vero, che in Lombardia come «in Friuli e in altre zone del Nord si è registrata più di una situazione omertosa da parte di settori professionali e imprenditoriali che rifiutano di collaborare con la giustizia», racconta il professore che il prossimo 18 ottobre parlerà di questo al convegno sugli 'Intrecci tra mafia e impresa nel tessuto economico del Nord Italia' organizzato dalla Cattolica. «Per paura di ritorsioni, certo, ma anche perché molti imprenditori preferiscono godere dei benefeci immediati che la criminalità può offrire a fronte degli svantaggi che comporta una denuncia».

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