venerdì 27 maggio 2016

Articolo Odifreddi, risposta numero due

Il NO dell’insigne matematico Odifreddi sollecita un episodio avvenuto nella mensa della fabbrica, dove lavoravo come operaio. In quella mensa gli impiegati mangiavano nelle stoviglie di ceramica, gli operai in quelle di alluminio. A Liberazione avvenuta il Consiglio di Gestione eliminò d’ufficio tale differenza, attuando la parità di trattamento per tutti. Non tutti gli impiegati accettarono di buon grado tale provvedimento, mugugnando contro il privilegio perso. Nella proposta di un capo-reparto di abolire la mensa in cambio di soldi da pattuire con la direzione, pregustavano la rivincita. La commissione interna con l’appoggio degli operai si oppose con decisione. Questo per dire che il NO del cittadino matematico porta con sé, come certi impiegati in Galileo, il malcontento del ceto- medio, che ha perso anche alcuni privilegi attuati da un capitalismo morente. A mio avviso non va sottovalutata la decisione per il NO di un uomo di scienza. Esso appartiene al ceto medio-alto le cui opinioni possono influenzare non solo qualche sprovveduto, ma può incidere anche sulla politica del dopo referendum, indipendentemente dall’esito. Al NO di questo cittadino è bene ricordare che la sua decisione, a mio avviso, non tiene conto della politica berlusconiana che ha portato l’Italia sull’orlo di un baratro disastrato, non solo economico, ma anche dell’irrefrenabile corruzione (tutt’oggi molto presente) che ha danneggiato non poco lavoratori e ceto medio, oltre al diffondersi della cultura individualista. Il suo NO esprime anche un profondo malcontento del ceto medio che tarda a comprendere “ l’enormità di potere del mercato finanziario che si è concentrato nelle mani di una ristretta (sottolineo ristretta) oligarchia esonerata di ogni responsabilità politica e morale” (Reiclin, sull’Unità del 3 agosto 2011). E’ questo il vero pericolo per la democrazia, non il giovane premier Renzi che con il suo dinamismo e la fiducia in se stesso, ha portato aria fresca in un paese anchilosato, incapace di rinnovarsi. Così il matematico non avendo il coraggio di opporsi concretamente all’oligarchia finanziaria, rivolge il proprio livore verso l’attuale premier che, pur con gli immancabili errori ha il grande pregio di tentare di dare, non solo speranze ma anche lavoro agli italiani. Il governo ravvisa nella Costituzione alcuni articoli da riformare per renderli più efficaci per il cambiamento dell’Italia. Adattare la Costituzione alla situazione esistente non mi sembra che sia un reato e nemmeno il pericolo di un nuovo totalitarismo. Una famosa frase nel romanzo “Il gattopardo” recita “che tutto cambia perché niente cambi” invece Renzi invita a votare SI per realizzare un vero cambiamento! Lo chiede dimostrando quanto ha realizzato in due anni il governo in carica, senza dimenticare del ruolo positivo della politica italiana in Europa, più ascoltata e considerata per le sue concrete proposte. Senza nulla concedere al canto delle sirene che auspicano interventi armati in politica estera e il razzismo verso gli emigranti. Tutto questo non mi sembra poco!



PS- Conservo un mio scritto dal titolo Vorrei del gennaio 2014, in cui auspico (addirittura!) la riforma del primo articolo della Costituzione.


Silvestre Locoonsolo (stanza 132)
Pessano con Bornago 23 maggio 2016


1 commento:

  1. Parlare di "commissione interna" mi fa tornare in mente le lotte dei lavoratori per conquistare la loro dignità i loro diritti. Dallo statuto dei lavoratori all'art. 18 alla tutela per la salute, all' agibilità sindacale. Quando i lavoratori lottavano per questi diritti il partito di sinistra era al loro fianco, adesso è proprio il centrosinistra che questi diritti abolisce. Delle due l'una: o quel partito sbagliava allora o sbaglia adesso. Tutti quei diritti sono stati spazzati via nel giro di 2 anni, senza ritegno e senza scrupoli. Se oggi un lavoratore ha idee così bellicose non varca neppure la soglia di una qualsiasi azienda.Vogliono solo sevi e leccascarpe.Punto.
    “Dietro a Renzi c'è un vuoto politico, non c'è una cultura politica, non c'è un disegno del futuro, mentre invece occorre pensare cose nuove per l'Italia, oltre alle proteste e ai voti contrari e alle leggi sbagliate dobbiamo mettere in campo qualcosa di più. Mettere in campo un pensiero politico che non può essere un documento programmatico, bisogna rimettere in discussione il blocco sociale e politico che ci governa, ma che non è Renzi. L'Italia ha bisogno di una forza larga di popolo e di centrosinistra, mentre dove va Renzi con una forza indistinta? È un ignorante, non può asfaltare i valori del centrosinistra e se lo fa è uno stupido, perché ottiene solo che la gente non va più a votare". Alfredo Reichlin L'Huffington Post 27/06/2015
    Se quello che dice Reichlin non le interessa , passa e va e non si curi di lui, facendo finta di nulla. Berlusconi ha potuto fare quello che ha fatto grazie a una finta opposizione e all'accondiscendenza del centro sinistra. Infatti in questo momento politico il Pd sta governando insieme a: UDC, NCD, ALA con in panchina lo stesso Berlusconi pronto a scendere ancora in campo nel Partito della Nazione. Quando parla del suo articolo del 2014 ( gelosamente conservato, immagino) Lei, Sig, Silvestre Loconsolo, c'aveva visto giusto e a puntato sul cavallo altrettanto giusto. Quale partito di destra sarebbe giunto a cotanto risultato? Nessuno se non il PD aiutato dai partiti di destra felicemente accomunati.
    Per l'articolo 1 della Costituzione non disperi forse sarà un: "ordinamento fondato sulla disoccupazione, la sovranità appartiene ai giovani che la esercita nelle forme e nella giovinezza che tale condizioni fisiche consente". Non disperi dunque tutto può accadere, anche il contrario delle sue aspettative.

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