Un
palcoscenico d’eccezione il presbiterio affrescato
della ex Chiesa di S. Maria Assunta (XVI sec.) - una volta a crociera e due
voltine a botte - separato dall’ ”aula”
da un largo arco sorretto da due colonne: più che un palcoscenico un sacro
utero dove nutrire e far crescere una storia d’eccezione, la storia di un
Giusto, Giorgio Perlasca che ha documentato nelle pagine di un diario personale
a lungo ignorato come ha potuto salvare dalla deportazione e dallo sterminio
migliaia di ebrei.
Una testimonianza su cosa ha fatto un uomo, un fascista -
come quasi tutti a quei tempi - di fronte al delirio antisemita; una
testimonianza anche su cosa ha fatto un
paese, la Spagna, che pure aveva un regime totalitario instaurato con l’appoggio
dei tedeschi e degli italiani.
La forza
delle parole pronunciate in quell’ambiente non ha fornito spiegazioni né dato
risposte, ma solo posto domande, tante drammatiche domande…la potenza del
raccontare ci ha riportato nella Storia, una Storia inquinata spesso da una
profonda voglia di rimozione, una Storia che va protetta dall’oblio perchè le
atrocità commesse e tollerate non si ripetano, perché il futuro non venga mai
più deciso dall’indifferenza verso l’odio, l’orrore e la crudeltà.
E il presente? Il presente, come testimoniano i fatti del
giorno, è segnato dal rischio del razzismo, dell’antisemitismo, della
destituzione della responsabilità e del senso di moralità.
Tutto questo
e molto altro è passato nel corso della serata organizzata dalla Cooperativa La
Speranza, curata nei contenuti e nella rappresentazione da un bravissimo Antonio Rosti, con il contributo intenso e composto di
Doriana e la delicata freschezza della sua bimba.
Li ringraziamo per averci raccontato una
storia, quella di Perlasca, doppiamente vera: vera in quanto accaduta e “vera”
come storia di vita.
Franca Marchesi
Grazie per la delicatezza e la sensibilità delle tue parole......
RispondiEliminaCara Franca entri nel cuore così come mi è successo leggendo della vita di Perlasca .
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