Leggete uno strepitoso Marco Alfieri!
Il Nord le ha sbagliate tutte e ora non sa chi votare
C’era una volta la Bulgaria di Bossi e Berlusconi. Le regioni del Nord, popolate da produttori affamati di uno stato leggero, di un fisco amico dell’impresa. Poi, tra gli scandali dei leader e i pochi risultati, il Nord si scopre orfano. Adesso si vota, le sirene sono tante, ma il disincanto sembra il primo partito
Cartina della "Padania"
21 Gennaio 2013 - 09:15
Un grande ingorgo politico, in parte populista in parte anti mercato in parte euroscettico, dove il bersaglio è lo scalpo di Mario Monti e l'eredità del suo governo e la posta in palio il voto nel nord Italia dopo la lunga stagione bossian-berlusconiana del centrodestra egemone.
A poco più di un mese dalle elezioni l'elenco dei partiti, dei leader e delle ricette in campo non potrebbe essere più disparato ma c'è come un filo rosso che li unifica, da destra a sinistra: Berlusconi, Grillo, Ingroia, Fassina, Vendola, Maroni e Tremonti pensano su per giù le stesse cose su Monti e il suo interregno a palazzo Chigi: troppa subalternità all'Europa e ai mercati finanziari, troppo rigore, troppe tasse (in assoluto o sui soliti contribuenti onesti, a seconda dei punti di vista) e troppa tecnocrazia. Con diverse gradazioni, stili, coerenze e cinismi è questo il pensiero dominante apparecchiato sul tavolo della politica italiana. Il vaso di coccio sembra essere una chiara offerta politica riformista, pro Europa e pro mercato, realmente popolare e capace di sfuggire il destino di testimonianza di formazioni alla Fare-Fermare il declino.
A poco più di un mese dalle elezioni l'elenco dei partiti, dei leader e delle ricette in campo non potrebbe essere più disparato ma c'è come un filo rosso che li unifica, da destra a sinistra: Berlusconi, Grillo, Ingroia, Fassina, Vendola, Maroni e Tremonti pensano su per giù le stesse cose su Monti e il suo interregno a palazzo Chigi: troppa subalternità all'Europa e ai mercati finanziari, troppo rigore, troppe tasse (in assoluto o sui soliti contribuenti onesti, a seconda dei punti di vista) e troppa tecnocrazia. Con diverse gradazioni, stili, coerenze e cinismi è questo il pensiero dominante apparecchiato sul tavolo della politica italiana. Il vaso di coccio sembra essere una chiara offerta politica riformista, pro Europa e pro mercato, realmente popolare e capace di sfuggire il destino di testimonianza di formazioni alla Fare-Fermare il declino.
Al Nord tutto questo si vede e si sente di più. Per anni è stata la Bulgaria di Bossi e Berlusconi, due leader capaci di creare comunità, consenso e radicamento a tutto campo, maneggiando senza rivali le parole della politica: sicurezza, impresa, immigrazione, tasse e federalismo. Almeno fino alla grande crisi economico-finanziaria, gli scandali in salsa Rubi & Belsito, le promesse mancate, i tonfi alle elezioni amministrative e la fine del governo forza-leghista, che hanno mestamente lasciato il blocco dei Pro.Pro (professionisti e produttori) e le partite Iva orfani di rappresentanza. «Il disincanto di questi ceti, frustrati da vent’anni di promesse mancate del centrodestra e di deserto a sinistra, è profondo», riassume icastico il sociologo Aldo Bonomi.
Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/nord-lega-bossi-elezioni-m5s#ixzz2Iim8d3iE
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