martedì 1 gennaio 2013

Io e l'apparato del Pd


Ho letto questo interessante articolo su un blog del giornale on line "Linkiesta".


Faccio outing. Sono un iscritto al Pd e secondo molti che non conoscono le cose del Pd sarei un bieco apparatcick, cioè sarei un bigio e grigio uomo di apparato. Mentre loro sarebbero degli splendidi e autonomi liberi pensatori. La cosa mi fa assolutamente ridere, ma vorrei difendermi in ogni caso da questa  accusa che diventa pesante quando vedrebbe in me un fedele esecutore, cieco, acritico, di presunti "ordini di scuderia" o un soggetto da muovere a comando.

Ho partecipato a tre delle quattro primarie che si sono giocate in Lombardia, una l’ho bigiata come si dice qui, perché ero a Roma (a fare qualche altra neghittosa “Passeggiata romana”). Come uno “fedele alla linea” sarei leggermente indisciplinato, dopotutto, se mi concedo queste libertà e queste (pre)occupazioni da intellettuale esteta e forse un tantino decadente. Ma le altre tre tornate di primarie  le ho seguite con partecipazione emotiva e per qualcuna ho speso pure il mio tempo di letterato marcio in servizio permanente effettivo. In assoluta libertà.
Sono un uomo ordinario ma non uomo d’ordine. Piuttosto indipendente intellettualmente non subisco il consenso, cerco di determinarlo. Per questa ragione ho sostenuto e fatto votare Lia Quartapelle in queste parlamentarie. Una trentenne in gamba che è arrivata tra le primissime, battendo donne che nel partito avevano un forte radicamento. Nel comune dell’hinterland milanese in cui vivo gestisco un blog degli elettori e simpatizzanti del partito in cui milito (il verbo mi fa ridere, sarei una via di mezzo tra Orazio Coclite o un santino come san Tarcisio, quello della “tarcisiana” dei chierichetti che non si usa più); da qui ho lanciato il mio endorsement (ah il mio anglopovero!) per Lia. Poi ho convinto qualche mio coscritto (siamo militanti e militari, no?) a votarla. Ieri abbiamo lavorato al seggio delle primarie da perfetti apparatcick (ma anche i militanti più fissi e più fessi non ce la facevano più con questa continua chiamata ai seggi) e abbiamo chiuso piuttosto in fretta; alle 21:45 lo spoglio era finito e abbiamo comunicato il tutto alla federazione (non so se si chiama ancora così). Lia ha avuto 44 voti su 154 votanti. Apparato? Boh, uno strano modo di vedere la forza del consenso dal basso. Lo dico a Giorgio Gori da cui mondi estetici infiniti ci separano -  ma che non mi dispiace vedere impegnato nel Pd anche se mi incuriosisce conoscere attraverso quale percorso mentale è giunto alla mia stessa scelta -  il quale si è lamentato dicendo che avrebbe vinto la forza dell'apparato. Cioè io o quelli come me.

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/blogs/la-frusta-letteraria/io-e-l-apparato-del-pd#ixzz2GiOwY0Nt

1 commento:

  1. Chi è a corto di argomenti, si rifugia nella definizione generica, riduttiva e magari un po' offensiva. Anni fa, per mettersi un gradino sopra, si dava del "conformista", del "dogmatico" o dell'"ideologico". "Originale" e "individualista" funzionavano sia come complimenti che come critiche...
    Bando alle etichette. Come PD, siamo l'unico partito dove gli elettori hanno scelto i loro candidati, contrastando il porcello infame: questa delle primarie non è una definizione, ma un fatto. Franca

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