Tra la montagna esagerata di cose scritte e lette a proposito e a sproposito
della figura del grande Padre e Religioso ( lo è stato nel senso originario del
termine...) scomparso, mi sento di proporre questa nota inviata da Carlo Borghetti
C.Borghetti: @ proposito del Cardinal Martini - 3 settembre 2012
AMARE LE DOMANDE. Quello che Martini più mi lascia.
"Sii paziente
verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore e cerca di amare le domande, che
sono simili a stanze chiuse a chiave e a libri scritti in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date poiché non saresti capace
di convivere con esse".
Con queste parole lo scrittore Rainer Maria Rilke
cent'anni fa parlava...
dell'eterno dilemma dell'uomo di fronte alle domande irrisolte della vita,
e della sua vita. Amare le domande...
Se penso a tutto ciò che ci ha
lasciato -che mi ha lasciato- il Cardinal Martini, una delle persone che più
hanno segnato la mia crescita, ciò che più sento importante è il MODO con cui ci
ha sempre parlato della Verità: senza presentarla come una ricetta
preconfezionata. "Dirò di più -scrisse-: neppure Gesù possedeva ricette".
Martini ci ha insegnato a porci delle domande, ci ha insegnato (avendolo lui
stesso provato per una vita) il gusto e la fatica della RICERCA della verità, a
partire -per chi crede- dall'ascolto e dalla meditazione della Parola biblica.
Non c'è una risposta certa e pronta a ogni quesito, diversamente da quanto un
po' ci hanno insegnato ai tempi del catechismo in Oratorio. E tantomeno vi sono
risposte pronte oggi, in un mondo sempre più complesso e sempre più in
crisi.
Martini ci ha spronato al discernimento spiegando che in ciascuno
di noi alberga un credente e un non-credente, che si interrogano a vicenda,
arrivando persino a dire che nell'uomo credente convivono l'apostolo Giovanni
(adorante) e l'apostolo Giuda (traditore). E così, nel tempo del suo ministero
pastorale, ci ha fatto sentire una Chiesa più compagna che docente, capace più
di ascolto e di dialogo che di giudizio. E così, sono convinto, ci ha aiutato ad
avvicinarci di più alla Verità.
E intanto ci invitava a farci prossimo,
senza dimenticare la dimensione contemplativa della vita, unendo le Marta e
Maria dell'evangelo. Intanto ci invitava all'impegno socio-politico con lo stile
del servizio e della competenza. Intanto ci invitava a scoprire quale bellezza
salverà il mondo, seguendo itinerari educativi lineari ma esigenti. Intanto,
nella storica Assemblea di Sichem, ci invitava a decidere chi
servire...
Grazie, caro nostro Cardinale. A noi ora preservare qualche
granello del tanto sale che ci hai profuso.
Una piccola testimonianza. Ho potuto stringere la mano e scambiare qualche parola con il Cardinal Martini nel lontano 1979. Da impiegato di prefettura di Milano, ero stato indicato per l'estemporaneo servizio di cerimoniale nella ricezione e accompagnamento delle personalità in occasione di una visita dell'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Forse in occasione del 25 aprile 1979. A me toccò ricevere proprio il Cardinale. Lo accompagnai in una saletta, dove già c'era il Generale Dalla Chiesa, in attesa che il Presidente li ricevesse in udienza insieme alle altre personalità civili e militari. Scambiammo qualche parola circa i tempi e i modi della cerimonia. Il Cardinale mi sembrò davvero "tanto", imponente, rosso nei panni curiali, nonostante il bianco della cotta, ma anche in viso. Scoppiava di salute e di vita. Di indubbio bell'aspetto ma non lezioso; serio ma non ieratico; umile dopotutto nella sua condizione di semplice astante. L'ho seguito a distanza negli anni, convinto che da un uomo come questo si potesse tirarne in futuro un papa. "Tifavo" per lui insomma. Mi è stato sempre simpatico, gli ho sentito dire sempre cose sensate e piene di intelligenza. Sapendolo ammalato ho provato verso di lui anche umano affetto. Che la terra gli sia lieve.
RispondiElimina