"Il pulcino pio" e "50 sfumature di grigio": non si può dire che sia stata un'estate
esaltante dal punto di vista estetico. Ma non bisogna rammaricarsene: queste
ondate di stupidera (per dirla in milanese) sono cicliche e in qualche modo
destinate a intensificarsi man mano che si amplia e si rafforza la società di
massa. Ondate cui corrisponde per reazione uguale e contraria una elitizzazione dei
gusti, vedi solo nel campo culinario il fenomeno di slow food. Alberoni
(checché se ne dica: il più grande studioso di movimenti collettivi) ha studiato già
negli anni 60-70 questi fenomeni, i cosiddetti "crazies" (follie), cui
secondo me devono più propriamente essere ricondotti sia la canzone che il libro citati. Insomma
ondate di follia collettiva (come una volta l'hula-hoop o le
"palline" rompi-polsi o il
freesbee) più che pervertimenti propriamente estetici di massa. Noto solo a
parziale correzione di questa mia interpretazione che negli anni '60 convivevano sia "Abbronzatissima" di Edoardo
Vianello che "Il cielo in una stanza" di Gino Paoli, dove sia la
proposta popolare che quella di elezione
avevano, ciascuno nel proprio campo, una propria autonoma bellezza.
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