Il guaio è che a Ligresti io avrei occupato tutto l'occupabile. Opache sono infatti le origini delle sue fortune edilizie, industriali e finanziarie. A Paternò (il paesone alle pendici dell'Etna da cui proviene anche 'Gnazio La Russa) c'è la fonte di tutti i suoi misteri. Chi si ricorda più di Michelangelo Virgillito, il trader venuto su a Milano dallo stesso paese e diventato ricchissimo e a seguito del quale venne a Milano anche l'oscuro ingegnere Salvatore Ligresti? Ma che a okkupare un grattacielo di sua proprietà abbandonato da anni siano i vecchi fricchettoni creativi col sostegno morale di Dario Fo o Lella Costa è insopportabile; in nome della cultura per giunta. Dài Pisapia: sei il miglior sindaco che Milano abbia avuto dai tempi di Greppi o Aniasi: facci sognare! Staccati da questa sinistra cialtrona: un vero peso per tutti noi che aspiriamo alla legalità, all'ordine, alla creatività individuale senza questi babbioni intorno. Vogliamo l'Ordine Nuovo, quello di Gramsci al massimo, ma non quello Dada.
Carmela Rozza ha detto agli okkupanti di andarsene alla Ghisolfa ad okkupare quello che passava loro per la testa. Insomma la sinistra riformista (ed è un paradosso che sia un ex rifondarolo chic a prenderne in mano il vessillo, e allora viva i paradossi!) deve tagliare ogni ponte con questa sinistra visionaria, cialtrona e interessata. La Sinistra Vanity infatti ha un interesse oggettivo a titillare ogni forma di spontaneismo creativo (dai graffiti alle occupazioni): qui c'è il suo pubblico pagante. Quando capiremo che la più grande rivoluzione è la fatica DI OGNI GIORNO della costruzione di un mondo più regolato e più giusto, faremo a meno di questi rivoluzionari da salotto.
Io consiglio a tutti il libro di Marco Alfieri: "La peste di Milano". (Feltrinelli 2009): seppur uscito prima dell' elezione di Pisapia c'è tutto ciò che occorre per capire di cosa stiamo parlando. In poche parole il tema del centro sinistra resta ancora questo: cosa fare della sinistra "Vanity fair" visionaria e inconcludente? Per progettare il futuro occorre rimeditare tutto lo sforzo riformista messo in piedi "anche" dalla DC di Fanfani (piano casa) o Segni (riforma agraria) o il fallito tentativo di Fiorentino Sullo (riforma del regime dei suoli) e coniugarlo con il pragmatismo centro-italiano dell'accettazione serena delle regole della società capitalistica con forti iniezioni di giustizia sociale (i famosi "asili nido" di Reggio Emilia)... Non c'è altra alternativa alla sinistra immaginaria: pensare il reale...
(Vedi qui una recensione del libro di Marco Alfieri)
pensare che il capitalismo produca giustizia sociale è più utopistico di credere nella resurrezione della carne.
RispondiEliminal'appropiazione di beni inutilizzati( chi ricorda la palazzina liberty a milano)è una spinta a ridare spazi di espressione e non solo a bisogni primari quali cultura e alloggio rimettendo in discussione il saccheggio tuttora in corso del territorio milanese e non solo che dimostra l'incapacità degli stessi speculatori a mettere a profitto i propri investimenti.
purtroppo troppo spesso occorre ricorrere a forme di lotta eclatanti per evidenziare disagi e bisogni e la colpa non è certo dei promotori di queste iniziative.
Riformismo si ma con un pò di pepe.
Il capitalismo non produce giustizia sociale più di quanta ne abbia prodotta il socialismo (quello reale o realizzato). Si tratta perciò di coniugare i principi basilari del nostro ordinamento giuridico (libertà formali) con quelle sostanziali, ma sempre in un quadro di legalità. Mi rendo conto che questa risposta possa non soddisfare l'esigenza profonda di una giustizia sociale vera (sostanziale) ma la democrazia formale non è un orpello degli stati liberali, è garanzia universale. La concezione svalorizzante delle democrazia liberali (di origine marxiana, è inutile nasconderlo) se non rispettata può portare all'arbitrio (e all'ingiustizia) più profondi. Faccio solo l'esempio delle occupazioni delle case popolari che hanno sottratto l'alloggio a chi ne aveva effettivamente bisogno e diritto. Grazie comunque per il tono civile del tuo intervento.
RispondiEliminaA me hanno insegnato che se vuoi una cosa, e se ritieni che sia giusto che tu l'abbia, devi andarla a prenderla. Ovviamente lo devi fare rispettando le regole, altrimenti passi dal giusto all'ingiusto.
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