mercoledì 9 maggio 2012

Trentaquattro anni fa


Non potremo dirci un paese civile finché non avremo fatto i conti con la criminalità organizzata e col terrorismo.
Questa riflessione mi è sorta ricordando che  trentaquattro anni fa, il 9 maggio 1978, venivano uccisi Peppino Impastato e Aldo Moro e  sfogliando il quotidiano la Repubblica  non ho trovato neppure un cenno in proposito:  il giornalista ed attivista e il Presidente della Democrazia Cristiana furono vittime di mafia e terrorismo
Oggi, all’indomani dell’inquietante attentato Adinolfi,  intossicati dai fumi dei risultati delle amministrative, tra  chi ha “grilli” per la testa e chi altro, trascuriamo la nostra storia recente,  condannando il passato a trovare spazio nel presente.
Restano infatti ancora zone d’ombra sul rapimento e la morte di Aldo Moro: tra l’altro uno degli assassini di via Fani pare che viva indisturbato in Nicaragua, essendone anche divenuto cittadino. Si tratta di Alessio Casimirri che si gode un’immeritata latitanza, come Cesare Battisti in Brasile.
 Non troppo tempo fa, purtroppo,  da persone delle istituzioni del nostro paese abbiamo sentito affermare che con la mafia in Italia bisogna fare i conti e che chi dice la verità con troppa insistenza è un rompiscatole o peggio,  come il linguaggio della politica scurrile osava già affermare.
Tenere in poco conto la storia può portare perfino  a pensare di poter eliminare la moneta comunitaria  senza grosse conseguenze e  porta la cultura dell’”usa e getta” nella politica: sfasciare e buttare è più spiccio che recuperare:  in tutti questi anni siamo stati  sciaguratamente abituati a pensare che soluzioni semplicistiche  possano risolvere questioni complesse,  con quali risultati è sotto gli occhi di tutti.
9 maggio 2012, Franca Marchesi

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